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Arcivescovo di Udine contro le banche: "Indemoniati" come kamikaze di Bruxelles

L'arcivescovo di Udine e i banchieri, ovvero: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? (Matteo, 7:3-5)”

E’ giunto tanto puntuale quanto inatteso, l’anatema lanciato da Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, contro gli ambienti bancari e finanziari, durante l’omelia pronunciata in occasione della Messa del Lunedì dell’Angelo, celebrata con i detenuti del penitenziario di Tolmezzo.

Nell'evenienza, il prelato ha apostrofato in maniera inusitata quegli ambienti, definendoli “indemoniati come i kamikaze”, e aggiungendo che “le guerre sparse nel mondo non possano essere la soluzione ai problemi sociali e umanitari”, ma che siano soltanto “distruttrici di speranza”.

Premessa l’assoluta condivisibilità di quelle parole, non si può tuttavia evitare di soffermarsi su una importante riflessione nel merito: sembra infatti alquanto strano che l’arcivescovo e il contesto dallo stesso rappresentato, si rendano conto soltanto adesso della dirompente portata socioantropologica delle farneticazioni neoliberiste imposte dalla finanza internazionale, grazie al dirimente contributo offertole da coacervi “politici” come quello superlativamente espresso dal laleologo Matteo Renzi e dai suoi fiancheggiatori di ogni pigmentazione “politica”, uniti nel depravante intento di saccheggiare l’identità e la sovranità nazionale degli italiani.

A quanto pare, tanto l’ercivescovo Mazzoccato, quanto i suoi vertici gerarchici, si rendono stranamente conto soltanto ora di quale sia e dove si annidi veramente il Male. Quello autentico. Quello più subdolo. Quello peggiore. Quel Male che ogni vero cristiano dovrebbe sempre e comunque fuggire. Già: i cristiani. Per di più, autentici. Qualcosa divenuta ormai pressoché inesistente. Persino dentro le fortificate mura vaticane. Al cui interno dovrebbero invece trovare la loro sede elettiva.

Quel che emerge poco chiaramente da quella omelia, è se essa sia scaduta al ruolo di mero esercizio retorico di fronte a una sprovveduta platea, o se abbia rappresentato un momento di seria meditazione rivolto in particolar modo al mondo clericale, al quale dovrebbe competere il prioritario compito di attenersi al dettato cristiano.

L’arcivescovo di Udine, citando i banchieri e i finanzieri, avrà inteso riferirsi anche, o meglio in primis, a quelli vaticani? Le sue parole, sono state rivolte anche, o meglio in primis, ai responsabili dello IOR (Istituto per le Opere Religiose)? Le sue parole, sono state rivolte anche, o meglio in primis, al suo diretto superiore, preso a incantare le plaudenti folle calzando scarpe “normali” e portandosi la borsa, e ai cardinali? Ricordandogli magari che, nell’esercizio delle proprie funzioni, dovrebbero contemplare il principio per cui “Il tuo dire sia sì sì, no no, perché il di più viene dal maligno (Matteo, 5,37)”? Perché in questo dovrebbe distinguersi un cristiano da un capo di Stato. E non basta. Perché avrebbe dovuto anche ricordare ai medesimi che “La mia casa è una casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri (Matteo, 21,13)”. Dal momento che tale diventi un luogo di culto ospitante istituti bancari che per loro propria natura vivano immersi nello “sterco del diavolo”. Atteso che, ovunque regni quest’ultimo, esistano soltanto conflitti e divisioni. D’altronde, “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a Mammona (Matteo, 6,24 e Luca,16,13)”. Vale la pena ricordare che, nei Vangeli, Mammona indichi la personificazione del denaro e di ogni altra idolatria mondana.

Che il mondo finanziario da sempre aizzi conflitti in ogni angolo del pianeta, non rappresenta una novità. Perciò, senza affrontare il problema a monte, “le guerre sparse nel mondo non possono essere la soluzione ai problemi sociali e umanitari”, ma sono solo “distruttrici di speranza”, poiché fonti di potere e di guadagno per un pugno di depravati criminali.

Al di là delle sortite di circostanza, buone soltanto per accattivarsi le simpatie delle sprovvedute folle, sarebbe meglio tener sempre presenti le parole di Hans Kung, uno tra i più apprezzati teologi cattolici, il quale scrive: “ Le religioni non sono servite ad avvicinare fra loro gli esseri umani”. Indubbiamente, per aver anteposto Mammona al loro Dio. Su questo dovrebbero riflettere i cosiddetti religiosi e i loro adepti, prima di avventurarsi in affermazioni di circostanza.

 

 

 

 

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