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Cannabis | Il karma negativo del Crozza-Minniti

Le azioni repressive realizzate nell'ultimo anno nei confronti di consumatori e autoproduttori di cannabis hanno eguagliato in numero quelle degli ultimi dieci anni messi insieme

Dove sono i quintali di coca quotidianamente spacciati nelle piazze italiane? Sempre là dove li potete trovare. Sappiamo benissimo invece dove si trovano le decine di chili di maryhuana reperite nelle azioni di contrasto: nelle stanze blindate dell'esercito italiano. Già sdoganate da molti anni addietro le “modiche quantità” trovate nelle tasche dei ragazzi, che se la cavavano con il “sequestro” della “caccola” o del fiorellino e magari, ma non obbligatoria, con una ramanzina, oggi le stesse quantità rappresentano grave crimine e i possessori subiscono violenza psicologica da parte delle zelanti forze dell'ordine, oltre a multe-sequestri di patente-terapia coatta.

Il tutto condito dal puntuale intervento della stampa.

La stampa ufficiale, cioè quella lottizzata dalle varie correnti divisioniste chiamate volgarmente partiti che rappresentano oggi il governo di questo disgraziato paese... Le quali agenzie di stampa, perché oramai questo è diventato lo stato dell'informazione, italiana e non solo, settimanalmente forniscono panorami agghiaccianti, dal ritrovamento di un pacchetto di cartine durante un controllo stradale, che da solo giustificherebbe la sospensione della patente, fino al nonnetto settaquattrenne montanaro, recentissimamente arrestato, che avrebbe avuto una capacità produttiva di migliaia di chili di droga! Sembra la realizzazione di un piano ben coordinato... A parte la figura meschina che fanno le forze dell'ordine accanendosi troppo spesso anche contro ragazzi e adulti tranquilli e pacifici, lontanissimi da qualsiasi concetto di criminalità intesa come danno al singolo o alla collettività (anche se la retorica proibizionista di poco sapienti personaggi politici in odor di conflitto d'interesse vorrebbe far credere il contrario), c'è solo da fare un piccolo calcolo per arrivare a comprendere la catena di comando: l'appuntato riceve ordini, fa il suo dovere. Il Maresciallo è stato edotto sul modo di comportarsi di fronte a certi reati, comunica al sottoposto le procedure, fa il suo dovere, e tralascio le altre figure intermedie per arrivare a Lui, il responsabile di questa manovra di terrorismo di stato nel confronti della cannabis, il braccio armato del potere (c'è comunque sempre da chiedersi chi lo ha armato, quel braccio): il ministro dell'interno in persona.

Il Crozza-Minniti. Il quale sta accumulando karma negativo a manetta dopo il “suicidio assistito” del giovane sedicenne di Lavagna, fatto che ha rappresentato il culmine di questa indegna campagna terroristica operata da un ministro in odor di totalitarismo ignorante. Si, confermo, indegna e inaccettabile in quanto nasconde la volontà ottusa di schiacciare una cultura che si è formata e ha agito per quasi un cinquantennio incarnando valori meno sudici di quelli che consentono guerre e vendite di armi, distruzioni ecologiche ed esperimenti chimici e nucleari di massa su esseri umani, per citarne solo alcuni. Una Cultura che ha incarnato operosità e dinamismo, ispirata dai miti del rock, oggi ipocritamente ossannati anche da televisioni di soggetti politici e imprenditoriali proibizionisti, solo perché i Rolling Stones & co hanno fatto fare barcate di quattrini ai managers, ai bilanci cittadini, ai bagarini ufficiali; una cultura che ha contrastato le operazioni di annientamento generazionale tentato con l'eroina degli anni '70 e oggi in riemersione, proponendo alternative pratiche che si sono dimostrate vincenti nei campi quali quello agricolo e artigianale, Una generazione che ha resistito a individui come Cossiga, e resisterà a individui come Minniti. Ne sono più che certo.

Commenti all'articolo

  • Di Guelfo Magrini (---.---.---.160) 29 settembre 2017 09:12
    Guelfo Magrini

    Per la cronaca, mi sono limitato a indicare solo due dei campi dove la "rivoluzione pacifica" della generazione della Cannabis ha lasciato segni tangibili nel sistema economico, per la ragione che di questi settori mi sono occupato a lungo a livello giornalistico e fattuale. La realtà è che l’impronta culturale relativa a questo movimento si riscontra in molti altri comparti, quale quello tecnologico, quello informatico e soprattutto quello artistico, compresa la settima arte, quest’ultima davvero emblematica.

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