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 Home page > Tribuna Libera > Anno uno dell’era renziana, giorno 4 post jobsact

Anno uno dell’era renziana, giorno 4 post jobsact

Vedremo subito se la riforma del lavoro sarà una vera rivoluzione copernicana: nel frattempo è bene registrare e tenere a mente alcune cose.
Primo: si doveva superare il dualismo tra protetti e non protetti.
Il dualismo rimane e se ne aggiunge un altro: quello tra quanti sono assunti prima jobs act e post jobs act (come dopo Cristo e prima di Cristo).
I primi sono tutelati anche per licenziamenti che un giudice terzo ritiene illegittimo. Gli altri no: dovranno essere loro a dimostrare che il licenziamento è nullo oltre che per motivi discriminatori.
 
Secondo: NCD, proponeva ulteriori modifiche al momento non passate. La prima, l'opzione opting out (bello no, mascherare in termini inglesi porcate che non si ha il coraggio di dire): la monetizzazione con un indennizzo extra anche dei licenziamenti per cui ancora è previsto ancora il reintegro.
Toh, peones esoso: non ti accontenti di quelle poche mensilità? Così vuoi rilanciare l'occupazione del paese?
 
La seconda, la proposta di introdurre anche il licenziamento per scarso rendimento. Che sarebbe un po' come tornare al cottimo, al Mimì de La classe operaia va in paradiso.
In quest'anno la maggioranza dei nuovi contratti sono stati stipulati a termine: riusciranno le norme sull'indennizzo in sostituzione del reintegro a far cambiare idea agli imprenditori? I grandi imprenditori dubito. I piccoli hanno forse ben altri problemi. 
Possiamo parlare della questione delle partite Iva, dei soldi per la disoccupazione che non sono sufficienti nemmeno per la crisi attuali...
 
Infine, la questione dei tavoli di crisi: il presidente del Consiglio Renzi ha twittato su Terni, Meridiana, Termini, Taranto, spiegando ai suoi followers che se queste crisi sono rientrate è anche merito del jobs act (e del governo).
 
Primo: se il governo ha affrontato i casi Termini, di Meridiana è perché i lavoratori sono andati dal papa, hanno occupato le piazze e le autostrade. Secondo, le crisi sono risolte ma solo sulla carta. A Terni nulla è scontato per i prossimi mesi, in Meridiana l'accordo prevede 1600 licenziamenti (non proprio una cosa piacevole). A Taranto non vorremmo rivedere un altro caso Alitalia: guadagni privati e perdite in carico al pubblico.
Se il governo intende risolvere i problemi del lavoro in questo modo, con spot e hashtag, faccia pure.

Il tempo almeno lui, è galantuomo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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