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 Home page > Attualità > Società > Barbarossa e la spazzatura leghista da buttare

Barbarossa e la spazzatura leghista da buttare

Ndomà laure mìa, pota. Con sommo giubilo apprendo del flop registrato dal Barbarossa di Martinelli, la pellicola ideal-programmatica della Lega, il Brave Heart di Vimercate (ai riottosi scozzesi non andò granchè, se non erro).

Trattasi di film monstrum (che i provvisti di sufficiente memoria ricorderanno per il burlesco siparietto Brlusconi-Saccà) prodotto con l’olezzo romano di una ventina di milioni via Rai Fiction e pronto alle presentazioni sui nostri piccoli, inermi schermi l’anno venturo. In 2 puntate, se non bastasse.


Verde al verde.

Chi il cinema lo mastica, senza limitarsi al pop corn, parla di cataclisma assicurato. I numeri, d’altro canto, conforterebbero la tesi catastrofista: con la media ai botteghini del fine settimana (400mila euro) dovrebbe profilarsi un ritorno dai botteghini piuttosto esiguo. Diciamo, bastevole a ripagare le sole spese promozionali (che il regista ha assicurato essere ben dispiegate sul territorio. Non le spese, le pubblicità. Allegrezze). L’autore, si fa inoltre sapere dagli addetti alle sale, è atleta avvezzo alle cadute libere, dunque di culi rotti ed escoriazioni dovrebbe saperne. Il cruccio, se ci permette, è tutto nostro. Che, in una certa misura, abbiamo finanziato l’osceno di una pellicola pessima, allineata ad una para-ideologia razzista e volgare, e per di più (per i maniaci del nazionalismo, o quanto meno della xenofobia... e da quelle parti non mancano) girata in Romania. Per non parlare delle origini mediorientali di uno degli attori protagonisti (messaggio al cuore leghista), per la precisione israeliane (per parlare al cuore di Borghezio).



Imparare, gente. Imparare.

Adesso: non mi faccio paladino contro lo sperpero pubblico, e né esercente di varie e indistinte coerenze di governo (se il culturame parassitario c’è, è anche a Pontida. Suggerire al Brunetta). Voglio solo ricordare al buon cuore di chi volesse produrre, girare, finanziare o divulgare qualsivoglia prodotto d’intrattenimento per elettori leghisti di meditare a lungo sulla scelta. A forza di testate al muro o a petali di margherite della val camonica non importa: sappiate, e ricordatevi, bene che l’audience che aspirate a servire non merita niente.

Le mucche fanno mu, ma una fa Pontida.

Cosa voglio dire? Leviamoci di mezzo rispetti e convenevoli che puzzano: il leghista è ignorante. Al leghista non importa la propria storia, il leghista non conosce radici che non entrino nel piatto o nel bicchiere, il leghista ha un infimo livello culturale che spaccia per identitarismo vernacolare, al leghista non frega un fico d’Orleans di Alberto da Giussano, di Milano liberata, delle libertà civili, della cultura genericamente intesa e delle culture altrui. Il leghista è un bifolco, punto e stop. E rifacendomi al mio ultimo post, ritengo davvero arduo pensare che una persona dotata non d’intelletto, ma di buon senso e nozioni pratiche, possa macchiarsi di una croce sulla stella del Po, in cabina. Purtroppo i problemi verranno dopo, quando dovremo decidere di cosa fare di queste bestie.

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