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Che viva Francesco!

Papa Francesco: “No ad una economia della esclusione e dell’iniquità, questa economia uccide

Santo subito!

In questa realtà globale dove trionfano notizie false, manipolate, omissioni, inventate, comprate, costruite a tavolino per poter sostenere una guerra (come nel caso delle armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein), le parole semplici e nette di Papa Francesco ci riportano prepotentemente nella realtà, togliendo l’alibi a tutti coloro, credenti e non credenti, che si rifugiano nel disimpegno, nel fatalismo, nella rassegnazione.

In questo scenario la prima categoria che corre l’obbligo mettere sotto accusa è quella dei proprietari di TV e giornali, economicamente quasi sempre in perdita, che insieme ai cosiddetti giornalisti, in regime di monopolio, costruiscono ogni giorno il “pensiero unico”, sempre teso a sostenere, contro ogni evidenza dei fatti, che l’economia multinazionale capitalista globale è l’unica ed inevitabile forma dei rapporti economici tra gli uomini, che il mercato è l’unico possibile regolatore di questi rapporti, e che il comunismo, come alternativa non ha funzionato.

L’economia e la politica, dove la seconda è al servizio della prima, senza l’appoggio invasivo ed asfissiante dei media, non reggerebbero una sola settimana se la semplice e pura verità dei fatti fosse diffusa nella stessa misura. Infatti l’editoria è sostenuta dal denaro pubblico che i politicanti decidono di elargire invece di spenderli nei servizi sociali, per la cittadinanza, che così paga le tasse per essere imbrogliata e presa per i fondelli.

“Questa economia uccide”, verissimo! Ma guarda caso il sistema feroce della disinformazione mette in risalto solo fatti di cronaca, sviscerandoli per mesi, mentre non si dice mai che sono feroci e consapevoli assassini quegli industriali che affidano alla camorra i propri rifiuti tossici, ben sapendo che queste operazioni creano tumori, inquinamento irreversibile delle falde acquifere, e creano fenomeni come la “terra dei fuochi” che è la peste dei nostri tempi.

Cosa vi è di più abbietto di questo comparaggio tra stampa, industriali e camorristi, che significa uccidere con indifferenza cinica uomini e natura in none del dio denaro.

Con veri gradi di intensità criminale si vedono comportamenti di datori di lavoro quando si mette sul piatto della bilancia la sicurezza, la salute degli operai e dell’ambiente e i maggiori profitti. State sicuri che la maggioranza sceglierà sempre i profitti, ben sapendo che si decide della vita o della morte di esseri umani, e non si tratta di incidenti inevitabili o imprevedibili.

“No ad una economia della esclusione” dice Francesco, ma conoscendo chi ha in mano l’economia e tutto il resto, non vi è alcuna speranza di cambiamento, se non quello di una buona politica che imponga un reddito di cittadinanza per tutti i disoccupati e la diminuzione dell’orario di lavoro per tutti a quattro ore giornaliere, creando così le condizioni per la piena occupazione.

Questa economia globale premia solo i più forti, premia le multinazionali che hanno dietro alleanze militari potenti, crea crisi, guerre, disoccupazione, precarietà, riduzione dei diritti e delle tutele, sostenendo che o si fa così o si chiude, con il brillante risultato che l’1% della popolazione mondiale è più ricco dell’insieme del restante 99%.

Il comunismo è fallito perché trattava gli operai peggio di quello che fanno i capitalisti, ma il capitalismo è anche esso fallito, ci lascia la terra inquinata, con mutamenti climatici già disastrosi, dove il cibo arriva agli obesi e non agli affamati, dove si spende più per le armi che per i bisogni primari degli uomini.

Per avere una conferma che le notizie vere, quelle che ti informano e poi dai un giudizio con la tua testa, non hanno spazio nella editoria del pensiero unico, basterebbe sapere che sulla attualissima guerra in Ucraina pesano in modo decisivo gli interessi delle tre principali multinazionali americane dell’agroalimentare (Monsanto, Cargil, Du Pont) che hanno fatto massicci investimenti in Ucraina acquistando grandi estensioni di fertili terreni agricoli, interessi che hanno determinato il colpo di stato politico in Ucraina e creato le condizioni di una rottura tra l’Europa e la Russia.

E’ un teorema che si ripete, dimostra come funziona il mondo. Almeno non parliamo di democrazia!

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