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Caso Rodotà: parte l’assalto mediatico di Forza Italia 2.0

La nascita di Forza Italia 2.0 parte con l'abbrivio di sempre, attacchi personali allo scopo di denigrare, disinformazione e strumentalizzazione per preparare il terreno idoneo in vista delle prossime elezioni politiche.

Sia nel video messaggio registrato che in occasione della inaugurazione della nuova sede di Forza Italia 2.0, Silvio Berlusconi è stato chiaririssimo nel chiedere uno sforzo straordinario a tutto "il popolo azzurro". Una chiamata alle armi in perfetto stile berluschese per contrastare il pericolo "rosso", ovvero ergersi a baluardo insormontabile a difesa dei valori della libertà e della democrazia, minacciati dalla "sinistra" e da magistrati golpisti.

Dichiarazioni al limite dell'eversione fatte da un pregiudicato che si autocelebra con nuovi simbolismi, per raccontarci una storia trita e ritrita, consumata dal tempo e con lo scopo di sempre: raccogliere attorno a sé il popolo dei fantomatici "dieci milioni di elettori" per tentare di immunizzarsi dai suoi guai giudiziari. Insomma il consenso elettorale eretto a scudo personale. E allora via con le parole d'ordine a scatenare le sue bocche da fuoco mediatiche per creare il clima psicologico di scontro che serve a scomporre gli italiani in due schieramenti l'un contro l'altro armati. Parole gravi ed insensate pronunciate da un delinquente che non vuole prendere atto che la sua "storia italiana" è giunta ormai al capolinea, che non intende rassegnarsi al destino e ringhia come un cane rabbioso tutta la sua rabbia contro un epilogo che, evidentemente, non aveva messo in conto. Attorno a lui si sono stretti i suoi giannizzeri di sempre, legati in un sodalizio d'amore e di interessi, e si comincia a a ballare, ogni spunto deve servire alla causa. Infatti...

Dal carcere di Catanzaro, due detenuti appartenenti al nucleo Nuove Brigate Rosse, Alfredo D'Avanzo e Vincenzi Sisi, riescono a far filtrare un pizzino con il quale simpatizzano con il movimento No TAV, invitando gli aderenti ad un salto di qualità politico, chiaro tentativo di attizzare ulteriori incendi in Valsusa. Invito che poi verrà decisamente rifiutato dal portavoce del movimento Alberto Perino: "Nulla a che fare con loro ".

Stefano Rodotà esprime un suo parere sulla vicenda: "Atti come la lettera delle nuove Brigate rosse sono deprecabili ma comprensibili e non devono contribuire... ecc ". Parole chiare: "deprecabili ", ovvero da condannare, "comprensibili", perché sappiamo da chi provengono. Quindi dov'è l'inghippo?

Ce lo spiega il giornale di famiglia (Il Giornale) dei Berlusconi con la solita strumentalizzazione, ecco il titolo del pezzo, a probabile firma del direttore Alessandro Sallusti (un nome, una garanzia): "Rodotà: le parole delle BR? Comprensibili . E i grillini lo volevano mandare al Colle... " . E' sparita la parola "deprecabili" e allora via col fango: "Cattive lingue per pessime orecchie (...) l'illustre costituzionalista, il raffinato intellettuale, il politico che, durante una delle temporanee infuatuazioni di una parte della sinistra e dei grillini, per un soffio non è finito al Quirinale ".

Subito il vicepremier Angelino Alfano si scatena sui media: "Le parole di Rodotà sono gravissime, inquietanti. Le condanno duramente, mi auguro che Rodotà le rettifichi ". La rettifica di Rodotà arriva puntuale a spiegare al ministro il significato della parola "deprecabile" (sparita dal contesto) e "comprensibile" che ovviamente però richiede comprensione da chi evidentemente non intende o non vuole intendere, pur svolgendo l'incarico prestigioso di vice premier. Insomma una bufera montata in un bicchier d'acqua per lo scopo di sempre, quello di creare un clima di scontro, di contrapposizione di ideali, di presunta difesa dei principi democratici e liberali.

