• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Carcere di Parma, lettera aperta dei detenuti: "Non esistono diritti (...)

Carcere di Parma, lettera aperta dei detenuti: "Non esistono diritti certi"

Ci arrivano dal carcere di Parma due lettere aperte a firma dei detenuti del regime di Alta Sicurezza. 

La notizia di qualche giorno fa è che al carcere di Parma arriveranno altri detenuti, in trasferimento dal carcere di Padova, dove sta chiudendo la sezione AS1 (reati legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso). Qual è il problema? Secondo il Garante per i diritti dei detenuti di Parma, secondo le associazioni e secondo i deputati Sel Paglia e Farina, è che nel carcere emiliano non c'è posto per altri detenuti, in maniera particolare nella sezione AS1.

Il carcere di Parma è composto da 6 sezioni, di cui una AS1 e cinque AS3 (detenuti per reati associativi). La sezione AS1 ospita già 27 detenuti, per una capienza massima di 25, scrivono nella lettera i carcerati della sezione: "Tra gli ospiti qui reclusi, 19 sono ergastolani, i rimanenti 8 scontano condanne ventennali o trentennali. Nel computo dei 27 ci sono persone affette da malattie debilitanti, altri soffrono di problemi psico-fisici-claustrofobici, altri ancora sono studenti universitari, infine ci sono individui con discrete condizioni fisiche".
 
I firmatari della lettera denunciano la quasi totale assenza di attività per i detenuti di questa sezione: gli incontri e le visite avvengono due volte a settimana e l'attività lavorativa solamente una mezza giornata alla settimana. 
"Noi stiamo chiusi in cella 20 ore su 24. Le 4 ore sono assegnate ai passeggi". 
"Ci siamo resi conto che non esistono diritti certi. Tutto quello che riguarda le regole e la sicurezza - nel suo aspetto più ossessivo, non in quello logico - diviene automatismo. Mentre il diritto, le garanzie costituzionali, le regole minime per il trattamento dei detenuti con le quali gli organismi internazionali tutelano l'integrità psicofisica e la dignità dei detenuti sono nei fatti oscurate perché si ritiene più conveniente riempire di antidepressivi piuttosto che riflettere e lavorare sulle cause che li determinano, sulla debolezza etica di certe leggi e delle pratiche che ne derivano e che fanno aumentare il vuoto di responsabilità". 
 
"Le celle sono singole, una scelta molto spesso sostenuta e obbligata da esigenze di salute, patologie psichiatriche e di studio dei detenuti. Queste persone sono quasi tutte ergastolane: chiedere di dividere una cella comprometterebbe quelle garanzie minime che oggi hanno (...) Questa scelta non è condivisibile sotto diversi profili. I trasferimenti non sono ammissibili: il carcere di Parma non può accoglierli", spiega Roberto Cavalieri, Garante comunale per i diritti dei detenuti di Parma (una figura creata dall'amministrazione che serve come punto di informazione e supporto per la popolazione carceraria, ndr) in una lettera aperta
 
A seguito della pubblicazione delle lettere dei detenuti è partita dai deputati Sel Giovanni Paglia e Daniele Farina un'interrogazione al ministro della Giustizia Andrea Orlando. 
 
Al problema dei detenuti di Parma, si aggiunge quello dei detenuti di Padova: “I detenuti partenti dalla sezione AS1 di padova sono oltre 90 e hanno scoperto del loro trasferimento da un momento all’altro: è stata una notizia drammatica. La sezione alta sicurezza del nostro carcere è molto diversa da quelle degli altri: qui alcuni detenuti lavorano anche nella mia redazione, fatto unico. In tanti frequentano l’università o corsi di informatica. Insomma, è una realtà gestita come dovrebbe essere. Improvvisamente, ci è stato comunicato che per razionalizzare sarebbe stata chiusa”, spiega Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, rivista che viene fatta proprio nel carcere di Padova con la collaborazione dei detenuti. Alcuni trasferimenti sono già stati bloccati, mentre qualcuno è già avvenuto. 
 
Foto: Ex OPG Napoli

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità