• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > "Animali Notturni", Tom Ford ci ricorda cos’è l’amore

"Animali Notturni", Tom Ford ci ricorda cos’è l’amore

Cosa rende indispensabile un’opera d’arte? Sicuramente la capacità di saperci dire qualcosa.

Nel caso specifico di un’opera cinematografica le possibilità che essa ha di comunicare con noi si ampliano automaticamente essendo valore intrinseco del cinema quello di poter sfruttare più piani per poterci raggiungere, dal piano visivo a quello sonoro passando per quello intangibile delle emozioni latenti in ogni spettatore e che un determinato film riesce ad attivare sfruttando i recettori individuali..

 

Parlando di un film come “Animali Notturni” il lavoro che esso compie nel "portare dentro" la storia lo spettatore e dialogare con esso si rivela essere un esercizio riuscito fino in fondo. Tom Ford sfrutta la propria esperienza per disegnare un vero prodigio di stile e sostanza.

Dopo l’ottimo esordio del 2009 avvenuto con il film “A Single Man” lo stilista e regista americano con “Animali Notturni” (di cui è anche sceneggiatore e produttore) fa un ulteriore passo in avanti offrendoci un connubio di passione e ricerca visiva.

La cifra narrativa della pellicola è chiara sin dalla prima inquadratura e altrettanto lo è lo scopo che essa si assume. 

Quello che la scena inziale ci offre è farci capire come l’intento sia quello di mettere letteralmente “a nudo” gli esseri umani con le proprie pulsioni e fragilità.

Il mostrare la nudità non è esercizio "osceno" perché il "l'osceno" di cui Ford ci vuole parlare è l'impudicizia di una certa classe borghese e del proprio mondo fatto di apparenza e ipocrisia.

La trama di “Animali Notturni” si svolge su due piani paralleli e questo va detto per l'importanza che questo schema narrativo ricopre.

La protagonista è Susan Morrow (interpretata da una magnetica ed eterea Amy Adams) gallerista d’arte moderna, che in passato, aveva compiuto la scelta di sposarsi in età molto giovane contraendo matrimonio con Edward Sheffield (portato sullo schermo da Jake Gyllenhaal che conferma ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere uno dei migliori attori della propria generazione) nonostante la contrarietà alle nozze della famiglia di lei causa su tutte la diversità di censo dei due.

Dopo le nozze Edward progetta per il proprio futuro di scrivere un romanzo mentre Susan alle prese con il dottorato universitario verrà presto colta dalla paura che in quel rapporto ella possa perdersi smarrendo così anche le proprie occasioni o forse ad incidere per la separazione coniugale sarà l'angoscia del doversi ritrovare in uno stato di insoddisfazione.

E così un incontro casuale la porterà tra le braccia di un altro uomo.

L'addio tra Susan ed Edward sarà anche correlato di una ulteriore sofferenza taciuta e che solo in seguito emergerà.

Con quest’altro uomo ella si sposerà in seconde nozze per poi ritrovarsi anni dopo al punto di partenza o forse peggio avendo sì da un lato una vita agiata (inserita in un contesto borghese, in linea alle proprie origini) e realizzata nel proprio lavoro ma una vita al contempo fatta di solitudine con una figlia lontana e con accanto un marito che non le presta attenzione e non si fa scrupoli nel tradirla.

Un giorno, tramite pacco postale, giungerà inatteso alle mani di Susan la bozza di un manoscritto di Edward, il quale rientrando così nella vita di lei dopo tanto tempo, le offrirà il priviliegio di leggerlo in anteprima.

Il volume stesso è inoltre a lei dedicato.

Ed è proprio questo romanzo, il quale si presenta sottoforma di un thriller dal titolo omonimo del film, che porterà la donna dentro un vortice di emozioni crude, istintive dove la vita e la morte danzano il loro infinito balletto.

Il racconto cartaceo prende forma con i volti dei due protagonisti che vivono così una vita parallela, entrando in una storia di dolore dove l'alter ego di Susan verrà uccisa dopo essere finita ostaggio di un gruppo di sbandati in un culmine di sadismo e follia

Il libro che la donna non riuscirà a smettere di leggere offre l’occasione attraverso una storia apparentemente lontana dai due protagonisti di rendere plastiche sullo schermo le sofferenze dell’uomo - scrittore che così tanto intensamente l’ha amata.

L'intreccio delle due realtà ci porta in una dimensione che potremmo definire "lynchiana" se non fosse che Ford non si sposta su una dimensione onirica ma radica i sentimenti nella realtà polivalente del racconto.

Descrivere però la trama di un film come questo non è per nulla semplice e forse è persino ingiusto, perché il doppio binario scelto dal cineasta americano rende un intreccio di meravigliosa angoscia e tensione emotiva difficilmente spiegabile a parole.

La dissolvenza che compone l’immagine della locandina è la stessa dissovelnza che si percepisce ad ogni inquadratura.

Il regista però in questo gioco non si diverte nello spiazzare ma cerca solo di affrontare in modo originale ed intenso questo schema di narrazione.

L’estetica del film è al completo servizio della storia, ad un certo punto è netta la sensazione di trovarsi dentro un quadro in movimento, un quadro che potrebbe essere benissimo opera di Edward Hopper (di cui il nome del protagonista potrebbe essere un rimando diretto) e non può non tornare in mente il celebre dipinto di Hopper “Nighthawks” che con questo titolo richiama gli stessi abitanti della notte a cui fa riferimento il film.

E’ necessario infine spendere una parola sulla scena finale del film la quale riassume in pieno l’essenza di un film che sviscera l'amore senza trascurarne la crudeltà che in alcuni aspetti può rivelare.

Ed è proprio l’assenza fisica del finale che “buca” lo schermo ricordandoci di come tutti almeno una volta nella vita siamo stati animali notturni, uccelli rapaci desiderosi di nutrirci di un brandello d’amore anche a rischio di diventare totalmente ciechi e non curanti che il buioi non è solo assenza di luce, perché amare intensamente un'altra persona può spaventare come procedere nell'oscurità.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità