La città non merita colate di cemento.

Adesso, Sindaco, urge il coraggio dell’intelligenza. La crisi non ammette chimere. Firenze non merita due buchi faraonici TAV di oltre 6 km, barriere sotterranee lunghe 2200 metri, decine di migliaia di tonnellate di cemento colate nella falda a sfidare edifici civili e manufatti storici che ci fanno patrimonio mondiale dell’UNESCO. Gioverebbero poi altre scosse al sistema nervoso di una popolazione già tanto provata? ASL e ARPAT pronosticano conseguenze non trascurabili su qualità della vita, salute, ambiente, mobilità. Ma quelle carte sono state nascoste sotto il tappeto. La città non è stata consultata, non è stata informata. In cambio di cosa, alla fine? Il trasporto collettivo su ferro, già poco decente, si prepara a diventare da terzo mondo! Lacrime e sangue promette il premier dal sorriso facile, mentre il futuro è da anni sotto una pesante ipoteca bipartizan che pagheranno figli e nipoti e pronipoti. Di tutto avrebbe avuto bisogno il Mugello meno che del cemento facile che ha prosciugato pozzi e torrenti. Di tutto avrebbe bisogno Firenze meno che di un assedio che divora erario e minaccia di bloccare e far barcollare la città. A cosa servirebbe allora, giocare la carta della sola stazione Foster e avallare i due mega-tubi quando è tutta un’idea di ‘crescita’ che è alle corde? Mezze verità non servono senza una strategia di fondo plausibile. Non è il momento di piccole glorie transitorie. Adesso è d’obbligo l’intelligenza. La prudenza. La parsimonia. La lungimiranza.