Per non farsi mancare nulla e nell'ottica di un'azione di smerdaggio a tutto tondo, ecco puntuale la solita botta alla magistratura "collusa" con la sinistra. Alessandra Galli, presidente del collegio giudicante della Corte d'Appello di Milano nel processo Mediaset, si è lamentata pubblicamente della indegna pressione esercitata sui giudici dopo la sentenza di condanna a Berlusconi, posti in essere con atti denigratori fuori dai principi di diritto, da parte ovviamente dei soliti noti, ovvero politici e media dell'entourage dell'illustre delinquente.

La sua giustificata esternazione ,probabilmente motivata dall'aver superato i limiti della sopportazione, per Alessandro Sallusti diventa: "Il comizio anti Berlusconi della toga del processo Mediaset ". Notare il termine "toga", diminutivo dispregiativo di magistrato, con anche il sottinteso "rossa ". E qui si dovrebbe riflettere sulle conseguenze della grazia concessa da Napolitano ad un condannato (recidivo) per diffamazione. Quando manca l'esempio, manca l'opera educativa al rispetto delle leggi. E difatti...

A proposito di Giorgio Napolitano, Presidente dalla spiccata indole cerchiobottista ed equilibrista di lungo corso, come non sottolineare la sua totale indifferenza agli attacchi ripetutamente condotti dall'illustre delinquente ad una istituzione, fondamento della Costituzione, quale è la Magistratura. Come è possibile che lui, capo supremo dell'organo giudiziario, non intervenga in modo perentorio e risoluto invece di comunicati "aggiustati", con flebili e generiche, quanto inutili, prese di distanza? Ma dove sarebbero possibili fatti di questo genere e perché tutta questa tolleranza verso un personaggio al di sotto di ogni sospetto quale è Silvio Berlusconi?

I soliti malpensanti dicono che il tutto sia nell'ottica di salvaguardia del governo Letta, fortemente voluto da re Giorgio e probabilmente anche dallo zio del premier, quel Gianni Letta braccio destro di Silvio, celebrato alla stregua di novello Cardinale Mazarino che, malgrado alcune pesanti ombre giudiziarie sul suo conto, si ritiene consigliere molto apprezzato anche da parte del Presidente Napolitano.

C'è da stupirsi? No, nel paese dove un pregiudicato fonda un partito tutto è possibile. E come è possibile che Beppe Grillo non colga la differenza tra il reale pericolo per la democrazia costituito dalle "truppe cammellate" di Berlusconi e i pur inciuceschi piddini che, probabilmente più per loro impotenza che per reale scelta, si sono trovati avvolti nel bozzolo del grande illusionista di Arcore? Non dovrebbe esserci una priorità d'intenti, prima rimuovere l'elemento anormalizzante e poi giocare le proprie carte politiche a tu per tu con chi non ha potuto o saputo contrastare il male assoluto? E perché invece Grillo continua a pescare nel solito laghetto, mentre all'esterno c'è chi sguazza in un mare di merda?

Già, perché?

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.176) 24 settembre 2013 19:54

    Come è possibile che non riesci a capire che Grillo è dieci volte peggio di Berlusconi??

    Non ti appassionare tanto nella difesa di Rodotà, è un membro effettivo della casta dei politici da tempo immemore (anni settanta), ma sempre facendo finta di non farne parte. E’ vissuto di incarichi lautamente retribuiti ottenuti (da PCI, PDS, DS, PD) facendo finta di essere super partes per poi finire a fare il candidato di Grillo e adesso si è posizionato nell’area di sinistra più prossima ai grillini (in attesa di nuovi incarichi ???).

  • Di paolo (---.---.---.128) 24 settembre 2013 21:49

    E come fai tu a non capire che la domanda finale è puramente retorica ?

  • Di (---.---.---.9) 1 ottobre 2013 22:07

    Nessun commento si Martin Schultz che si è permesso di imporci il Governo Letta un governo che continua l’operazione Prodi, svendita di aziende di prestigio agli speculatori internazionali, non saremmo quindi più in grado di esprimere un candidato politico senza gli ordini degli oscuri personaggi che gestiscono questa europa devastante, personaggi che non vengono alla luce ma mostrano i loro servi Monti Draghi.......Letta, Prodi, qualche presidente della repubblica......
    Quand’è che nascere un nuovo movimento di resistenza all’oppressore?.....

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