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Catania, giornalista allontanato dal corteo

Solidarietà al cronista di “Live Sicilia”, allontanato dal corteo di protesta organizzato per dire no all’austerity. 

Nei mesi scorsi avevamo espresso la nostra solidarietà a Filippo Rossi, direttore artistico della manifestazione culturale viterbese “Caffeina”, aggredito da alcuni militanti di estrema destra. Qualche mese dopo ci troviamo costretti a dover raccontare nuovamente un episodio di intolleranza perpetrato ai danni di un collega, benché questa volta l’aggressione è stata subita unicamente sul piano verbale.

Centro di Catania: anche ai piedi dell’Etna si protesta per le misure di austerity imposte dal potere finanziario che sta stritolando la classe media, da Atene all’Algarve, da Pantelleria a Madrid. Nei cortei trovano posto docenti e studenti, testimoni di una scuola sempre più malridotta. Ci sono i dipendenti Aligrup, quelli della Windjet, gli operai dell’ Etna Valley che temono la chiusura di altri stabilimenti nella zona industriale di Catania. Ci sono i sindacati, i partiti della sinistra più vera, quella vicina ai lavoratori. E c’è anche chi cerca di fare l’informazione, quella vera che si raccoglie dalle voci dei protagonisti.

Fernando Adonia, trendaduenne collaboratore precario di “Live Sicilia”, partecipa alla manifestazione: non con l’intenzione di far politica, ma con quella di farne una cronaca attendibile e puntuale da rivolgere ai lettori del quotidiano online per cui lavora.

Avrebbe voluto rivolgere qualche domanda presidente provinciale di Rifondazione Comunista Pierpaolo Montalto, candidato alle ultime elezioni regionali: è il suo lavoro, quello di fare domande a chi si occupa di politica attivamente.

Ma attorno al cronista della testata locale si forma un capannello di manifestanti, probabilmente ex occupanti del centro sociale Experia, che allontana Adonia dalla manifestazione: le domande rivolte erano forse inopportune? O è stata forse la mancanza di argomenti che rende inopportuni gli interlocutori? La motivazione addotta sarebbe una vecchia militanza nelle fila della destra catanese che il blogger non ha mai negato. Il paradosso è che, proprio chi propugna la libertà e la democrazia come argomento cardine del proprio discorso politico, preferisca apostrofare con insulti e con la regola degli “ismi” chiunque la pensi diversamente.

Le forze dell’ordine impediscono che la situazione degeneri, Adonia è costretto ad abbandonare il corteo che inneggia alla democrazia ma tende a reprimere, con modi squadristi, chi si adopera affinché si realizzi la pluralità dell’informazione di cui Catania ha bisogno.

Siamo certi e speriamo che non tutta la sinistra potrà condividere quanto accaduto, nella speranza che si riesca a fare chiaramente una differenza tra il fare politica ed il fare informazione.

Affinché questo accada è indispensabile superare le divisioni ideologiche, retaggio di un passato inidoneo ad essere coniugato nel (tenebroso) futuro che ci attende.

Al collega Adonia va tutta la nostra solidarietà.

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