• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Burkini | I jihadisti ringraziano l’ottusità francese

Burkini | I jihadisti ringraziano l’ottusità francese

Quando i furbi governano, i risultati si vedono.

L’intervento di quattro (quattro!) poliziotti armati (armati!) sulla spiaggia libera (libera!) di Nizza si è reso necessario (necessario?!) per imporre ad una donna musulmana di mezza età, sola e sdraiata sui ciottoli a prendere il sole, di togliersi burkini e velo, in ottemperanza all’ordinanza del sindaco che vieta sulla spiaggia (libera!) abbigliamenti “non rispettosi del buon costume e della laicità”.

L’azione, portata a buon fine con totale sprezzo del pericolo da parte della locale polizia municipale (quella stessa che non ha evitato il drammatico slalom del camion assassino sulla Promenade des Anglais), ha dato i risultati sperati: la donna ha fatto vedere che sotto aveva un normale costume da bagno, regolarmente laico, e ha poi deciso di andarsene a casa, probabilmente sconcertata da tanta stupidità umana.

Dicono le cronache che alcuni bagnanti lì presenti hanno applaudito l’intervento gridando all’indirizzo della signora “la Francia è un paese cattolico, se ne torni a casa sua!”. Contravvenendo, forse inavvertitamente, alla dichiarata laicità delle spiagge francesi.

Commenti entusiasti per le rigide regole d'oltralpe anche nei giornali di destra italiani: “Benissimo. I nostri usi e costumi sono questi - scrive Miki59 su il Giornale - Se vogliono vivere in occidente devono vivere all'occidentale”. Emblematico che l’immagine simbolo scelta dal prode Miki sia la bandiera sabauda. Non si è ancora reso conto che l’Italia non è più una monarchica e che “i nostri usi e costumi “ sono quelli repubblicani. Che prevedono la libertà individuale di vestirsi come ci pare.

Più pragmaticamente, e con un bel po’ di normale intelligenza in più, un esperto di terrorismo, il saggista David Thomson, autore di un libro sull’estremismo islamico, “Les Français jihadistes”, commentando il fatto ha twittato: “le foto di Nizza alimenteranno la propaganda jihadista per anni”.

E in un’intervista ha aggiunto: “I simpatizzanti jihadisti sembrano sorpresi che la polizia municipale di Nizza faccia il lavoro di propaganda al posto loro. Per loro è una manna. La narrativa jihadista afferma da anni che è impossibile per i musulmani vivere dignitosamente in Francia”.

Grazie al sindaco nizzardo duro-e-puro, ai suoi (forse perplessi) dipendenti in divisa e ai solerti partigiani della nuova Vandea transalpina, abbiamo (tutti noi) realizzato un doppio, fantastico obiettivo:

#1 - una donna di mezza età ha mostrato in pubblico di avere regolamentari chiappe chiare sotto all’inaccettabile tunica che la copriva

#2 - la propaganda terrorista (questa sì che ci interessa perché sanguinaria e pericolosa) si alimenterà per anni.

La ridicola questione del burkini non è quindi un semplice fatto di gossip estivo, ma presenta evidenti ricadute politiche di ampio respiro.

E se i jihadisti ringraziano, a noi non resta che stramaledire l'ottusità francese.

Commenti all'articolo

  • Di Francesca Barca (---.---.---.1) 25 agosto 2016 15:38
    Francesca Barca

    Vorrei aggiungere un’altra cosa molto interessante che Thomson dice a FranceInfo: 


    "Da ieri (cioè dalla loro diffusione due giorni fa, ndr) queste immagini hanno ’spaccato’ sul web ’jihadista’, sia dal lato di Daesh che da quello di AlQuaida. 

    Non mi stupirebbe che queste immagini venissero riprese nei video di propaganda jihadista ufficiale, perché rappresentano l’incarnazione stessa della retorica anti-francese. Quella di un paese nemico dell’Islam, presentata come la terra di infedeli per eccellenza, un posto dove i musulmani vengono umiliati sotto lo sguardo passivo del pubblico, da forze dell’ordine che hanno un’autorità popolare e non ’divina’. 

    Senza esagerare penso che queste foto alimenteranno anni di propaganda jihadista".
  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 29 agosto 2016 00:40

    Nulla di cui stupirsi: con Sarkozy prima e Hollande poi, la Francia ha uno dei regimi più filo sionisti d’Europa.

  • Di Enrico (---.---.---.62) 29 agosto 2016 01:39

    Che commento stupido. Basta guardare alle spiagge israeliane, sono piene di donne arabe velate e burkinate. E nessuno ci fa caso, tantomeno è loro vietato vestirsi come vogliono. Fra l’altro è noto che le donne ebree ultraortodosse si coprono i capelli esattamente come le islamiche e non vanno in spiaggia dove ci sono anche uomini.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 29 agosto 2016 09:27

      Non è una questione di "costume", cosa che al sionismo internazionale non interessa affatto, è che la Francia deve svolgere un certo ruolo interventista tra Medio Oriente e Nord Africa conforme a certe strategie. Per giustificarlo il suo governo, essendo la Francia un Paese democratico, ha bisogno che la sua opinione pubblica sia debitamente motivata a sostenerlo. Le stragi islamiste hanno già provveduto a trasformare la tolleranza in sospetto e avversione, ora manca solo fornire una base "culturale" per completare la formazione del consenso. Le motivazioni "umanitarie" come giustificazione dell’interventismo francese ormai mostravano la corda, serve altro.

  • Di Enrico (---.---.---.62) 29 agosto 2016 01:40

    ma l’ossessione antisionista fa spesso brutti scherzi

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 29 agosto 2016 10:08

    Primo: il governo francese non ha fatto niente, casomai sono stati alcuni (pochi) sindaci di destra ad emettere ordinanze locali ritenute illegittime dal Consiglio di Stato.

    Secondo: l’opinione del premier Valls, favorevole al divieto al "burkini", non è diversa da quella di molti esponenti della sinistra italiana (femministe come Lorella Zanardo, filosofi come Paolo Flores d’Arcais, teologi controcorrente come Vito Mancuso, commentatori come Massimo Gramellini tanto per fare qualche esempio). Tutti sionisti? È ridicolo solo pensarlo.
     
    Ridurre il problema della difficile convivenza fra culture così diverse, e per tanti versi davvero inconciliabili, alla pura e semplice "questione sionista" (non era lei che sosteneva la tesi che il "califfo" al Baghdadi fosse in realtà un agente del Mossad?), cosa che lei fa da anni con una caparbietà davvero sconcertante e pesantemente ripetitiva, dimostra solo una sua reale incapacità di analisi globale.

    L’opinione pubblica francese è alle prese da decenni con la problematicissima questione dell’integrazione dei tanti immigrati di cultura islamica. Cosa che progressivamente sta investendo tutta l’Europa, con l’arrivo dei tanti profughi dalla Siria e dall’Africa, provocando le reazioni assolutamente scomposte con cui i tanti populismi di destra (ma non solo) cercano di portare a casa risultati politici significativi. Con questa difficilissima situazione ci troveremo a confrontarci tutti nei prossimi anni. E non sarà affatto facile.

    Lei, come fa ormai da parecchi anni, riduce tutto sempre e solo alla sua "ossessione sionista" - come ha detto l’altro commentatore - con cui spiega tutto e il contrario di tutto. Non è difficile intuire, dietro questo motivo unico e ripetitivo, un’ossessione di altro tipo. Veda lei.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 29 agosto 2016 14:14

    Vero, sono molti anni che io insisto sottolineando l’influsso deleterio della lobby sionista e che lei lo nega. Non è il caso di riavviare una diatriba sterile.

    Riguardo alla sua allusione finale posso solo dire che si sbaglia di grosso.
  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 29 agosto 2016 15:13

    Io non nego affatto che ci sia un qualche influsso della lobby pro Israele (di destra) sulla politica americana (salvo poi prendere atto che negli ultimi otto anni ha avuto risultati molto scadenti vista la quasi rottura tra Netanyahu e Obama), ma a differenza di lei non interpreto tutto ciò che avviene nel mondo attraverso quella lente.
    Inoltre riportare alla lobby sionista anche l’attività demenzialmente antidemocratica di qualche sparuto sindaco francese è a dir poco esilarante. Sulla mia allusione finale ricorderà bene a cosa mi riferisco. Nel caso se lo fosse dimenticato glielo posso ricordare io volentieri.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 31 agosto 2016 21:30

      La quasi rottura tra Netanyahu e Obama?! Me lo lasci dire con franchezza: lei non sa nulla. Netanyahu ha trionfato, ha umiliato il presidente degli Stati Uniti facendogli rimangiare l’impegno preso in mondovisione nel 2009, il primo anno del suo mandato, di ottenere colloqui di pace e un accordo definitivo tra israeliani e palestinesi esercitando tutta la sua influenza. Lei non sa nemmeno che nel 2010 Joe Lieberman (democratico) e John McCain (repubblicano) guidarono una folta delegazione di congressisti in Israele per andare a dire alla Knesset: "Il Congresso si opporrà ad ogni tentativo del Presidente di obbligare Israele alla trattativa". Obbligare alla trattativa, attenzione, non ad accettare una soluzione o un’altra.

      Non ricorda nemmeno che il presidente USA chiese lo stop degli insediamenti e che ad ogni visita di Joe Biden, vicepresidente, venivano annunciati nuovi insediamenti.
      E con tutto questo non è mai cessato né il trasferimento di risorse finanziarie né il supporto militare e politico americano ad Israele.
      Come pensa che abbia fatto un piccolo Stato mediorientale paragonabile alla Lombardia quanto a demografia e PIL ad umiliare il capo della superpotenza mondiale se non grazie alla sua lobby?
      Ma insomma, faccia come crede, continui pure a tenere gli occhi ben serrati, ma non si aspetti da parte mia che rinunci a stigmatizzare la sua omissione selettiva. Buona serata.
  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 1 settembre 2016 02:30

    Va bene, faccia un po’ come le pare. In sintesi addebitiamo le ordinanze francesi che vietano il burkini alla lobby sionista...

  • Di Enrico (---.---.---.62) 1 settembre 2016 11:04

    Fabio lascia stare, quello è solo un fesso...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità