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Aria di regime in TV

Nei dibattiti televisivi la Casta continua ad attaccare la magistratura.

Le prove tecniche di regime si fanno nei salotti televisivi, è risaputo.
In questi giorni ne stiamo avendo la conferma nei dibattiti "estivi", dove l’informazione corre leggera tra un bagnetto e l’altro (per chi se lo può permettere).
L’altra mattina a Omnibus Estate, non credevo ai miei occhi quando il socialista Gavino Angius (ex diessino, trombato quest’anno dal Parlamento e quindi premiato con un vitalizio di quasi 9.000 euro), arringava i giudici rispolverando il vecchio amato teorema, molto cossighiano di questi tempi, dell’attacco dei magistrati al potere politico, che sovverte il risultato elettorale e sostituisce la democrazia con il governo dei "manettari".
Si riferiva all’arresto di Ottaviano Del Turco, inchiodato dalle dichiarazioni del manager della Sanità Angelini, ma il ragionamento potrebbe tranquillamente estendersi a Berlusconi ed a qualisiasi politico che i giudici osino solo "indagare" o addirittura processare (non sia mai lo sbattessero in galera!).
E’ ormai un vecchio ritornello che la Casta ama ripetere a voci unificate, e magari il pubblico che assiste distratto alla fine crede veramente che siamo una democrazia in pericolo perchè il potere giudiziario si permette di essere libero e indipendente da quello legislativo.
A conferire un minimo di dignità al dibattito c’era per fortuna il giornalista Gianni Barbacetto, in collegamento esterno, quindi in difficoltà rispetto agli ospiti in studio, che ricordava come il vero problema in Italia fosse la corruzione, la criminalità, il malaffare, la cattiva politica, e non i giudici o i pm.


Parole sagge ma purtroppo cadute nel vuoto, in un ambiente in studio che tendeva ad isolare le timide voci libere, conferendole un’etichetta di "faziosità" e "testardaggine".
Il signor Angius dovrebbe sapere che per esempio negli ultimi anni in una regione come la Calabria c’è stato "un solo" condannato per corruzione in via definitiva.
L’unico sfigato che poverino si è fatto beccare in mezzo a tanta impunità.

Altro che minacce dei giudici e corbellerie simili.
L’Italia è entrata in un tunnel pericoloso, dove chi afferma principi ragionevoli viene preso per pazzo e chi sbandiera frasi assurde e sciocche diventa il punto di riferimento con cui "dialogare".

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