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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Ciao Gianmaria Testa, lampo di Amore e Musica

Ciao Gianmaria Testa, lampo di Amore e Musica

Quando ho letto che non c'eri più, Gianmaria, è come quando appresi che un mio grande amore era sparito in una notte, prima di venire a trovarmi e c'eravamo sentiti per telefono solo qualche ora prima.

Questa volta la notizia della tua scomparsa l'ho avuta "dando l' amicizia " a un nuovo amico su Fb, un giorno come tanti... Mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi perché chi canta e scrive poesia come tu hai composto ed eseguito,vive per dare emozioni e amore e purtroppo l'Italia ti ha ben poco apprezzato e seguito, te del 1958, figlio di contadini e ferroviere fino a circa 11 anni fa...

Eppure lo sapevamo anche noi: "Ma oggi che era un giorno come tanti hai preso le mie mani e poi le hai messe sui tuoi fianchi e io che ballare non l'ho fatto proprio mai mi sono perduto in un valzer che gira per noi."

Il 22 marzo su FB #‎MessaggiodelloStaff‬ riportava: "Mi accingo a scrivere appena dopo le stragi di Parigi a Charlie Hebdo e in Nigeria. Altre stragi ci sono state, altre ce ne saranno, altre ancora le abbiamo fatte noi occidentali per secoli, fino al presente. Non può andare così, ma va così. Non c'è un senso e non so cosa dire se non che un Dio, qualunque Dio, non merita che il Suo Nome venga associato a dei morti ammazzati, non nel 2015".

Così comincia la postfazione di "Da questa parte del mare", il libro a firma di Gianmaria Testa che uscirà con Giulio Einaudi Editore il 19 aprile prossimo.Oggi, più che mai, attuale.

Non saprei da che parte cominciare e quale video far conoscere a chi non sa nulla di Gianmaria Testa e sono tanti: "lasciano tracce impercettibili, le traiettorie delle mongolfiere e l'uomo che sorveglia il cielo non scioglie la matassa del volo e non distingue più l'inizio di quando sono partite... sopra gli ormeggi e la zavorra sono partite..." 

Poi fu la Francia, dove ancora vivono i miei figli, apprendere di come avevi raccontato Jean Claude Izzo e Marsiglia, che tanto amo. La Francia, si, sei uno chansonnier, uno di quelli che ti vestono con una carezza: "italiano, italianissimo, vive nelle Langhe in Piemonte, eppure c’è voluta la Francia per scoprirlo".

Avevi solo 57 anni "ma a certe nostre sere hanno un colore che non sapresti dire, sospese fra l'azzurro e l'amaranto e vibrano di un ritmo lento, lento e noi che le stiamo ad aspettare, noi le sappiamo prigioniere come le onde del mare, come le stelle del mare, non le possiamo liberare come le onde dal mare, come le stelle dal mare".

Ho trovato una tua intervista rilasciata nel maggio del 2015 che riporto tutta, alla fine dicevi che saresti tornato. Non sei mai partito Gianmaria, sei qui. Grazie.

E metto ad alto volume, anche se a te non piaceva strillare ("Vi prego, non urlate… non riesco a suonare così. Io non sono un urlatore"). "Sì ma la vita è un attimo, e ci passa sui piedi e poi tutto diventa un ricordo, un lampo negli occhi. La cerchi e non la trovi più"

 

Doriana Goracci

 
"Per molti mesi non ho detto niente perché avevo paura di rompere le scatole alla gente. Ho pudore a parlare di me. Non avevo mai messo in preventivo di diventare famoso. A parte suonare e cantare, non ho mai fatto niente per diventarlo. Ma devo prenderne atto: sono un personaggio pubblico. In molti si chiedono dove sono finito, perché non faccio più concerti. Su internet corrono le voci, si sa come è internet, dicono che sono morto, che ho avuto un ictus, che sono nascosto in una casa di cura. Sono anche affettuosi, capisco che mi cercano, che vogliono sapere di me. E alla fine mi sono reso conto che è meglio raccontare, è meglio spiegare. Ho un tumore, l'ho scoperto ai primi di gennaio. Non è operabile. Ho fatto cinque cicli di chemioterapia, il tumore si è molto ridotto. Ma i medici mi hanno detto che nei prossimi mesi devo annullare ogni altro impegno che non sia curarmi. Avere cura di me. Ed è quello che sto facendo.Un'esperienza che ha sconvolto le scalette, ridefinito le priorità, ma che al musicista non fa paura.Ho pensato a tante cose. La prima è che non ho paura. Neanche di notte, che di solito è il momento peggiore. Sono convinto di uscirne, si muore di più di influenza che di tumore, ma questa è una malattia che produce panico, che neanche si nomina, e questo non serve, non aiuta. Non bisogna chiamarlo male incurabile, bisogna nominarlo. E allora la convivenza con il male, con un corpo estraneo, diventa inevitabile e necessaria.Ma si può reagire, si può guarire, e soprattutto si può rimanere pensanti. È così che cerco di fare io, è così che cercano di fare tante altre persone. Quando ho letto le dichiarazioni di Emma Bonino che parlava così serenamente del suo stato, che diceva "io non sono la mia malattia", l'ho ammirata moltissimo. Mi ha rafforzato nell'idea che se il mondo fosse governato da donne, staremmo meglio.Mi mancano i concerti, mi manca moltissimo suonare e cantare. Lo faccio piano, da solo. Di notte, così non do fastidio. Penso molto alla musica e alle canzoni, ci penso continuamente. È come se mi rendessi conto solo adesso che erano parte integrante del mio vivere.Ma stiano tranquilli, perché io lo sono. Io sono tranquillo. Torno. Se il tempo è galantuomo, guarisco e torno."

(dall' intervista a Gianmaria Testa)

VIDEO:

https://www.youtube.com/watch?v=d3eA2bX8H0Y

https://www.youtube.com/watch?v=NFP_GrzWylg

https://www.youtube.com/watch?v=ePEH4Uf1qgQ

https://www.youtube.com/watch?v=yaIrRC_4zaw

 

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