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Chi è "Mendax", alias Julian Assange?

Un Hacker non è un Cracker. E’ fondamentale fare questa distinzione. Per Hacker da decenni si indicato i Pirati Informatici che in effetti sono i misconosciuti Cracker. Craccare un Sistema, significa entrarvi dentro senza esserne l’amministratore e fare un po' di porcate varie, a seconda di chi è il Cracker e della motivazione per cui si decide di sfondare – in pratica – la porta di casa altrui senza essere invitato.

Julian Assange, in arte Mendax è stato un Hacker. Membro di un gruppo internazionale denominato "International Subversives”, la cui traduzione appare chiara: i sovversivi internazionali della Rete. Assange all’epoca – erano gli anni ’80 – scelse con cura il suo pseudonimo rifacendosi ad una frase di Orazio: “magnificamente mendace”. Ovvero: “magnificamente bugiardo”.

Erano anni in cui si parlava di Informatica ad un certo livello solo per quanto riguardava i Sistemi Governativi internazionali, mentre le Masse dovevano accontentarsi di smanettare con antesignani Joystick alla rincorsa di palline bidimensionali su campi verdi che molto si discostavano ancora dalle attuali possibilità creative in materia di giochi per Computers.

All’epoca quindi, chi andava oltre il livello di utente base e si inerpicava nell’esplorazione di qualcosa di totalmente incomprensibile, aveva ottime possibilità di divenire una sorta di Mito. Un Padreterno in grado di comprendere ciò che l’umana comprensione neppure poteva immaginare di striscio.

Ecco quindi Julian Assange, allora conosciuto solo alle cronache australiane e statunitensi per essere riuscito ad entrare – ergo crackare – nel sistema informatico di un’Università di Melbourne ed anche nel sistema del Dipartimento della Difesa americano, divenire in un qualche modo un Mito ed insieme un simbolo di ciò che presto sarebbe avvenuto a livello mondiale: l’incredibile flusso di dati sensibili che passano dall’essere materiali e quindi cartacei ad uno stato del tutto effimero come quello di un file informatico.

Assange dimora per un breve periodo in carcere colpito da ben 24 capi di accusa per Crackaggio, anche se le cronache – sbagliando già allora – parlavano di Hackeraggio.

Non finirà gli studi di Matematica e Fisica e nemmeno quelli di Filosofia e Neuroscienze, come da copione di molti ottimi Informatici che probabilmente scelgono ad un tratto la strada della pratica a quella della teoria.

Devono passare diversi anni prima che si Assange si ritrovi qualche traccia. Cosa abbia fatto negli anni. Con chi abbia stretto “amicizie”. Da chi sia stato eventualmente protetto. Chi lo abbia avvicinato per motivazioni che vanno olltre la comprensione di una normale quotidianità, non è dato sapere. Ed è qui che a mio parere, nascerebbe il vero grande scoop.

Chi è davvero Julian Assange?

Al di là di un curriculum facilmente evincibile da tutti sul web, Assange oggi, attraverso lo “scandalo Wikileaks”, riveste un ruolo ed un personaggio ben aderente ai tempi attuali. Da Cracker ed Hacker internazionale, si reinterpreta in Uomo delle intelligence mondiali.

Il progetto Wikileaks, ci riporta al Dicembre 2006, quando attraverso el pagine del sito, il mondo fu messo a conoscenza di un complotto – confermato dalle documentazioni pubblicate – ai danni del Governo Somalo. Ma bisognerà attendere il 2007 per fare di Wikileaks un fenomeno di proporzioni non ancora controllabili. In quell’anno infatti, entrò a far parte dell’organizzazione un volontario che rese disponibile un Software che consente la pubblicazione del tutto anonima di documenti sul web: “Tor” (The Onion Router) facendo sì che il progetto iniziale di Wikileaks – quello di rendere pubblici complotti e segreti di Governi ed Industrie – potesse arricchirsi di files altamente scottanti, garantendo appunto l’anonimato a colore che volessero renderli in qualche modo leggibili alla grande Massa.

