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Bangladesh, Bagdad... Emergenti affondi asiatici

Un eloquente articolo uscito nel dicembre 2015 titolava così: "Mercati Emergenti nel 2016: opportunità di investimento o meglio evitarli?" Lo confesso,malgrado abbia fatto per 30 anni la consulente finanziaria per Banca Intesa, prima ancora Banca Commerciale Italiana, non ho mai amato i mercati, se non quelli rionali o di qualunque Paese. Ma col tempo mi sono accorta che sono un luogo molto indicativo per la Finanza globale, dove le donne rischiano la vita e muoiono come mosche, senza un perché, in certe mattine di strage.

Per anni quando eravamo ancora dei ragazzini ci hanno detto che in Bangladesh si moriva di fame e le mamme invitavano i loro figli a mangiare; sicuramente la Chiesa ci faceva giungere immagini desolanti, chiedeva oboli per le missioni.

Cosa è cambiato oggi? L'Unicef dichara: "Crescere in Bangladesh significa diventare grandi in un paese in cui il 43 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Trenta milioni di bambini vivono in famiglie che non sanno come registrare la nascita dei loro figli né che cosa sia l’acqua pulita, che non possono permettersi di mandare la prole a scuola e che praticamente non hanno alcun accesso all’assistenza sanitaria. Quest’infanzia non è vaccinata, soffre di malnutrizione cronica, deve lavorare duramente per contribuire al sostentamento della famiglia o è costretta al matrimonio in tenera età. Le conseguenze sono un elevato tasso di mortalità materna e infantile, matrimoni precoci, lavoro minorile, violenza e sfruttamento. Le giornate dei bambini che in Bangladesh lavorano nell’industria del tabacco, del metallo e dei tessili, smantellano navi o raccolgono rifiuti sono incredibilmente dure. La povertà costringe in questo paese oltre sette milioni di minori a svolgere le mansioni più pesanti invece di andare a scuola"

 

Era settembre 2012 quando scoppiò l'incendio alla Ali Enterprises, fabbrica di abbigliamento di Karachi, in Pakistan, causando la morte di 254 persone e il ferimento di 55 lavoratori e lavoratrici:

"Poche settimane prima del disastro, la fabbrica era stata ispezionata dalla società italiana di revisione RINA che aveva accordato la certificazione SAI (Social Accountability International) 8000, nonostante la fabbrica non avesse uscite di emergenza, avesse le finestre sbarrate, non fosse registrata e avesse un intero piano costruito abusivamente. Da quella tragedia, oltre 1300 lavoratori e lavoratrici del settore tessile sono morti in Asia a causa dell'insicurezza dei posti di lavoro. Migliaia di altri lavoratori sono sopravvissuti, ma la loro vita è cambiata per sempre."

C'è del vero in tutto, sotto sotto ed emerge come un iceberg che non puoi abbattere con un colpo. Poi è di ieri sera, domenica 3 luglio, la notizia che a Baghdad due autobomba hanno fatto 126 morti, di cui 25 bambini. La polizia, aggiunge che i feriti sono circa 150.

La dott.ssa Ishrat Shamim, del Dipartimento di sociologia dell'università di Dhaka, illustrò nel giugno del 2014 alcune statistiche: "Tra il 2001 e il 2007 circa 1.618 bambini sono caduti vittime del traffico. Di questi 825 erano maschi e 793 femmine. In linea generale il numero si è ridotto nel corso degli anni. In Bangladesh i bordelli conosciuti sono 13: il 42% delle donne e dei bambini che vi lavorano hanno iniziato tra i 13 e i 17 anni."
 

Eticamente riporta: "A Rana Plaza, l’edificio-fabbrica di Savar, alla periferia di Dhaka in Bangladesh, nel 2013 ci fu un incendio che colpì una di queste fabbriche, i morti furono circa 1.100 e in due anni nulla è stato fatto per migliorare queste condizioni di lavoro le condizioni di sicurezza nel settore sono a dir poco inesistenti, come da tempo denunciano molte Organizzazioni Non Governative di tutto il mondo.Qualcosa però si è mosso nelle coscienze delle persone e quest’anno si festeggia il secondo anniversario del Bangladesh Fire And Building Safety Agreement Signatories, un accordo firmato il 15 maggio 2013, giuridicamente vincolante per cinque anni tra i brand e i rivenditori a livello globale e le organizzazioni sindacali, volto a realizzare un ambiente di lavoro sicuro nel settore del industria in Bangladesh.La manodopera costa molto poco: lo stipendio minimo mensile è di 37 dollari al mese (circa 28 euro), meno dei 61 dollari della Cambogia e dei 150 dollari della Cina, i diritti dei lavoratori sono praticamente inesistenti, lo scopo dell’accordo è quello di consentire un ambiente di lavoro in cui nessun lavoratore deve temere incendi, crolli o altri incidenti che potrebbero essere evitati con misure di salute e sicurezza ragionevoli". 
 

https://www.youtube.com/watch?v=R0Gnv0HO80U

Wikipedia ha dedicato una voce ai Bambini di strada in Bangladesh: "... I bambini di strada non vanno a scuola; invece vendono le cose per le strade o fanno altri lavoretti come i loro genitori guadagnando meno soldi o non essendo protetti in alcun modo. Si stima che ci siano più di 600.000 bambini di strada che vivono in Bangladesh, il 75% dei quali vive nella capitale della nazione, Dhaka. In un paese classificato al 138° posto nell'indice dello sviluppo umano e dove il 50% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, questi bambini rappresentano il livello più basso in assoluto nella gerarchia sociale, nella nazione più densamente popolata del mondo. Al giorno d'oggi la popolazione di questo paese è in costante aumento, e il numero dei bambini di strada è aumentato anch'esso fino a giungere ad una cifra stimata di 4 milioni di minori abbandonati..."
 

https://www.youtube.com/watch?v=bqh3ZlMlRK8

Le missioni sono diventate di pace, come se la pace non fosse strettamente legata alla guerra e alla fame. Apprendo oggi da certi commenti che, su FB, i nove italiani sembrano diventati tutti capitani d' industria, sfruttatori del lavoro asiatico... 

Potrei raccontare di Simona Monti, una delle 9 vittime italiane dell’attentato a Dacca, in Bangladesh, 33enne originaria di Magliano Sabina: era solo un tecnico della produzione che si occupava del controllo qualità della “Mauli”, ma è inutile riprendere caso per caso le vicende dei 9 nostri connazionali uccisi tremendamente.

 

La stampa tutta riporta che i 5 o giù di li  dell' apocalisse a Dacca, sono tutti di buona famiglia, e hanno studiato... non solo questa strage.
Doriana Goracci

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