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Caccia al Marocchino. Razzismo fuori tempo massimo

Sbatti l’extracomunitario in prima pagina! Dopo l’overdose di Rumeni parte il treno dei Marocchini. Siamo sicuri che si tratti di razzismo?

Le notizie sul “Marocchino pirata della strada” o quelle sul “Marocchino rapitore di minorenni”, con il codazzo di minacce agli extracomunitari al seguito, non sono casi di razzismo.

Il razzismo presuppone un’ideologia di fondo, sulla differenza genetica ed antropologica delle razze umane, con la superiorità di alcune su altre.

Il razzismo sensu stricto è oramai, fra l’altro, anacronistico, perché anche un bambino delle elementari sarebbe in grado di smontarne i presupposti logici.

Si tratta in realtà, da un lato, di giornalismo inetto. Il giornalista, privo delle pur minime capacità proprie del mestiere, inserisce una non-informazione – in questo caso la nazionalità – laddove non è funzionale a comprendere il fatto descritto e a farsene un parere in merito.

È chiaro invece, in mancanza dell’arte necessaria per rendere interessante l’articolo, il bisogno di parlare alla “pancia” dei potenziali lettori, cavalcando paure e bisogni di rassicurazione istintivi – chi commette reati dev'essere il più possibile diverso da me.

Infatti, come possa essere di una qualche rilevanza nella strage di ciclisti il fatto che l’autista del mezzo killer fosse originario del Marocco, piuttosto che della Svizzera o della Patagonia, non ci è dato di sapere.

Se da una parte, però, ci troviamo di fronte ad un giornalismo contemporaneo analfabeta e pigro – che vanta eccellenti rappresentanti nelle maggiori testate nazionali – dall’altra abbiamo la triste risposta della popolazione a questa scellerata composizione delle notizie.

Ma se affermiamo che non di razzismo si tratta, cosa spinge la gente ad ululare minacce contro altri esseri umani che non conosce personalmente ne punto ne poco?

La paura dell’altro, di ciò che è diverso dal “se” – l’omosessuale, l’extra-comunitario - non credo sia ragione sufficiente.

Per quel che mi è dato di capire ci troviamo di fronte ad un fenomeno frequente nello sviluppo della società. Non dissimile da quanto già accadde, ad esempio, quando le donne cominciarono a richiedere il diritto di voto e questo diritto ottennero.

Persone di ogni ceto e livello culturale si lanciavano in linciaggi di genere, nel vano tentativo di fermare con la forza delle urla, degli insulti e della disperazione, il naturale evolversi del mondo intorno a loro.

Anche in questo caso, individui resi ciechi ed ignoranti da una politica volgare e limitata, che incanala scontento e insofferenza verso il nemico del momento, pensano di potersi opporre alla corrente del Tempo. Il flusso di popoli, culture, famiglie, da una parte all'altra del Pianeta, è un fatto fisiologico, legato alla naturale ricerca di benessere da parte di ognuno di noi. Pertanto è inarrestabile.Fra meno di un ventennio, in un Italia multicolore e multiculturale, studenti delle superiori leggeranno negli archivi informatici dei quotidiani, i racconti meschini dei nostri giorni, chiedendosi come fosse possibile che i propri genitori fossero pronti a sfilare nelle strade per cacciare dei concittadini, e domandandosi perplessi: ma che significa “extracomunitario?”.

Commenti all'articolo

  • Di Sergio Bagnoli (---.---.---.250) 9 dicembre 2010 10:45

    Bravo, Sig. Gianfranco! E’ proprio così: come ha sottolineato il Presidente della Repubblica telefonando, per complimentarsi, al Sindaco Locatelli esiste un Nord serio, dove l’integrazione non sta nelle parole o nelle buffonate del " volemose bbene" ma nella concretezza dei fatti. Non a caso gli immigrati più felici sono quelli che abitano al Nord, aggiungendoci solo quelli residenti in Toscana o nelle Marche. Il leghista Locatelli ha insegnato ai Sindaci di altri partiti che cosa vuol dire fare il Sindaco e NON IL CAPOPOPOLO DI UN’INFIMA OSTERIA DI TRASTEVERE! Ovviamente mi riferisco al compagno UOLTER che, l’indomani dell’orribile delitto della signora Reggiani, in televisione accusò in pratica il GOVERNO DELLA ROMANIA di aver aspettato il giorno della piena integrazione europea per inviare in Italia i più tristi assassini, come quello che uccise la signora Reggiani, al solo scopo di liberare il proprio paese dalla delinquenza A SPESE dell’Italia. Per il compagno UOLTER, ai tempi non era solo il Sindaco di Roma ma pure il Segretario nazionale del PD, i romeni erano stupratori, ladri, assassini e " mignotte". Non lo disse ma lo fece capire. Erano i peggiori di tutti, la razza reietta da mandare forse in giro con la famigerata stella gialla cucita addosso. Quel giorno IL PARTITO DEMOCRATICO, perchè quando parla in televisione il Segretario Nazionale parla a nome di tutto il Partito, inaugurò la triste stagione della ROMENOFOBIA che portò culturalmente anni dopo alla tragedia dell’Anagnina. Grazie a quel clima un’innocente badante romena ad Albano si trovò condannata per l’omicidio della vecchietta che assisteva, vecchietta che in realtà era morta d’infarto. Solo dopo tre anni di carcere duro in Appello emerse la verità e la donna fu scarcerata senza nenache troppe scuse. Infatti i giudici che in primo grado la condannarono erano di sinistra ed allora di questo grave errore giudiziario parlò solamente Il Messaggero in cronaca locale. Come si vede il PD NON PUò DISTRIBUIRE LA PATENTE DI RAZZISTA A NESSUNO, ESSENDO LUI PER PRIMO RAZZISTA. ANCHE CHI ODIA UNA SOLA NAZIONALITà, INFATTI, è RAZZISTA COME TUTTI GLI ALTRI. SONO FELICE CHE IL SINDACO LEGHISTA DI BREMBATE ABBIA DATO UNA LEZIONE DI CIVILTà AGLI EREDI DI QUEI COMUNISTI CHE PER QUARANT’ANNI HANNO AFFAMATO LA ROMANIA ED I ROMENI!L’inutilità del Partito Democratico, poi, si vede nel fatto che un loro Sindaco importante come quello di Firenze, Renzi, è andato come un questuante con il piattino in mano nella casa del Principe ad Arcore per perorare l’elemosina di quaranta denari. Pazzesco, non mi sarei mai aspettato che la Sinistra oltre ai voti perdesse anche ogni minimo senso di dignità. Meditate, gente!

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