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C/mare di Stabia: "A Stalingrado arriva il nuovo Paulus"

"La Stalingrado del Sud": così è stata definita dalla stampa la città di Castellammare di Stabia all’indomani della tornata elettorale che ha portato Luigi Bobbio a diventare il nuovo sindaco.

Da quando Silvio Berlusconi è ’sceso in campo’ nel lontano 1994, i cittadini stabiesi mai gli avevano dato fiducia. Per ben tre lustri C/mare è stata amministrata da coalizioni di centrosinistra. 

 

C/mare di Stabia: "A Stalingrado arriva il nuovo Paulus"

A ben ragione quindi accettiamo il paragone fatto dai quotidiani locali che lasciano però trapelare, nei loro commenti sulla vittoria elettorale di Luigi Bobbio, un non poco accentuato segno di trionfo per l’attuale Capo di Gabinetto della ministra Giorgia Meloni (ministro alle politiche giovanili).
 
Il contributo dato dai "quotidiani locali" stampati e diffusi in provincia di Napoli, oltre "Il Mattino" e legati pertanto alle notizie che riguardano realtà comunali che vanno da Torre Annunziata a Pompei e per finire con tutta la costa sud partenopea, è stato decisivo nel far passare l’idea, profusa in tutta la campagna elettorale, che il centrodestra questa volta avrebbe segnato un punto in favore di quel "cambiamento" da troppo tempo atteso. 
 
"Cambiamento" come sinonimo di "Sviluppo"
 
Ma "Sviluppo" implica "Benessere". Ecco, è questo che in tutti questi lunghi anni di governo di centrosinistra è mancato.
 
Il numero dei disoccupati, che secondo i dati Istat al sud ha fatto segnare quota 13% e oltre, a Castellammare sale a circa il 25%. E’ ovvio che questo dato va confrontato con quello della piaga del lavoro "nero", ma d’altro canto si deve sempre tenere in mente che in questa crisi si sta perdendo un numero troppo elevato di lavoro autonomo, legato per lo più al commercio o al piccolo dettaglio.
 
Gli elettori hanno chiesto questo "benessere", hanno affidato l’amministrazione cittadina ad un uomo che ha strettissimi rapporti, e non solo di partito ma anche in virtù di una amicizia personale che li lega, ha strettissimi rapporti, dicevo, con il neoeletto presidente alla regione Stefano Caldoro e con il presidente della giunta provinciale Luigi Cesaro. 
 
E’ questo ciò che chiedono i cittadini stabiesi, una capacità dell’amministrazione comunale di prendere delle decisioni sul piano dello sviluppo turistico e della tutela della Fincantieri, oramai l’ultimo polo industriale della città dopo la chiusura di altri due stabilimenti metalmeccanici.
 
I cittadini hanno chiesto di migliorare la vivibilità quotidiana, che significa meno traffico e maggior rispetto dei beni comuni, quali possono essere la maggior cura della villa comunale, che non ha niente da invidiare alla vicina penisola sorrentina, piuttosto che la difesa di un centro termale che è il più grande e attrezzato di tutto il Mezzogiorno.
 
"La leva principale" 
 
La leva principale, quella che ha veramente spinto gli elettori a "buttarsi a destra", è la leva del "lavoro".
 
Su questo tema i "quotidiani locali" hanno giocato un ruolo di non poco conto per indirizzare l’elettorato. I giornali locali hanno fatto leva proprio sui rapporti personali di Bobbio con Roma, con il cuore del governo nazionale.
 
Quindi gli elettori hanno visto, forse per la prima volta, proprio da vicino il "nuovo Messia", lo stesso "Messia" che tiene inchiodate le sorte di un intero Paese alle sue vicissitudini persolali.
 
Ma a C/mare per la prima volta gli elettori hanno visto materializzarsi colui che dopo quindici anni sembra sempre che sia entrato in politica da due mesi, e sia arrivato a mettere in chiaro le cose, a dare quella speranza da troppo tempo negata.
 
Tutto ciò è servito però a soddisfare un bisogno recondito di "noi meridionali", e più nel dettaglio in "noi napoletani". Soddisfare, cioè, il bisogno di affidarsi a un uomo forte che ci guidi come un monarca. Il bisogno di sentirsi, prima che essere, sudditi.
 
Sudditi di un monarca al quale potersi affidare privandosi di ogni responsabilità personale, delegando a "Colui che tutto può" ogni colpa individuale per il vero degrado in cui versano queste terre, la "Camorra", quella con la C maiuscola
 
"L’omicidio illustre"
 
Il tre febbraio 2009 il consigliere comunale Gino Tommasino veniva assassinato a bordo della sua auto con il figlio al lato, il figlio adolescente. Dopo anni durante i quali a cadere sotto i colpi delle pistole erano stati solo "pesci piccoli" in vista di una riorganizzazione interna dei clan locali, in vista di una unificazione dei poteri sotto un solo potente comando centrale, oggi la Camorra in tutta la costa a sud di Napoli fa davvero paura.
 
Quando si uccide un esponente di spicco delle istituzioni, siano pur esse locali, è ovvio che ci si aspetti una reazione da parte dello Stato. Evidentemente chi ha ordinato l’omicidio di Gino Tommasino ha ritenuto di potersi accollare la gravità del reato, e pertanto anche di sopportare ed incassare la reazione delle forze di polizia in vista di un "bene superiore": che tradotto nel linguaggio camorrista significa "più soldi".
 
La camorra è stato un argomento "glissato" in campagna elettorale da tutte le forze politiche che si sono confrontate, i cittadini non si sono assunti l’onere di chiedere con forza a tutti i candidati la pubblicazione della relazione della commissione di accesso prefettizia, che ha concluso i suoi lavori il quattro febbraio, giacente al ministero degli Interni dalla stessa data, privando gli elettori della possibilità di conoscere i motivi del degrado sociale, politico e morale della città, e i loro responsabili.
 
"Le colpe degli stabiesi egoisti"
 
Gli stabiesi hanno la colpa di non aver fatto sentire la loro vicinanza alla vedova Tommasino, hanno la colpa di girare la faccia dall’altra parte, chinando il mento innanzi ai veri problemi che riguardano il bene comune.
 
Ognuno però pensa ai suoi di problemi, pensa alla misera pensione che va a ritirare in posta ogni mese, e con la quale deve dare a campare anche i figli ultramaggiorenni e disoccupati. Ognuno pensa a come sistemare un figlio che ha anche studiato, ma che non riesce a trovare lavoro a meno che non decida di trasferirsi al nord.
 
L’aumento delle bollette del gas e dell’Enel, la privatizzazione del settore idrico, che porta con sè solo rincari, si scontrano con la proverbiale arte di arrangiarsi dei napoletani: non c’è tempo per la camorra.
 
"La sfida del sindaco e i magnifici sette"
 
La sfida del sindaco Luigi Bobbio, al quale facciamo i migliori auguri, è quella che ha lanciato in campagna elettorale: "Cambiamento".
 
Pur credendo nell’onestà politica e nella sincerità morale di Bobbio, non possiamo fare a meno di pensare ai sette esponenti di vertice della classe politica di centrosinistra dell’amministratzione Vozza, il sindaco uscente, presenti nella nuova maggioranza: i magnifici sette appunto. 
 
Tra le sue fila in consiglio comunale figurano ex segretari cittadini del Pd, ex Udeur (che sostenevano Vozza), e addirittura un ex assessore di centrosinistra.
 
Bobbio è riuscito dove non è riuscito Friedrich Paulus, Feldmaresciallo di Hitler a capo della sesta armata, che tra il luglio del 1942 e il febbraio del 1943 guidò le truppe naziste nell’operazione "Barbarossa" di invasione della Russia.
 
Paulus in un primo momento conquistò la città di Stalin, ma non riuscì a mantenerla in seguito all’accerchiamento sovietico e alla mancanza dei rifornimenti, e l’accerchiamento per Bobbio è iniziato un’ora dopo la sua personale vittoria elettorale.

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