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Clima: un futuro di catastrofi all’orizzonte...

L'altra mattina al Tg1 è stata data una notizia, una di quelle che da un lato non vorremmo mai ascoltare né leggere e che dall’altra avremmo voluto sapere prima. La Banca Mondiale ha diramato uno studio attraverso il quale si dà per scontato che, nei prossimi cinquant’anni circa, la temperatura globale sul pianeta dovrebbe salire di circa 4° centigradi.

Una bomba. In tutti i sensi. Se si pensa che, basta già l’aumento di un solo grado a scatenare eventi naturali avversi di vario tipo che metterebbero a serio rischio i territori ma anche in molti casi, l’incolumità delle popolazioni.

L’annoso dibattito sul clima, che vede protagoniste tutte le nazioni del pianeta, è un affare pesante e particolarmente ostico. Trattati e protocolli per mettere in atto strategie a salvaguardia del clima e di conseguenza del pianeta e delle popolazioni, sono costantemente disattesi.

Persino le nazioni che ratificano tali trattati e protocolli - come ad esempio il protocollo di Kyoto - datato, pensate, 1991 – una volta apposta la firma sul documento, dimenticano immediatamente ogni tipo di accordo internazionale. Quando si tratta di ambiente a quanto pare, nessuno è davvero interessato a fare qualcosa di concreto. Costa troppo – dicono – mettere in sicurezza l’ambiente. Come se le catastrofi che già si annunciano e gli effetti sulle popolazioni non costassero in tutti i sensi ben più del denaro che dovrebbe essere messo a disposizione per mettersi nella condizione di salvaguardare per quanto possibile la tirannia di un ambiente che noi stessi abbiamo deviato.

Siamo in penuria di tutto. Scarseggiano le risorse energetiche (e non facciamo ancora partire lo sfruttamento delle risorse energetiche ecologiche). Scarseggiano le risorse alimentari e scarseggeranno ancor più con l’innalzamento della temperatura. Scarseggia molto anche, un criterio generale volto al benessere piuttosto che al maggior aumento di probabili sciagure scaturite dalla pessima gestione di territori, ambiente e sfruttamento di risorse energetiche che negli anni, hanno alimentato un sistema di inquinamento che ha ammalato, stordito, intossicato persone, territori e senso critico.

È ovvio che queste informazioni circolino ampiamente negli ambienti istituzionali di ogni nazione. È meno ovvio che di queste informazioni si rendano orfane le popolazioni. E non si dica che si tende sempre a non creare “procurato allarme” perché se tutti fossimo stati messi nella condizione di sapere, di capire, di essere messi in grado si fare le cose giuste, oggi probabilmente non saremmo all’allarme rosso.

Le conquiste dell’uomo sono nulla di fronte al disfacimento planetario che queste stesse conquiste hanno generato. Se il tempo ora è poco, se poco si potrà fare per salvarci tutti, chiediamoci per quale motivo solo oggi veniamo messi al corrente di una catastrofe che ci sta già facendo vedere i suoi effetti. Zanzare e mosche in Novembre inoltrato. Le rose sbocciano ormai ogni mese dell’anno. Il caldo prolungato fa già comprendere a tutti come si sia già andati oltre. Oltre la speranza che su questa terra un giorno, possa ancora dominare un essere chiamato umano.

Abbiamo sfruttato lo sfruttabile, scavato ampie ferite sulla Terra, bestemmiato sempre contro la logica, voltato le spalle agli effetti già tangibili di questo conto salatissimo che l’ambiente ora ci impone di pagare.

A cosa serve evolversi se la soluzione di salvezza forse, sarà l’involuzione in ogni senso?

A cosa può essere servito lo sviluppo energetico ed industriale senza mai badare agli effetti secondari?


È come prendere qualsiasi tipo di medicina senza mai leggere il bugiardino per tentare di comprendere gli effetti del principio attivo sul male ma anche gli effetti collaterali che esso invariabilmente promette. Eppure, se si tratta di medicine, corriamo tutti a leggere le istruzioni e gli effetti collaterali. Quando si tratta di ambiente, sembra sempre essere un tema che non ci riguarda. Un tema “altro” da noi. Da tutti noi.

Se le popolazioni del mondo, avessero affrontato il tema del clima in tempo utile, costringendo le nazioni a porre rimedi ben prima delle catastrofi che già si annunciano, forse oggi leggeremmo altri dati, altre notizie.

Come sempre, bisogna riconoscere che la collusione malefica che si crea fra popolazioni indifferenti e istituzioni che non fanno nulla per intraprendere quei passi, quelle strategie, quei progetti che mirino a migliorare l’ecosistema, è il detonatore di ciò che di peggio poi sarà necessario affrontare.

Siamo andati oltre. Non si può più tornare indietro nel tentativo di mettere qualche pezza a colori sui danni arrecati all’ambiente. Assisteremo a tsunami, tempeste, scioglimento dei grandi ghiacciai, innalzamento dei livelli degli oceani… Senza più poter far nulla. Sperando ogni volta, di non esserne vittime. Si salvi chi può…

Banca Mondiale: il sito
Leggi anche:

Clima: 4° gradi di separazione da un futuro bollente” Fonte: rinnovabili.it

“Gli effetti del Climate Change sono visibili già oggi: i ghiacci artici hanno raggiunto un minimo record nel mese di settembre, e le ondate di calore estremo e di siccità negli ultimi dieci anni hanno colpito paesi come gli Stati Uniti e la Russia più spesso di quanto ci si aspetterebbe dai documenti storici. E se la temperatura dovesse aumentare di 4°, spiega il rapporto, le condizioni climatiche estreme diventerebbero la “nuova normalità”. Una possibilità quanto mai vicina anche se tutti i paesi rispettassero gli impegni presi oggi per ridurre le emissioni di gas serra”.

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Banca Mondiale: effetti devastanti dai cambiamenti climatici” (RaiNews24.it)

Nel 2060 la temperatura della Terra sara' di quattro gradi centigradi piu' alta. E questo sara' un "cataclisma" per i paesi poveri. A lanciare l'allarme e' la Banca mondiale (Bm), sottolineando che l'aumento sara' superiore al livello di guardia massimo delle comunita' internazionale.

Una temperatura di quattro gradi piu' alta causera' ondate di calore estremo, una flessione delle scorte alimentari e un aumento del livello del mare che mettera' a rischio milioni di persone.

 

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