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 Home page > Attualità > Cronaca > Anche la Camorra vuole gli Americani a Casal di Principe

Anche la Camorra vuole gli Americani a Casal di Principe

Non c’è solo l’acqua dietro la ritirata della Marina Americana da Casal di Principe. Ma anche la Camorra. In un’operazione coordinata dalla Dda di Napoli, lo scorso 29 settembre, furono sequestrati beni mobili e immobili per un valore di oltre 10 milioni di euro, intestati ad altri soggetti ma ritenuti nella disponibilità della primula rossa dei Casalesi, Giuseppe Setola. Tra gli immobili anche venti appartamenti intestati al fratello di Setola, Pasquale, e alla cognata, Giovanna Baldascino, nella zona di Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa. Alcuni di questi sono risultati occupati da militari statunitensi. Lo riporta il Mattino-Caserta di oggi.


I DOCUMENTI
. Per tutta la giornata di ieri, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise e uomini della Dia hanno passato al setaccio gli uffici dell’Housing Department della base della marina militare Usa di Gricignano, il centro interno che fa da tramite fra proprietari e affittuari, portando via una gran mole di documenti e contratti di locazioni. Sono circa 400 e prevedono dai 1500 ai 3000 euro di fitto al mese, per tre anni. Insomma, un vero e proprio business, nel quale si è buttata anche la camorra. E che ora rischia di svanire, almeno a Casal di Principe, dopo le analisi all’acqua dei pozzi artesiani (http://www.agoravox.it/article.php3...).

CI PENSA MARONI.
Intanto, il sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano ha chiesto al Viminale maggiore tutela per i suoi concittadini: in questo modo vanno in fumo centinaia di migliaia di euro. E parte la domanda-bomba: "Perché l’acqua è inquinata per gli americani e potabile per noi?". In realtà non lo sarebbe nemmeno per loro, almeno non quella dei pozzi artesiani, visto che le analisi delle Asl si riferiscono solo all’acqua delle condutture pubbliche, che non arriva in buona parte delle case di Arzano, Casal di Principe, Marcianise e Villa Literno. Guarda caso, proprio i comuni marchiati come "a rischio" dalla Us Navy.

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