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Arresti a tempo e propaganda. E continuate a sottovalutarlo

No, giusto perché vorrei non ci si illudesse: l’uomo è forte, imbattibile, armato fino ai denti, e si continua – dopo 16 anni – a sottovalutarlo. Adesso, non si badi alle statistiche e al sentore di fine di mondo che gli gravita attorno: le prime sono sovvertibili, due settimane. Il secondo, appunto, sentore. Null’altro. E’ capace di portare sul ring, quello, e lì finirti. Roberto Saviano ha deciso di indossare i guantoni – rischiando probabilmente di annientare la propria carriera giornalistica -, difficile che possa abbandonare il campo a pugni alzati. Chi può raccontarlo? Chi può vantarsene? Nessuno. L’eliminazione pubblica dell’avversario. L’arma: la comunicazione.

Perché si trascura la più importante, se non l’unica, chiave interpretativa dei fatti, di questo e di tutti gli altri: quella mediatica.Saviano, in due giorni, è stato distrutto – detto scandendo le sillabe. Che le argomentazioni da lui portate siano concrete, credibili, fallaci, poco importa: disinnescato dalla compagnia del devasto. Detonazione televisivaarresto di Iovinenotizie di finiani pentiti – più del pentimento stesso – di nuovo rotta Pdl, la reazione gagliarda – bisogna ammetterlo, reattivo quasi fino al credito - di Maroni, le sapienti azioni di discredito in genere.

Ecco, convincetevene. Vale solo quello: ogni parola è media, ogni azione è media, è opinione pubblica, e in quella bisogna far breccia, influenzare e muovere la valutazione d’ogni singolo spettatore o lettore. Ed è oggettivamente impossibile, a scenario imposto: non c’è monologo o lettera aperta di dimissioni, accusa pubblica o dichiarazione al vetriolo che non possa essere deviata, oggi, sul campo della querelle sterile, della contrapposizione quotidiana e strumentale, senza che si possa scindere il vero dal falso. E’ così per tutti gli elenchi del Tg5, gli arresti con l’orologio all’occhio, la decostruzione dei programmi d’infotainment, il dubbio balenato dalla stampa di certa estrazione, persino la commuovente, rinnovata piaggeria di Studio Sport, l’astuto annichilimento civile di Striscia la notizia, eccetera eccetera eccetera eccetera.

Nulla impaurisce la corazzata. Perché corazzata mediatica, questo è il senso. Niente festoni e preparativi di fine ciclo. Non c’è il cadavere. Decide lui, deciderà il suo corpo. E finché potrà condizionerà l’andamento della giustizia, dell’opinione informata, della coscienza da telespettatore, dei meccanismi formali. Continuate a sottovalutarlo. Lui, e tutto ciò che può. Convinti che possa bastare un’affermazione caustica, un’orazione civile, una manifestazione di dissenso partecipata, una primaria finalmente riuscita, una trasmissione televisiva, ad abbattere la prepotenza di un circo pervasivo e assordante, che ha preso le misure a competitori politicicritici di stampa e tvfunzionari di Stato. Da sempre e per tanto. Adesso tocca a Saviano.
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