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 Home page > Tribuna Libera > Canone Rai, cartelle pazze. Lettera al Presidente Mattarella

Canone Rai, cartelle pazze. Lettera al Presidente Mattarella

Come avevo anticipato nel precedente articolo, riporto la lettera che ho inviato l'11 ottobre 2019 al presidente della Repubblica per informarlo su certe assurde fenomenologie annichilenti questa sempre più parodia di Stato.

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Attendo naturalmente la sua risposta, che mi preoccuperò parimenti di pubblicare. Naturalmente, la stessa cosa farò con la decisione che adotterà l'Agenzia delle Entrate di Torino, presso la quale il mio legale ha inoltrato il dovuto ricorso. Vorrei, con mio fratello, sentirmi fiero di essere italiano. Ma dubito che l'incompetente e corrotto ambiente politicante che sta sempre più irreversibilmente degradando la vita sociale di questo “povero paese”, ci consentirà di farlo.

Il cittadino non deve chinare il capo e accettare, ma cercare la strada della verità per farla trionfare non solo nella città, ma nell'orbita più vasta della coscienza umana”.

Aristotele

Signor Presidente,

quella che sono costretto a sottoporLe, è una vicenda dai contorni a dir poco paradossali; anzi, per adottare una terminologia più appropriata, dai contorni caratteristicamente italiani.

Come può evincere dalla allegata documentazione, nei giorni scorsi sono stato destinatario di una comunicazione da parte della Agenzia delle Entrate di Torino, la quale intima a me e a mio fratello Claudio il pagamento del canone di abbonamento alla RAI segnatamente all'anno 2016. Va da sé che, nel futuro, tornerà sicuramente alla carica pretendendo anche il saldo degli anni successivi .

Siccome da parte mia e di mio fratello si è regolarmente provveduto al pagamento di quel balzello, la richiesta in questione ci ha lasciati a dir poco attoniti. Per la verità, eravamo già convinti di essere purtroppo partecipi di uno Stato profondamente degradato sotto il profilo morale, ancor prima che sociale e giuridico; tuttavia, neppure immaginavamo che avesse potuto raschiare il fondo del barile ricorrendo a espedienti volti a frodare flagrantemente il cittadino al solo fine di far cassa.

Per dovere di precisione, è importante rimarcare che, fino al 2015, ero io titolare del canone di abbonamento alla televisione. Lo sono rimasto fino ad allora. Atteso che, a partire dal 2016, essendo stato uniformato il saldo di quel tributo con il pagamento della bolletta elettrica, ed essendo quest'ultima risultante a carico di mio fratello Claudio, si procedette d'ufficio alla commutazione di quel pagamento da me a suo carico. Tutto questo si rileva agevolmente dalla acclusa documentazione.

In questi giorni è però giunta la sorpresa! Una sorpresa tipicamente italiana! La quale vorrebbe che, a fronte di una sola utenza televisiva, si pagassero due distinti canoni di abbonamento: uno io e uno mio fratello! Questo, nonostante entrambi viviamo da sempre nella medesima abitazione che fu dei nostri genitori. Stando a questa aberrante logica, dovremmo forse analogamente pagare due canoni per la fornitura elettrica, per il gas, per l'acqua e per altro? Secondo i burocrati autori di questa pretesa, dovrebbe forse concretizzarsi un simile assurdo morale, ancor prima che logico e giuridico?

Sbigottito da quella a dir poco cervellotica pretesa, con mio fratello, siamo andati alla Agenzia delle Entrate di Avezzano (AQ) per derivarne i necessari chiarimenti. L'impiegata che ci ha ricevuti, con una alienante naturalezza, ha confermato la bontà di quella richiesta. Roba da matti!

Nell'intento di ovviare a questo raggiro istituzionale, siamo stati costretti a rivolgerci a un legale. Con l'onere economico derivantene. Così abbiamo opposto ricorso alla pretesa di questo balzello.

Signor Presidente, non Le nego come questa vicenda ci abbia profondamente delusi. Soprattutto perché è la seconda volta che impattiamo contro grossolani abusi istituzionali. La prima volta risale ad alcuni anni fa, quando assistemmo impotenti all'istituzionale vilipendio di alcuni nostri defunti. Di questo potrà prendere visione dai relativi articoli di stampa risalenti all'epoca dei fatti.

Ora apparirà più chiaro perché io e mio fratello rigettiamo fermamente l'idea di appartenenza a uno stato innatamente vocato alla profanazione dei defunti, oltre che a derubare in maniera tanto dozzinale le persone oneste. Così come concludevo l'articolo relativo alla vicenda dei miei defunti, allo stesso modo mi ripeto nella circostanza in parola: “Una casa senza libri, è una stalla; una Nazione senza diritti civili, è un lager!”. Ora come allora, io e mio fratello ci vergogniamo di essere italiani. Per questo, qualora dovesse confermarsi valida la assurda pretesa avanzata dalla Agenzia delle Entrate, entrambi dovremmo di nuovo vergognarci di essere italiani. In quella esecrabile evenienza, ci vedremmo costretti a restituirLe i nostri certificati elettorali, visto che non intendiamo partecipare a nessun titolo, fatto salvo quanto ci sarà irrogato con la cogenza normativa, alle vicende di una così compassionevole parodia di Stato. Dal momento che, come ricordava J.W. Goethe: “Nessuno è più schiavo di colui che si ritenga libero senza esserlo”.

La ringrazio per l'ospitalità e La saluto cordialmente.

PS: Così come ho fatto finora, mi premurerò di divulgare a mezzo stampa sia questa lettera, sia ogni altro aspetto della avvilente vicenda che ci vede inconsapevoli protagonisti.

 

https://freeskipper.altervista.org/bollette-pazze-due-canoni-tv-per-una-sola-utenza/

https://www.agoravox.it/Bollette-pazze-due-canoni-Tv-per.html

https://www.reportonline.it/Societa/le-istituzioni-e-il-vilipendio-dei-defunti.html

https://www.reportonline.it/Societa/quando-la-legalita-soccombe-alla-legittimita.html

Immagine, da:

https://www.facciabuco.com/post/57057vt4/c-e-posta-per-me-chi-la-manda-maria-de-filippi-no-l-enel-con-il-canone-rai-di-renzi-in-regalo.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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