Ecco che qui si crea un primo diverbio fra l’Hackeraggio ed il Crackaggio. Perché se da un lato l’hacker è colui che governa in maniera sapiente l’utilizzo dei sistemi informatici, il Cracker ne fa un uso diverso, solitamente con scopi non proprio etici e legali.

Questo fece si che l’idea di base dei fondatori, un gruppo fra giornalisti, scienziati ed attivisti politici, di rendere noti eventi altrimenti tenuti nell’assoluta oscurità, potesse ampliarsi in maniera esponenziale, dando la possibilità a chiunque di mettere a disposizione notizie interne, segreti e misfatti di ogni genere protetti dall’assoluto anonimato.

Si è negli anni di Bush. Della guerra di pace che oltre ad essere un bizzarro e sanguinolento ossimoro porta sulle spalle il sapore di ben altri oscuri segreti. Si è nel periodo in cui un Senatore di colore renderà nota la sua volontà di presentarsi alle elezioni alla presidenza americana. E si è nei primi vagiti di una crisi internazionale di proporzioni macroscopiche, che porterà il mondo intero a sussultare scossone dopo scossone, in una lotta mondiale alla sopravvivenza.

Quali rapporti intessevano in quei mesi Assange alias Mendax e gli altri promotori del portale più discusso del momento? Con chi vennero a stringere patti? A chi proposero di vendere l’incredibile database di segreti internazionali? Con chi erano già in trattativa? Perché se ci pensate, migliaia e migliaia di documentazioni top secret, sono una bella moneta sonante da avere in mano, nella prospettiva di venderla ad un Governo alla ricerca di spunti concreti con cui andare a disturbare altri Governi.

Queste domande – per ora – non hanno risposta certa. E’ un dubbio. Un mio dubbio che voglio condividere. Mettiamo il caso che la Fondazione Wikileaks, attraverso il suo promotore più influente – Julian Assange – inizi trattative ai vertici allo scopo di vendere il proprio preziosissimo database a questo o quel Governo. Mettiamo quindi il caso che Assange entri in contatto con il Governo X ma anche con il Governo Y al fine di vendere al miglior offerente cotanta ghiotta mercanzia. Mettiamo il caso che, uno dei due Governi siano gli USA e l’altro – sempre ipoteticamente – la Russia. Una trattativa lunga, delicata e difficile. Dove magari, per accaparrarsi il malloppo di files, si metta persino in pericolo la vita del mediatore: Julian Assange.

Ecco quindi che alcune cose tornerebbero. Non più Assange in pericolo di arresto per aver prodotto pubblicamente files più o meno segreti. Bensì Assange in pericolo di vita per un qualche Governo che alla trattativa economica preferisca ottenere tutto senza pagare e magari levandosi di mezzo pure il mediatore. Sembra la scena di un film. Ma spesso i Film sono più aderenti alla realtà di qualsiasi eventuale verità.

Cosa fare a questo punto per cautelare da una parte il malloppo e dall’altra la vita? Rendersi pubblico. Uscire allo scoperto alla grande. Manifestarsi pesantemente al mondo, di modo che nessuno più possa perseguitarti e derubarti, di vita e files.

Potrebbe Assange, aver persino “creato dal nulla” la in effetti inverosimile storia dello “stupro”, che se ricordate bene, fu presentata non come uno stupro, bensì come una dimenticanza. Rapporti sessuali senza l’uso del preservativo. Che in una nazione come la Svezia non sarà mai e poi mai considerato reato. In special modo perché le Signore oggetto di dimenticanza erano consenzienti alquanto. E immagino pure consapevoli che qualcosa mancasse all’appello, al momento del coito. Ergo: ridimensioniamo la storia e la motivazione della denuncia per stupro. Perché dico che lo stesso Assange potrebbe aver creato l’idea della denuncia per stupro e conseguente arresto con tanto di rilascio controllato persino da braccialetto elettronico? Perché potrebbe essere uno dei tasselli di una strategia per cautelarsi la vita ed anche un database che a mio parere nasconde veri segreti proprio li dove nessuno guarderebbe.

