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 Home page > Tribuna Libera > Cambiare si può. Ma c’è chi dice no....

Cambiare si può. Ma c’è chi dice no....

Sempre più aggressivo e assordante è il coro di coloro che ritengono inevitabile un governo di larghe intese Pd- Pdl- Lista civica.

La scelta di Bersani, quella di tentare la via del cosidetto "governo di cambiamento", appare molto più difficile per non dire perdente in partenza, visto l'atteggiamento di chiusura dei grillini. "Il paese è alle corde e Bersani perde tempo, per ostinazione e per desiderio di affermazione personale" è il refrain che si sente più spesso, a destra, al centro e ultimamente anche a sinistra.

Ma è proprio vero?

Io non lo penso.

Certo, il tempo che si sta impiegando nel tentare di mettere in piedi un governo è inenarrabile.
Grazie ad un sistema elettorale che fa schifo, tra poco saranno passati due mesi dal giorno delle elezioni e ancora siamo lontani anche solo da immaginare chi ci governerà.

Il problema però è un altro.

La condizione comatosa del paese deriva da una situazione di stallo che si è protratta per un tempo infinito.

Interessi contrapposti e veti reciproci hanno impedito in tutti questi anni di intraprendere l'unica strada possibile: quella del cambiamento radicale.

Occorre un salto di paradigma, uno scatto della volontà.
Starei per dire, se non fosse che il termine è già diventato lo slogan di una parte politica, che occorre una "rivoluzione civile".

E vogliamo ottenerla mettendo insieme Bersani e Berlusconi? Ma per favore....

È un'esperienza che abbiamo appena finito di fare. E che si è rivelata fallimentare.

Cosa ha prodotto? Una legge sulle pensioni iniqua, una legge sul mercato del lavoro disastrosa, nuove tasse.



E cosa non è riuscita a produrre? Né una nuova legge elettorale, né provvedimenti seri contro la corruzione e l'evasione fiscale.

Vogliamo il riprodursi di questa situazione di stallo?
Cosa è meglio per il paese? Fare presto e male, ripercorrendo gli errori del passato?

Oppure investire un po' di tempo in più (anche se è poco quello rimasto) per cercare una vera soluzione di cambiamento?

Sul Movimento 5 stelle, naturalmente, incombe una responsabilità gravissima.

Quella di non avere messo sul tavolo le sue richieste di cambiamento.

Ve lo immaginate se in quel famoso streaming quella maestrina arrogante di Roberta Lombardi, invece di fare del sarcasmo, avesse detto: "Ok, noi ci stiamo, a patto che si fermi la Tav in Val di Susa, si taglino le spese per gli armamenti, si risolva subito il problema degli esodati, si faccia una legge elettorale come la vogliono i cittadini, si taglino le province, si taglino i rimborsi elettorali, si avvii una discussione sul reddito di cittadinanza"?

Forse alcune di queste richieste avrebbero messo in difficoltà Bersani (Tav, armamenti, rimborsi, immagino).

Ma certo, facendo queste richieste, il Movimento avrebbe dimostrato in concreto la sua volontà di cambiare lo scenario.

Volontà di cui molti che lo hanno votato con speranza e convinzione cominciano a dubitare.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.111) 13 aprile 2013 11:20

    Perchè dubitarne?? A me sembra una certezza conclamata:


    Il bello/brutto è che Grillo/Casaleggio, al di là dei vari tour, l’hanno sempre affermato e confermato: decrescita felice, referendum anti-euro (sanno benissimo che non si può fare allo stato attuale), comandiamo noi e solo noi, (alla faccia di uno che vale uno) ecc. E’ tutto scritto: verba volant....scripta manent!! 
    Il partito Azienda tipo Predicatori Americani......cosa faccia e perchè non è nella mani nemmeno dei suoi Parlamentari.........
    Enzo 

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