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Centenario "presa" di Gorizia. Ignorato a livello nazionale ed anche da tanti goriziani

 

Non voglio qui affermare e ricordare concetti che dovrebbero oramai essere ben noti. Ben noti dovrebbero essere i migliaia di morti, italiani ed austriaci, nel caldo agosto del 1916 per la battaglia di Gorizia, ben noti dovrebbero essere i ricordi di una città letteralmente distrutta, e che ha accolto le truppe italiane in un deserto vero e proprio.

Ben noto dovrebbe essere che l'interventismo è stata la madre del fascismo, così come ben noto dovrebbe essere che nazionalismo e militarismo, sono l'opposto del patriottismo e solo male all'Italia ed a Gorizia hanno fatto. Voglio qui porre l'attenzione sul fatto che quello che doveva essere l'evento degli eventi, per quanto riguarda la prima guerra mondilale e non solo, è stato praticamente ignorato a livello nazionale. Qualche trafiletto dell'ANSA, una riflessione sul sito dell'Espresso, diversi articoli su siti fascisti, qualche riflessione su siti di sinistra, buona attenzione dalla stampa locale.

Così come è stato ignorato a livello istituzionale dal punto di vista nazionale. E' dovuto addirittura andare a Roma il Sindaco di Gorizia per portare un dono per il centenario della prima presa di Gorizia al nostro Presidente della Repubblica. In questi giorni, 8 e 9 agosto, a Gorizia vi dovevano essere non alcune delegazioni, ma le massime autorità dello Stato. Visto il prezzo pagato per conquistare una città, che poi è stata praticamente dimenticata. Vista tutta la propaganda che per anni è stata fatta su Gorizia, e la sua importanza per l'unità d'Italia. Invece nulla di tutto ciò è avvenuto. Il centenario della prima presa di Gorizia, che ha visto sventolare il tricolore in Piazza della Vittoria, con l'arrivo di paracadutisti, ed una scarsa partecipazione di goriziani, circa 2000 riporta la stampa locale, è stato un fallimento clamoroso. Un fallimento per la storia, un fallimento per la memoria delle vittime tutte, un fallimento per la Gorizia d'Italia, ora santa ora maledetta. In sostanza tale evento si è ridotto ad una banale commemorazione di estrema periferia. Poveri giovani, povere vite spezzate, che hanno dovuto seguire i loro comandanti, con ordini criminali, per incontrare una violenta morte, per sottrarre un fazzoletto di terra al nemico di sempre, un fazzoletto di terra bagnato di sangue, un fazzoletto di terra che a causa di politiche vigliacche nazionalistiche e fasciste ha perso tutto per diventare il nulla.

Marco Barone

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