Tutte le cronache mondiali, hanno quasi riso a crepapelle, dovendo pubblicare “notizie scottanti” come il caratteraccio di Sarkozy o l’abitudine ai festini di Berlusconi. Robaccia. Cose risapute. Dov’è lo scoop? E quindi, tutti alla ricerca ed in attesa di vere e proprie chicche. Segreti segretissimi. Cospirazioni. Complotti. Nessuno che abbia pensato fino ad ora, che le vere informazioni si trovano magari proprio all’interno dei files considerati inutili perché il loro contenuto è risaputo. Chiunque abbia qualche nozione di codici e decriptazioni, può facilmente arrivare alla considerazione che le vere Informazioni vanno ricercate li dove sembra che nulla sia di interesse internazionale.

Lo so, sembra una spy story all’americana. Una di quelle che vai a vedere al cinema coi bambini. Dove papà per 90 minuti ed attraverso le gesta del protagonista, può giocare per un pò a sentirsi 007. Eppure...

Altra cosa su cui riflettere. Ammettendo tutto ciò scritto fino ad ora. Ammettendo che uno dei Governi in trattativa con Wikileaks per l’acquisto dei files sia l’America, ci sarebbe anche da capire e scoprire cosa l’America stia nascondendo al mondo che già non si sappia o che già non si dubiti. Gli Stati Uniti hanno sempre più necessità di ripulire azioni contrarie ai trattati internazionali ed anche a ristabilire una immagine diversa per ciò che riguarda l’annosa guerra in Iraq, contrabbandanta per Guerra di pace, di Democrazia e di formazione militare. Ecco quindi che il cerchio si chiuderebbe in maniera concreta e motivata.

Sta di fatto che qualsiasi illazione è possibile. Nessuna è comprovabile. Aspettando tutti di poter vedere un pò più chiara una situazione che potrebbe nascondere ben altro da ciò che viene urlato a livello internazioanle, vi “regalo” un link particolarissimo: all’interno di questo file criptato, potrebbero esserci le rivelazioni che Assange fino ad ora non ha reso pubbliche. Questo file è stato messo online allo scopo di assicurare ad Assange, in caso gli accada qualcosa (...) di rendere pubblica la chiave per l’apertura del file stesso. Conservatelo in una cartella del vostro Pc. Non si sa mai.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.175) 20 dicembre 2010 11:26
    Damiano Mazzotti


    Molto interessante...

    Potrebbe essere un doppiogiochista dei servizi inglesi che come freelance si fa usare per usare i mendia...

    Capiremo meglio da come si muoverà con le banche... Infatti potrebbe essere al servizio del mondo della finanza londinese e delle banche d’affari private che hanno truffato tutto il mondo con i derivati...

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.191) 20 dicembre 2010 11:39
    Emilia Urso Anfuso

    E’ una delle cose che ho ipotizzato anche io.
    EAU

  • Di Mazzetta (---.---.---.222) 20 dicembre 2010 21:02
    Mazzetta

    se mi posso permettere, trovo il pezzo allucinante

    se scrivi:" Quali rapporti intessevano in quei mesi Assange alias Mendax e gli altri promotori del portale più discusso del momento? Con chi vennero a stringere patti? A chi proposero di vendere l’incredibile database di segreti internazionali? Con chi erano già in trattativa? Perché se ci pensate, migliaia e migliaia di documentazioni top secret, sono una bella moneta sonante da avere in mano, nella prospettiva di venderla ad un Governo alla ricerca di spunti concreti con cui andare a disturbare altri Governi."

