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Conferenza ONU sul razzismo: vergogna Vaticano

Non c’è niente da fare. Sotto Benedetto XVI tra Santa Sede e Israele (e mondo ebraico) proprio non c’è sintonia. Ieri, esprimendo tutto il suo appoggio alla Conferenza dell’Onu sul razzismo, il Papa ha pronunciato parole ovvie e condivisibili contro ogni discriminazione razziale e intolleranza, ma è impensabile che Ratzinger stesso e i suoi uffici in Vaticano ignorassero le polemiche che circondano l’iniziativa di Durban I e II.


Stati Uniti, Italia, Germania, Israele, Australia, Canada, Olanda e Svezia boicotteranno l’appuntamento, perché la dichiarazione della conferenza, che dovrebbe essere contro il razzismo, paradossalmente trabocca di antisemitismo. Com’è noto infatti, la conferenza - così come il Consiglio dell’Onu sui diritti umani - è in mano alle dittature e ai paesi islamici, che la usano principalmente come pulpito da cui levare davanti all’opinione pubblica mondiale, sfruttando la credibilità dell’Onu (quella poca che gli è rimasta), la loro inappellabile sentenza di condanna nei confronti di Israele. Un’altra parte inaccettabile della dichiarazione è quella sulla cosiddetta «diffamazione religiosa», che i paesi islamici hanno introdotto per giustificare la censura e i limiti alla libertà d’espressione.

Il Vaticano avrebbe potuto partecipare alla conferenza mantenendo un basso profilo, come faranno tanti altri stati. Invece, non casualmente bisogna dedurre, Ratzinger ha voluto onorare la ben poco raccomandabile conferenza con una vera e propria benedizione urbi et orbi. Non dico che il Vaticano doveva boicottarla, ma almeno Ratzinger poteva fare a meno di "benedirla" così platealmente. Ma ormai ci ha abituati a queste gaffe. Evidentemente la Santa Sede non vuole perdere occasione per dimostrarsi più interessata a mantenere buoni rapporti con i paesi islamici piuttosto che con Israele e il mondo ebraico.

Commenti all'articolo

  • Di carmine (---.---.---.188) 20 aprile 2009 15:57

    oggi mi vergogno profondamente di essere occidentale.
    è stato tradito voltaire e il suo celebre "posso non condividere le tue idee ma sono disposto a farmi uccidere affinchè tu possa esprimerle"
    l’occidente opulento nega l’esistenza di una pulizia etnica perpretata da decenni nei confronti di esseri umani sfrattati dalla loro terra in assurde persecuzioni in palestina.
    spero cheun giorno potremo ricominciare a chiamarci civili, per ora siamo solo nazioni razziste che difendono uno stato razzista.

  • Di (---.---.---.125) 20 aprile 2009 17:07

    Ma Federico Punzi, che si scandalizza così tanto perchè il Papa vuole che il Vaticano partecipi ad una Conferenza contro il razzismo ed è timorsoso per i rapporti con il povero Israele, dove era a fare il giornalista mentre Israele razzisticamente ammazzava 1500 civili inermi a Gaza (e altrettanti in Libano un paio d’anni prima), donne e bambini e mentre i suoi coloni rubano terra e vite palestinesi? Forse era insieme a Pagliara, altra vergogna vera del giornalismo italiano? Giornalisti come voi devono andare a zappare la terra, tutte braccia rubate all’agricoltura. Israele, Usa e i giullari delle colonie Usa, Frattini in testa, non partecipano alla conferenza perchè sono loro i primi a dover sedere sul banco degli imputati per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

  • Di uomo libero (---.---.---.230) 20 aprile 2009 17:43

     con pezzi come questo, che fanno il paio con quelli dei di micco, delle visani, dei roccob e di altri gazzettieri pro-governativi, pro-status quo, pro mainstream, AV e’ destinato a diventare una colonia di forza italia.

    • Di (---.---.---.192) 20 aprile 2009 18:39

      Anche io non sono in pieno accordo con l’articolo, ma con voi che da un altare parlate e sentenziate come se solo voi abbiate ragione stancate veramente assai...Con me o contro di me, sembrate veramente Berlusconi e tutti quelli che credete di combattere...libero. Mah!

    • Di carmine (---.---.---.188) 20 aprile 2009 20:35

      più che il chi, ci sarebbe da pensare il cosa combattere.
      ad esempio il razzismo, sia che sia razzismo ufficiale sia che sia razzismo reale.

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