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Appello Dell’Utri - 15a puntata

La ricostruzone degli intrecci mafio-politici del ’92-’94 raccontati dal pentito Nino Giuffré nelle sue deposizioni al processo Dell’Utri.

In tutto questo parlar di papelli, pizzini, fogli strappati e trattative si rischia di non afferrare il senso dei vari avvenimenti, di non riuscire ad incastrare le varie notizie al loro posto. Per provare a ricostruire queste vicende, cercando di far combaciare fra loro i vari pezzi del puzzle, vi propongo, in queste puntate estive, un documento finora inedito sul web. La trascrizione delle deposizioni rese il 7 e il 20 gennaio 2003 al Tribunale di Palermo dal pentito Nino Giuffré, tuttora agli atti del processo Dell’Utri.

Antonino Giuffré è uno dei più importanti pentiti di Cosa Nostra di sempre. Ha collaborato in moltissimi processi ed indagini, anche in quelli sulle stragi, data la sua posizione di vertice in quanto capo mandamento di Caccamo e quindi componente della “cupola”. I giudici del Tribunale di Palermo, nella sentenza Dell’Utri di primo grado, scrivono che la sua attendibilità <<deve ritenersi fuori discussione>> in quanto <<il quadro d’insieme delineato dal Giuffré sul tema della politica è stato pienamente riscontrato dalle altre acquisizioni dibattimentali>>.

Pubblico oggi la prima parte delle deposizioni di Giuffré.


Pm Ingroia: Senta, lei ha fatto riferimento all’onorevole Salvo Lima. L’omicidio dell’onorevole Salvo Lima si inserisce in questa logica? Cioè costituì la sanzione definitiva, da parte di Cosa nostra, di questa rottura di rapporti con un certo settore della politica?


Giuffré: Si è chiusa un’epoca, signor Procuratore.

Pm Ingroia: Quando lei dice si è chiusa un’epoca eh... significa che Cosa nostra, con l’omicidio dell’onorevole Salvo Lima voleva chiudere un qualsiasi rapporto con la politica o voleva chiudere quel rapporto con la politica per aprirne altri?

Giuffré: Con quell’omicidio si è chiuso un rapporto che, come ho detto, non era più ritenuto affidabile, perché all’orizzonte se ne prospettava un altro più affidabile. Si chiude un capitolo e se ne incomincia ad aprire un altro.

Pm Ingroia: Ed allora, vuole riferirci, riferire al tribunale e a tutti noi, a quale altro capitolo lei deve riferirsi, a quale altro capitolo guardava cosa nostra?

Giuffré: Anche per Cosa nostra, signor Procuratore, è stato un periodo di travaglio, come ho detto, e di sofferenza, perché eh... c’erano diverse... diversi motivi di insoddisfazione all’interno di Cosa Nostra. Eh... insoddisfazione nel campo eh... imprenditoriale, insoddisfazione nel campo processuale, perché, per la prima volta era stato fatto un maxiprocesso e le cose erano andate male, cioè eh... c’è tutto un complesso di cose e di travaglio, signor Procuratore, che, appositamente, insoddisfazione all’interno di Cosa nostra e non oltre anche di cattive figure, fatte da quelle persone che guidavano Cosa nostra e che non erano più in condizione di mantenere le promesse che avevano fatto. In modo particolare mi intendo riferire alle promesse di Salvatore Riina e in modo particolare, per quanto riguarda i processi, perché diceva sempre che la situazione si doveva risolvere nel migliore dei modi possibile, che male che andava doveva ritornare come prima. Invece, ci eravamo resi conto che si andava sempre più male, ripeto, signor Procuratore, con l’omicidio di Lima, si chiude un’epoca e si apre un’altra epoca, perché come le ho detto, si vede all’orizzonte un nuova formazione politica che dà delle garanzie che la Democrazia Cristiana o, per meglio dire, parte di questa non dava più. Questa formazione politica, per essere io preciso, è Forza Italia.

Commenti all'articolo

  • Di paolo praolini (---.---.---.121) 28 luglio 2009 22:42

    Interessante questa testimonianza.
    E’ veramente una chicca, viene per la prima volta esternato il legame tra mafia e Forza Italia a conferma di un rinnovato rapporto con la politica.
    A questo punto aspettiamo che a Settembre venga a testimoniare Ciancimino nel processo a Dell’Utri.
    Ne vedremo delle belle.

    • Di Federico Pignalberi (---.---.---.42) 28 luglio 2009 23:03

      Interessante, ma non è la prima (prealtro è datata di sei anni). Ve ne sono molte altre, di diversi pentiti, concordi nelle loro testimonianze. Quella di Giuffré è fra le più complete perché collega le difficoltà di Cosa nostra, e quindi le richieste del papello, alle garanzie che assicurava Forza Italia, ai rapporti di Berlusconi con Mangano negli anni ’70. Giuffré ha anche raccontato (leggeremo nella prossima puntata) in modo preciso quali furono gli impegni che assunse Forza Italia con Provenzano, tramite Dell’Utri. Messi a confronto con quelli del "papello" e con le riforme realizzate in 15 anni, fanno venire qualche brivido. A chi non se lo aspetta.

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