• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > “Colletti sporchi” di sangue

“Colletti sporchi” di sangue

La vera emergenza nazionale è la . Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, lo ha chiaramente detto, in Parlamento, illustrando la relazione annuale della DIA. Le mafie sono “forti” e “vitali”, risultano sempre più infiltrate nello Stato e condizionano fortemente l’economia e la vita dei cittadini attraverso il controllo degli appalti pubblici, della distribuzione alimentare, dei rifiuti e dei mercati ortofrutticoli.

Chi fa impresa al sud è costretto a lavorare in condizioni di mercato alterate e a subire vessazioni e taglieggiamenti intollerabili. Durante la presentazione palermitana del libro “Colletti sporchi”, scritto dal sostituto procuratore di Roma Luca Tescaroli (assieme a F. Pinotti), l’autore ha puntualizzato come non si riesca “a risolvere il centenario problema delle mafie poiché la linea di demarcazione tra Stato e mafia non è così netta. Vi sono ampie arie di compenetrazione”.

Nino Di Matteo, sostituto procuratore di Palermo, osserva che siamo di fronte ad “Una mafia che è sempre stata consapevole della centralità dei rapporti col potere politico, delle istituzioni, dell’imprenditoria e del mondo delle professioni senza i quali diverrebbe un’organizzazione criminale come le altre, facilmente debellabile”. “Dall’altra parte invece a cosa assistiamo?”, “alla candidatura nei partiti politici di candidati collusi e già condannati”. Di Matteo rivolge dure critiche al Consiglio dell’ordine dei medici e degli avvocati i quali non prendono posizione “nei confronti di loro iscritti già condannati oppure oggettivamente sorpresi a chiedere favori e raccomandazioni”, “Nessuno fa niente esiste soltanto l’azione penale”, “Si riempiono la bocca di belle parole e di belle intenzioni ma i fatti non sono susseguenti a quelle parole”, “Molti continuano a mantenere rapporti di sistematico reciproco vantaggio”. 



Nino Di Matteo parla anche delle stragi: “Le stragi non furono solo opera di Cosa Nostra”, “E’ calata la sordina sui temi della lotta alla mafia non appena è stato investigato il livello dei mandanti esterni delle stragi”, “Sentenze definitive di più Corti di Assise hanno confermato che le stragi non furono solo opera di Cosa Nostra e che le mani dei mafiosi siano state armate ed ispirate è sancito dalla Cassazione. Non è stata solo un’avventura di qualche magistrato in cerca di celebrità. Un paese serio dovrebbe avvertire come imminente e impellente il bisogno dell’approfondimento. Ma non è stato così”. Roberto Scarpinato, sostituto procuratore di Palermo, ricorda che “La storia dei Colletti bianchi è antica e cruciale. Quando Confindustria ha dichiarato di voler espellere coloro che pagano il pizzo mi sono congratulato e ho scritto una lettera suggerendo di cominciare ad espellere coloro che già erano stati condannati e non è stato fatto.

Perché? Perché come si fa ad espellere un blocco della classe dirigente? Nessuno, nessun governo di destra, di sinistra e di centro ha potuto governare questo Paese senza scendere a patti con questo blocco di potere, la cosiddetta borghesia mafiosa”. Anche Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, interviene sull’argomento stragi “Si nasconde la storia della stagione stragista nella quale è nata la cosiddetta seconda repubblica”, “Nella sua storia il nostro Paese è stato condizionato dallo stragismo e dai delitti politici. Un Paese caratterizzato dall’irredimibilità della propria classe dirigente che mostra un’inclinazione a delinquere ed una grande capacità di auto-assolversi, tanto da riuscire a mettere in piedi processi legalizzanti delle stesse condotte illecite”.

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, chiede che venga fatta giustizia piena sulle stragi e afferma che quei “colletti sono sporchi di sangue”. Si tratta di affermazioni gravissime rilasciate dai più importanti magistrati antimafia italiani. Denunce che non trovano alcuna diffusione mediatica. Il controllo politico dell’informazione impone il silenzio.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares