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Apocalisse, uno spettacolo

Apocalisse è la parola chiave. Ci pare attuale, come se fosse adatta in particolare a questo tempo. Ma non è così: apocalisse è parola adatta a ogni tempo e a ogni luogo. La crisi economica ci appare epocale, solo perché ci siamo dentro. La storia le darà giustizia, dirà quanto sarà stata grave davvero, al tempo stesso la appiattirà sulle molte, terribili crisi della storia umana per cui si è parlato di Apocalisse. E sempre, proprio sempre sbagliando.

Apocalisse infatti è parola greca che nulla ha a che fare con la fine del mondo, ha però a che fare con qualcosa di misterioso e complesso e a suo modo terribile, significa cioè Rivelazione.

Deve il suo nome al testo di Giovanni, è l'ultimo libro della Bibbia. Deve il suo significato traslato e deviato sia al testo oscuro, simbolico e, in effetti, pieno di catastrofi, soprattutto però a un'interpretazione errata, volutamente o meno.

Uno dei massimi esperti di Apocalisse è il professor Eugenio Corsini, che a lungo ha insegnato all'università di Torino prima sulla cattedra che fu del cardinal Pellegrino, di Letteratura cristiana antica e poi sulla cattedra di Letteratura Greca. Nel suo libro sull'Apocalisse, davvero libro e passione d'una vita, ha riportato alla luce il vero significato del libro, il messaggio non catastrofico, ma di speranza che deriva a ogni uomo grazie alla venuta sulla terra di Gesù Cristo. La speranza è rappresentata dalla conclusione del testo. La Gerusalemme celeste non è una città librata in alto sulle nostre teste, ma scende nel suo splendore fra noi, scende sulla terra. La Gerusalemme celeste è qui, l'Apocalisse come rivelazione è qui. Sempre, ogni giorno, in ogni tempo. Solo che noi dobbiamo vederla, dobbiamo aprire gli occhi su noi stessi e sul mondo.

Infatti rivelazione vuol dire che io vedo finalmente qualcosa, capisco qualcosa e agisco di conseguenza. In sostanza mi assumo delle responsabilità verso gli altri, verso il mondo e anche verso me stesso.

Proprio l'idea dell'Apocalisse rivelazione, tanto più attuale in questi tempi, sta alla base dell'ultimo spettacolo di Lucilla Giagnoni (grandissima attrice, trovate notizie su Facebook e sul suo sito), al cui testo ho collaborato anch'io.

Apocalisse è il titolo dello spettacolo e si fa riferimento proprio all'Apocalisse di Giovanni, rivelazione di un qualcosa che cambia la società, la storia. Ma vedere e cambiare la società, implica vedere e cambiare se stessi. E così al tema dell'apocalisse si arriva attraverso la vicenda del primo personaggio della letteratura occidentale che indaga in se stesso fino a vedersi per quello che veramente è, cioè Edipo. E così, tra Edipo Re ed Apocalisse di Giovanni in un monologo stringente in cui Lucilla Giagnoni mostra la sua superlativa bravura si dipana la nostra personale vicenda di persone che vedono e riconoscono se stessi per affrontare la apocalisse cioè la rivelazione e diventare uomini e donne nuovi che possono costruire cieli e terre nuovi.

 

Lo spettacolo sarà a Torino, al Teatro Astra dall'8 al 21 novembre (informazioni e prenotazioni TEL. 011 5634352 - [email protected] ) e a Brescia dal 23 novembre al 2 dicembre (informazioni e prenotazioni tel. 0302928611 – 0302928617 e-mail: [email protected] ). Seguiranno repliche in varie città d'Italia.

Nella Foto: l'Apocalisse in una tavola di Dürer 

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