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Cina, attivista in gravi condizioni di salute. Amnesty a Pechino: “Liberatela!”

Su Changlan, 45 anni, attivista per i diritti delle contadine e sostenitrice del movimento per la democrazia di Hong Kong, versa in condizioni di salute sempre più gravi a causa dell’ipertiroidismo e di disturbi cardiaci, fiaccata da ormai quasi cinque anni di privazione della libertà e di cure mediche inadeguate.

Arrestata alla fine di ottobre del 2014, il 31 marzo di quest’anno – dopo quasi due anni e mezzi di detenzione preventiva – Su Changlan è stata condannata a tre anni di carcere per “incitamento a sovvertire i poteri dello stato”, usando i social media per diffondere voci infondate e diffamatorie e per ripubblicare articoli contenenti critiche al sistema socialista.

Le condizioni del carcere di Foshan, dove sta scontando la pena, sono incompatibili col suo stato di salute.

Secondo il suo avvocato, Su Changlan è detenuta in una cella di circa 80 metri quadri che ospita da 50 a 70 prigioniere. I servizi igienico-sanitari sono del tutto inadeguati e le cure mediche insufficienti.

E dire che, tenendo conto del periodo già trascorso in detenzione preventiva, a Su Changlan potrebbe mancare poco tempo per terminare di scontare la pena. Ciò nonostante, finora le autorità cinesi hanno rifiutato di disporre la scarcerazione per motivi di salute.

Amnesty International ha scritto a Guo Shengkun, ministro della Giustizia di Pechino, sollecitandolo a prendere quel provvedimento. Non c’è altro tempo da perdere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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