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Calcio sottozero: godiamoci la neve e per una volta, non pensiamo agli interessi

Può un evento meteorologico naturale, mandare in panico un intero sistema calcistico? Sembrerebbe possibile. Tra caos mediatico, difficoltà (apparente) nella gestione delle partite e dichiarazioni polemiche, è evidente, che in Italia, manchi il senso di moderazione, di equilibrio. E’ bastata una forte nevicata, quanto di più naturale a fine gennaio, per scoprire nervi tesi, per portare alla luce una situazione di disorientamento generale con affrettate e maldestre soluzioni immediate. Tutto, troppo eccessivo ed esagerato.

Nell’ultima settimana di gennaio, in tutta la penisola si è registrato un forte abbassamento delle temperature, con fitte nevicate che hanno inevitabilmente creato disagi compromettendo in modo parziale, o anche totale, il regolare svolgimento delle varie attività. Pertanto, al pari delle scuole o di altre infrastrutture quali trasporti, treni e via dicendo, quando appare impossibile intervenire, non si può far altro che fermarsi: le scuole vanno chiuse e anche il calcio, vien da se ricordare che è pur sempre uno spettacolo, e non un obbligo, si blocca.

Nello specifico, c’è un ordine ben preciso che obbliga la sospensione, ed il conseguente rinvio della partita, quando non ci sono condizioni tali da garantire sicurezza agli spettatori. Semplice e chiaro: anche se il campo può essere agibile, tutto ciò che riguarda l’incolumità del tifoso, dagli spalti ghiacciati, dalle temperature proibitive alle difficoltà tecniche per raggiungere lo stadio, dovrebbe essere anteposto a qualsiasi altro interesse.

Eppure si è scatenata una feroce corsa al “rinviare la partita”. In alcuni casi con decisioni assolutamente lecite e corrette (basti pensare ai rinvii di Parma- Juventus, Atalanta – Genoa, Bologna – Fiorentina, Siena – Catania per quanto riguarda la Serie A, e Modena – Albinoleffe e Sampdoria – Empoli per la Serie B), in altri casi evidentemente frettolose e figlie di un disagio e di una difficoltà di gestione, come l’agire dell’Amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, il quale ha chiesto il rinvio di Milan – Napoli (posticipo di domenica prossima), sapendo già che le condizioni meteorologiche potranno essere proibitive.

In mezzo, tante dichiarazioni contrastanti, tra dirigenti che vorrebbero giocare sempre e comunque, altri che scaricano le responsabilità ed altri che malignamente pensano che ci siano sotto altre motivazioni (magari far riposare i giocatori) e poi ancora si è parlato di sospensione dei campionati seguendo altri modelli, estremo bisogno di ricostruire gli stadi, riformare i calendari evitando di dare ai calciatori troppe vacanze, attribuire colpe alle pay-tv per i posticipi. Se iniziassimo a ricostruire gli stadi? Sarebbe un traguardo importantissimo a prescindere, come ha dimostrato la Juventus, ma la legge sugli stadi si è arenata, e per quanto le strutture possano garantire copertura ai settori degli spalti, sfido a giocare comunque una partita come Livorno – Varese, disputata con tormente e raffiche di neve. E se venissero sospesi i campionati come la Germania? I tedeschi convivono con la neve durante tutto l’inverno, da noi sarebbe insensato e comico sospendere intere giornate per sporadiche nevicate.

L’unica soluzione plausibile e sensata, sarebbe quella di adeguare i calendari, evitando gare in notturna durante questi periodi storicamente più freddi, come spiega il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi: “Nel calcio italiano nelle scelte l’aspetto sportivo passa sempre in secondo piano. Anche nei calendari si fanno tanti errori: sarebbe meglio condividere le decisioni con giocatori e allenatore… Gli impegni sono tanti, ma se la Lega parlasse con noi, magari ne uscirebbe una programmazione migliore. Perlomeno non ci sarebbero tante lamentele”

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