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Berlusconi e Monti: il presente non dimentica il passato

Il nuovo premier incontra il vecchio, dalla cui maggioranza prende vita il governo "socialicida" diretto dal bocconiano. Un rinnovato patto di fiducia per continuare a vessare gli italiani?

Tre ore di chiacchiere per assicurarsi un appoggio che serve a entrambi: al Professore, per permettergli di fare bella figura col potere finanziario europeo di cui è espressione, al Berlusca per fare in modo che il momento delle urne si procrastini fino alla naturale scadenza della legislatura, provando nel contempo a limitare i devastanti danni di immagine che hanno penalizzato tutti i partiti politici tradizionali, PdL su tutti.

A palazzo Chigi si riuniscono alcuni tra i figuri più loschi che la memoria d’Italia recente ricordi: Berlusconi, Monti, c’è persino Alfano ed il quattrostagionista Gianni Letta. La faccia televisiva, il ragioniere, l’Angelino sacrificale ed il regista occulto insomma. Prova, da buon politico consumato, ad assicurarsi l’appoggio del lato del parlamento apparentemente più volubile, il professor Monti. Dopo il fallimento dell’asse ABC, si affida al partito meno partito di tutti, quello che ha una base talmente eterogenea da essersi rarefatta con una tornata di elezioni comunali.

Di cosa abbiano discusso, è facile immaginarlo: la fiducia sul dl sulle commissioni bancarie (che è puntualmente arrivata), e forse anche sui passi successivi che il governicchio Monti dovrà percorrere nel futuro prossimo. E’ lecito attendersi che il Professore non voglia più correre rischi di sorta, garantendosi una fedeltà discussa direttamente con la dirigenza PdL, in modo da evitare il ripetersi dei colpi di mano in stile “falso in bilancio”: intanto si è assicurato il sostegno pidiellino sulle commissioni bancarie. A votare contro, Futuro e Libertà, la malmessa creatura finiana che, per bocca del rappresentante On. Granata, non ha espresso pareri lusinghieri verso una norma ritenuta distante dalla sensibilità popolare e di favore nei confronti del sistema bancario.

Il teatrino dell’antipolitica (la tecnica dei governi professorali) va avanti e conta sull’appoggio di chi ha devastato una nazione, e continua a farlo nell’ombra della fiducia parlamentare, accordata al governo Monti e beneficiando degli effetti di impopolarità che questo esecutivo sta attirando su di sé.

Sarà indispensabile riferire agli italiani del rapporto di fiducia che deve sussistere tra le camere ed il governo. Perché il disegno dell’alta finanza, che poggia le proprie speranze di realizzazione sulla vessazione dei cittadini italiani, è sì propugnato da SuperMario, ma a votare a favore di ogni provvedimento c’è sempre lui: il Silvio nazionale. E purtroppo non è il Piola.

Vedremo cosa succederà il giorno in cui dovrà richiedere la fiducia degli italiani. E speriamo che per allora, gli italiani abbiano imparato cosa significa politica. E cosa antipolitica.

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