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Come mantenere un tatuaggio per sempre (anche dopo la morte)

Cosa vorresti tenere appeso alla parete del salotto? Il tatuaggio di tua zia Rosa, quello che si è fatta durante il viaggio di nozze in Turchia nel '67 ci starebbe proprio bene, no?

Mantere un tatuaggio per sempre, trasformarlo in un'opera d'arte. E' quello che stanno facendo un imprenditore olandese, Peter Van Der Helm, già proprietario di un negozio di materiali per graffiti e tatuaggi ad Amsterdam, il Wall and Skin, e a Judith van Bezu, che sull'argomento ha scritto una tesi. Il nuovo servizio offre ai clienti la possibilità di preservare, per sempre, i loro tatuaggi. E per sempre vuol dire dopo la morte dei loro "proprietari".

Van Der Helm ha creato la Foundation for the Art and Science of Tattooing (alla quale hanno già aderito 50 persone) presso la quale, dopo la morte, dei medici si occuperanno di rimuovere i tatuaggi, metterli sotto formaldeide e spedirli in un laboratorio: qui, per creare un effetto meno “creepy”, il grasso e l'acqua verranno sostituiti con il silicone. Queste opere poi diventeranno proprietà della Fondazione e “prestate” alla famiglia del deceduto. 

Perché dovresti voler conservare il tatuaggio tuo o di un tuo caro? Le ragioni sono tante: sul sito della Fondazione si citano il “valore sentimentale, la volontà di contribuire alla storia del tatuaggio, quella di voler preservare un'opera d'arte, oppure semplicemente quella di voler lasciare un pezzetto di te alla tua famiglia”. Altro che il dentino da latte della mamma.

L'operazione non è gratuita: il costo va dai 300 ai 500 euro a seconda della taglia del tatuaggio da salvare. Bisogna compilare il modulo in fondo alla pagina ed entrare in contatto con la fondazione. 

Sul Guardian Mattew Lodder, uno storico dell'arte dell'Università di Essex che si occupa di storia del tatuaggio, dice che non c'è nulla di nuovo nel voler preservare i tattoo: ce ne sono collezioni in musei a Cracovia, Tokyo e Londra. La differenza con questa Fondazione è che chiedono il permesso alla famiglia (e che ne diventano proprietari, aggiungerei, che non è poco).

Oggi il tatuaggio vive un momento di grande popolarità: da una parte non è più una pratica "di nicchia" o riservata a chi vive situazioni marginali, dall'altra sta portando il proliferarsi di farfalle sui lombi, lettere cinesi (che nella maggior parte dei casi sono delle supercazzole) e ritratti di Vasco Rossi di cui il mondo (non lo sa ancora) ma vorrebbe fare a meno.

Però sono tanti, tantissimi, coloro il cui lavoro merita di essere riconosciuto: sia chi è già artista e che si diletta tatuando, sia i tatuatori che hanno fatto del loro lavoro un luogo di sperimentazione e innovazione. 

 

 

 

 

 

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