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Berlusconi "dà i numeri" della lotta alla mafia e attacca Saviano

Il governo Berlusconi rende noti i dati sulla lotta alla criminalità organizzata, presenti alla conferenza stampa oltre al presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia Angiolino Alfano, quello della Difesa La Russa e il ministro degli Interni Roberto Maroni.

Il Governo si pone l’obiettivo, entro la fine della legislatura, di sconfiggere la mafia in Italia: altro obiettivo "fantasioso" oltre a quello di debellare entro tre anni il cancro.

Berlusconi "dà i numeri" della lotta alla mafia e attacca Saviano

A margine della conferenza stampa il premier chiosa: "La mafia italiana risulta essere ’solo’ la sesta al mondo, ma guarda caso è quella più conosciuta, perchè c’è stato un supporto promozionale che l’ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro Paese".
 
I motivi per i quali la mafia è così conosciuta nel mondo, per cui ogni straniero vi associa subito l’immagine del Bel Paese, per Berlusconi sono ovvi - "Ricordiamoci le otto serie della Piovra programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo, e tutta la letteratura in proposito, Gomorra e il resto" .
 
Questa burlesca rappresentazione della realtà, nella sua tragicità ormai non ci sorprede affatto soprattutto se si pensa che ci sono decine di mandati internazionali spiccati dalla magistratura italiana, ed inviati alla polizia di mezzo mondo, per la cattura di pericolosi latitanti.
 
Dobbiamo dare atto al Ministro Maroni di essersi prodigato in questi due anni di gestione del suo dicastero per la cattura di ventitre latitanti sui trenta più pericolosi, di aver intensificato i controlli patrimoniali ai danni dei clan con confische e sequestri, di aver fatto sentire la presenza dello Stato in terre di conquiste mafiose, a cominciare dal regno dei Casalesi.
 
Nelle stesse ore in cui si consuma la rottura, tutta politica, tra il Presidente del Consiglio e quello della Camera Gianfranco Fini, Berlusconi tenta di accreditarsi come l’uomo dei successi nei confronti dell’illegalità criminale organizzata.
 
Intanto il processo che vede imputato, in Appello, il senatore Marcello Dell’Utri, cofondatore insieme a Berlusconi dell’impero Fininvest, stà per volgere a termine. 
 
In mattinata il Procuratore Generale Antonino Gatto, chiudendo la sua requisitoria, ha chiesto alla Corte la condanna per il senatore del Pdl a 11 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, due anni di carcere in più rispetto al primo grado.
 
La sentenza era attesa per Natale scorso ma le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza hanno portato a una dilatazione dei tempi. Secondo il pg Gatto quelle rivelazioni sono state alla base della motivazione per la quale si è chiesto un inasprimento della condanna a 11 anni, e si sono perfettamente innestati nel quadro accusatorio.
 
Se le richieste dell’accusa dovessero essere accolte dalla Corte non si potrebbe non procedere anche nei confronti del Presidente del Consiglio, che in questo processo ha giocato un ruolo defilato, ma è stato più volte tirato in ballo.
 
Dell’Utri, tra l’altro, è accusato di aver tenuti rapporti di affari con Gaetano Cinà, e quest’ultimo è stato il tramite per far giungere "l’eroe" Vittorio Mangano ad Arcore. 
 
Certo la mafia è ’solo’ la sesta al mondo (ammesso che sia vero), ma è la prima in Italia e si è accomodata nei vertici istituzionali.
 
In questo riflesso di una realtà distorta nella quali tutti noi ci stiamo perdendo, sembra quasi normale che in Parlamento ci siano persone inquisite o condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso, sembra quasi che una certa quota di presenza istituzionale collusa con la criminalità organizzata sia necessaria, fisiologica per meglio dire.
 
E allora ecco che si dà grande eco alla lotta alla mafia, ma al contempo si tende a minimizzare il fenomeno criminale, si tende a rappresentare un cancro per la società e l’economia del Paese in via di guarigione: si vuole curare il cancro con l’aspirina, e si afferma che la terapia stà dando buoni risultati.
 
Incolpare poi indirettamente persone di cultura che si ribellano allo status quo, mettendo a rischio la propria vita al fine di denunciare una piaga come la mafia piuttosto che la camorra, come Roberto Saviano, è una barbara pratica mediatica accusatoria di gente rozza ed arrogante.
 
Le accuse del Capo del Governo a Gomorra debbono essere poste alla stregua delle minacce lanciate dai boss casalesi tramite i loro avvocati ai giornalisti agli scrittori e ai magistrati, quali Roberto Saviano, Rosaria Capacchione e Raffaele Magi.
 
Berlusconi cavalca l’onda della lotta alla mafia, annunciando una vittoria in una ’falsa guerra’, per distogliere l’attenzione dalle sue vicende personali. E’ ciò che non solo noi andiamo ripetendo da più di un anno e mezzo su questo sito di citizen journalism.
 
Ma ora il "Messia" oltre a fronteggiare la magistratura - "corrotta e comunista" - ha a che fare anche con i problemi interni alla sua stessa maggioranza che da alcuni mesi gia si stavano profilando all’orizzonte, e che si sono materializzati con la vittoria elettorale della Lega alle regionali, e i conseguenti mal di pancia del Presidente della Camera. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.229) 16 aprile 2010 20:17

    “Gli elementi probatori emersi dall’indagine dibattimentale espletata hanno consentito di fare luce sulla posizione assunta da Marcello Dell’Utri nei confronti di esponenti di Cosa nostra, sui contatti diretti e personali con alcuni di essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà), sul ruolo ricoperto dallo stesso nell’attività di costante mediazione, con il coordinamento di Cinà Gaetano, tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti al mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Finivest.” (dalla pag. 1761 della sentenza Dell’Utri, Tribunale di Palermo, 11 dicembre 2004)

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.44) 17 aprile 2010 08:36
    Paolo Praolini

    Come al solito si usano ’2pesi e 2misure’ per le esternare alla nazione i problemi della mafia e per analizzare i fatti di casa propria (PDL).
    Non mi scandalizzano le esternazioni del Premier che lo incoronano come il più ’fantasioso’ politico del pianeta, nessuno più di lui.

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