    ...senza avere il minimo riscontro a supporto di questa tua fantasia fai un pessimo servizio. Tutto il pezzo mi sembra molto carico nel toni e fondato su presupposti infondati o non verificabili

    ridurre quello che è successo dopo a "Cose risapute. Dov’è lo scoop?" è ridicolo, io che i cable li leggo e seguo da anni quello che succede a Washington ho già messo da parte qualche decina di informazioni pesantissime, il fatto che tu non le abbia notate o i tg non li abbiano trasmesse non ti autorizza ad affermazioni del genere, che in sostanza sono disinformazione

    ecco, questo articolo più che informare disinforma, perché "pensa" assurdità, come quella dei codici nascosti nel testo in chiaro dei cable, che è bene ricordare non sono messaggi "segreti" e sono solo i cable dalle ambasciate, non certo messaggi di CIA o FBI o del DOD
  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.19) 21 dicembre 2010 09:32
    Emilia Urso Anfuso

    Mi fa piacere che Lei lo trovi allucinante.
    Il buon giornalismo si fonda sullo scambio di idee.
    Idee che non possono essere abbracciate da tutti.
    Le auguro una buona giornata
    EAU

  • Di Franco Albertarelli (---.---.---.198) 25 dicembre 2010 18:29
    Franco Albertarelli

    A me sembra che lei abbia letto un po’ troppi romanzi noir e di spionaggio. Mi sembra anche di aver capito che Assange si è tutelato in una maniera molto più afficace, della sua contorta ed improbabile ipotesi. Se non sbaglio Assange ha detto di avere affidato i files ad alcune persone che hanno il compito di renderli pubblici se dovesse accadergli.... Spero che capisca che dei "segreti" a disposizione di tutti, cessano di essere segreti e non hanno più valore per nessuno.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.116) 25 dicembre 2010 18:53
    Emilia Urso Anfuso

    Oltre che leggerne, ne ho scritti un paio.
    Il pacchetto files di cui parla, lo troVa alla fine del mio articolo
    Lo conservi, se Le aggrada
    Buon Natale

    p.s. Se non l’avesse gà fatto, legga qualche buon tomo di decriptaggio dati. E’ una lettura appassionante

  • Di paolo (---.---.---.102) 26 dicembre 2010 23:18

    Cara Emilia 


    Bell’articolo indubbiamente,complimenti . Da cracker infatti deriva il termine "craccare" che significa aggirare le protezioni che impediscono l’uso illegale di un programma (più genericamente un file ).Il fenomeno è diffusissimo tra gli "smanettoni" del computer e nulla e nessuno può salvarsi .
    Detto questo veniamo al succo del tuo articolo e alla tua ipotesi suggestiva .
    Il vero scoop non è tanto nel contenuto dei file , almeno per quello che è emerso finora, ma nel fatto che la superpotenza americana non riesce a chiudere ermeticamente i suoi archivi segreti . Ciò determinerà uno sconvolgimento dei sistemi di scambio informatici e ti assicuro che sarà un problema serissimo da risolvere per tutte le diplomazie del mondo. 
    La tua ipotesi di autodenuncia , per quanto suggestiva , mi sembra un tantino debolina . Ormai Assange aveva spruzzato in tutte le direzioni e i controlli dei media di tutto il mondo erano su di lui , che bisogno aveva di inventarsi la storia che lo ha portato all’arresto? E poi stupro ? D’accordo stupro fasullo , ma insomma... . Direi che è più credibile invece l’ipotesi che prima o poi qualcuno volesse agganciarlo per poi poterne controllare i movimenti .Non andrei oltre.

    paolo
  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.50) 27 dicembre 2010 10:18
    Emilia Urso Anfuso

    Il Suo commento è costruttivo e La ringrazio.
    Nel mio articolo ho voluto solo spingere il lettore a riflettere su altre possibilità, in maniera prosmatica
    Sull’ipotesi di strategia da parte di Assange per quanto riguarda il suo arresto, ho solo considerato l’inadeguatezza della ragione dello stesso arresto, dove - palesemente - non si ravvisa alcun reato, visto che in alcune occasioni le dichiarazioni parlavano di "mancato utilizzo di preservativo" e non di stupro che è ben altra cosa
    Ad ogni modo, ho piacere che in effetti sia giunta al mio desiderio di discussione aperta su questo tema
    Le auguro una buona giornata
    EAU

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