• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Crisi economica, Governo e occupazione

Crisi economica, Governo e occupazione

Secondo la relazione del presidente e commissario straordinario dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, in occasione della presentazione dell’attività e dei risultati dell’Istituto di previdenza a un anno dalla sua nomina risulta che la disoccupazione del periodo agosto 2008-luglio 2009 è stata di 984.286 di domande liquidate dall’Imps, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 52,2%.


Sempre secondo la stessa relazione, le ore di cig sono state di 615.554,896 nel periodo dal primo settembre 2008 all’agosto 2009, con un incremento del 222,3%
 
"La sfavorevole congiuntura economica che il Paese ha dovuto affrontare in questi mesi - si legge nella relazione dell’Inps - ha riversato sulle casse e sugli uffici dell’Inps la responsabilità di sostenere i lavoratori in difficoltà. Le ore autorizzate per i trattamenti di integrazione salariale hanno subito un massiccio incremento". (La Repubblica)
Fin qui siamo d’accordo, che lo stato intervenga a sostegno dei lavoratori è e deve essere pratica normale in una società che si vuole rispettosa dei diritti umani.
 
Quello che lascia alquanto perplessi sono le cifre, in modo particolare il milione di disoccupati che sicuramente, dato la crisi in cui versano la maggior parte delle aziende, non sono stati sostituiti, perciò vanno ad aggiungersi ai precedenti. 
Inoltre, se consideriamo che tra loro ci sono anche i lavoratori "precari", significa che decine di migliaia di famiglie sono rimaste senza reddito, mentre, chi a accesso alla cig, si è visto diminuire drasticamente il reddito con tutte le conseguenze che ne derivano. Molti, seguendo la tendenza ad acquistare (casa, automobile, ecc.) con il mutuo, si trovano ora a dover affrontare l’impossibilità di far fronte al pagamento delle rate.
 
Cosa faranno queste famiglie se la crisi, al di la delle "rosee" previsioni del governo, dovesse perdurare, come sostengono altre fonti più autorevoli, e che il top dei licenziamenti si avrà nel 2010? Se dovessimo dar retta a quanto detto dalla Gelmini, in merito ai precari della scuola che si son visti esclusi dall’anno scolastico 2009-2010, "entro cinque anni saranno tutti reintegrati"; c’è poco da stare allegri. Con la crisi non si può certo pensare di trovarsi un altro lavoro. Di sicuro, andranno a rafforzare l’esercito di disoccupati. 
 
A questo va aggiunto l’inerzia dei sindacati nell’affrontare la grave situazione; fino ad ora, gli operai hanno agito settorialmente, fabbrica per fabbrica, senza nessun coordinamento tra loro, e questo anche grazie ai sindacati che si ostinano ad agire come se la contrattazione generale non esista più.
 
Certo, si può obiettare che in periodo di crisi è inutile scioperare perché le aziende comunque non sarebbero in grado di far fronte agli impegni. Vero, anche se io credo (questa è una mia opinione strettamente personale) che, in molte realtà, si stia sfruttando la crisi per far fronte a situazioni che con essa non c’entrano tipo la ristrutturazione o "trasloco degli impianti. Ma eventuali manifestazioni o scioperi a livello generale, in periodo di crisi, non sarebbe rivolto agli industriali, o almeno non solo a loro, ma principalmente al governo che, oltre a intervenire in modo più incisivo sugli aiuti, dandoli anche a chi per legge (?) non spettano, come i lavoratori a termine, dovrebbe avere funzione di controllo nell’individuazione di quanti pensano di sfruttare la crisi a loro vantaggio.
 
Si dice che non ci sono soldi, strano, per le banche c’erano, e poi, di tutti i miliardi spesi per la difesa, una parte potrebbe essere usata per sostenere le famiglie senza compromettere la difesa.
 
Tutto ciò succede mentre il governo insiste a dire che la crisi in Italia è stata meno incisiva rispetto ad altri paesi europei cercando di convincere i cittadini che, per uscire dalla crisi, bisogna spendere. Le aziende dovrebbero (secondo il governo) fare investimenti, ma come? Chiedendo prestiti alle banche a tassi alti mentre le banche hanno avuti soldi nostri a tassi agevolati? E comunque, non si è mai visto un’azienda fare investimenti senza prima aver constatato la possibilità di un mercato sicuro. Mentre i cittadini dovrebbero continuare a fare mutui pur sapendo che il lavoro possono perderlo lo stesso giorno.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares