Le origini della mafia si perdono lontano nel tempo,fino a risalire forse ai Normanni,al Vespro siciliano,e più avanti ai Beati Paoli. Il lungo excursus del fenomeno mafioso non tramanda che la parola mafia abbia avuto alcuna aggettivazione evidentemente ritenuta pleonastica rispetto al significato fatto palese dal termine stesso. Ora però un sottosegretario di Stato di nuova nomina ci spiega che per tutelare i nostri interessi serve "una punta di mafiosità positiva".
Siamo in presenza di un neologismo che l’autore spiega in modo vago e bizzarro senza addurre alcun riferimento fattuale. Riscattarsi dal servilismo è un bisogno legittimo di chiunque ne patisca ingiustamente la soggezione,ma che ciò possa avvenire con il metodo mafioso è una enormità che detta però da chi siede nelle istituzioni diventa abominio.
Certo,la mafia ha eliminato Falcone e Borsellino e tanti altri servitori dello Stato e lo ha fatto per tutelare i suoi interessi,ma la tutela legittima,quella assistita dalle regole,non può essere esercitata con un pizzico di mafiosità.Questo per dire che la infelice sortita del neo sottosegretario non è un neologismo,ma una neo-aberrazione. Il sig.Belcastro è stato un girovago,avendo frequentato diverse cappelle politiche prima di approdare alla corte berlusconiana,ma ora che è al Governo promette di usare il suo"ingrediente segreto".
Forse non si è accorto che nella sua nuova casa la regola è di mettersi al servizio e gli interessi da tutelare sono soltanto quelli del Capo.