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Banche d’affari e società di rating sul banco degli accusati: hanno provocato la recessione

Ci risiamo! Ancora un'altra battaglia tra l'amministrazione Obama e sistema capitalista americano. "La Goldman Sachs ha abbindolato i suoi clienti ed ingannato il Congresso".

Questa la denuncia netta e senza giri di parole sollevata dal Senatore democratico Carl Levin nello scorso aprile, per sottolineare il distorto e scorretto comportamento utilizzato da uno degli attori più importanti dello scenario finanziario americano, la Goldman Sachs.

Tale esternazione è l'ultima di un percorso iniziato con la Commissione di inchiesta sulla crisi finanziaria, nella quale è inequivocabilmente emerso che tale Società ha propinato ai suoi clienti, a prezzi gonfiati, numerosi prodotti derivati sui quali qualche perplessità era stata avanzata persino dalla stessa banca, ma sul cui rischio questa ha preferito speculare a danno dei clienti.

Ma un fattore ancora più preoccupante emerso da tale rapporto sta nel tentativo, celato da parte dei Chief executive manager, di insabbiare la verità per sviare l'inchiesta nel corso delle audizioni.

Tuttavia, come spesso accade, è mancata un po' di incisività nel testo di Levin: "Anatomia del collasso finanziario", in quanto tale rapporto ha il pregio di porre senza mezzi termini gli accusati sotto i riflettori, ma non denuncia né i reati imputabili, né apre o sollecita alcun procedimenti giudiziario a carico dei colpevoli.

Questi si limita a suggerire ad organismi appositi come la SECE, il Ministero della Giustizia, di approfondire il comportamento e le pratiche di alcuni manager e istituzioni finanziarie. In tale rapporto stilato dal Congresso, non solo la Goldman Sachs è sotto la lente di ingrandimento, ma anche Deutsche Bank, le agenzie di rating, la Washington Mutual e l'Office of Thrift Supervision. Si sono inoltre allegate ben 19 raccomandazioni, il cui common core è il conflitto di interessi.

E' noto infatti che ad accelerare bruscamente ed irreversibilmente la crisi fu il downgrade, ovvero il declassamento nel punteggio dei titoli derivati emessi dalle stesse agenzie, premiati al momento della collocazione con ben tre A, quindi con elevata garanzia di solvibilità, ma tuttavia notevolmente ridimensionati nel luglio 2007.

Il conflitto di interessi, tutt'ora irrisolto, sta proprio nel meccanismo pernicioso che a pagare quel Rating fossero le stesse banche di Wall street, con effetti perversi e a cascata sull'economia di mezzo mondo. Ma nonostante l'argine posto dalla riforma Dodd-Frank in materia finanziaria, e le misure introdotte per rafforzare la trasparenza da parte della Goldman Sachs, i grossi nodi rimangono irrisolti. 

Il meccanismo deve essere ancora scardinato in tutte le sue componenti, ed il danno di centinaia di miliardi di perdite, sopratutto, deve essere riassorbito dal sistema finanziario ed economico globale. Gli animi si stanno raffreddando, ma quando terminerà la recessione? Quanto i comportamenti di tali agenzie saranno sterilizzati o quantomeno depotenziati in settori così delicati?

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