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Amnistia e indulto: perché sono contrario

Iniziamo con un video a favore dell'amnistia e dell'indulto e chiariamo subito che la nostra posizione è contraria. Il video è molto interessante e contiene informazioni esatte, anche se presentate in maniera tendenziosa. Però ci si dimentica delle vere vittime di questi provvedimenti: coloro che subiranno violenza e saranno vittime dei reati commessi dai carcerati indultati che recidivi torneranno ad una vita criminosa. 

Tutti i politici che oggi sono favorevoli all'amnistia, poi saranno i primi a dispiacersi per le vittime, a manifestare la loro solidarietà e vicinanza, a rilasciare dichiarazioni televisive. Del resto si sa, è una guerra tra poveri. I politici, ed i loro famigliari, dall'alto della loro vita agiata, dei loro garage ben custoditi, dei palazzi con portiere, delle scorte, della macchina con autista, sono meno soggetti ad eventi di microcriminalità.

Operatori del settore ed anime belle, presentando in maniera distorta i dati statistici, minimizzano il problema. Diranno che sono poco più del 10% i recidivi dopo l'indulto del 2006.

Non ci diranno che l'80% dei crimini resta impunito (quindi è presumibile che il dato delinquenziale vada moltiplicato per 5). Non evidenziano che i dati statistici mascherano un numero di reati veramente alto: considerato che l'ultimo indulto ha riguardato ben 26.000 detenuti su un totale di 60.000, anche solo il 10% è una quantità di crimini veramente importante, senza considerare coloro che hanno beneficiato dell'amnistia (qui la differenza). Non ci diranno che visti dalla parte delle vittime i dati sono molto più allarmanti con vere impennate per alcuni tipi di reato.

Dati storici più affidabili, come quelli delle rapine in banca (sempre denunciato, a differenze di scippi, furti e stupri), evidenziano come, subito dopo i provvedimenti di indulto ed amnistia, il numero di reati commessi è più che raddoppiato, per poi stabilizzarsi su livelli più alti rispetto a prima. Pure gli omicidi risultano in lieve aumento dopo tali provvedimenti. Indulto e reati statistiche

Che i dati siano correlati risulta poi evidente dal fatto che tali variazioni sono più sensibili nelle regioni dove vengono liberati un maggior numero di detenuti.

Ora una sentenza della Corte di Strasburgo invita il governo Italiano a porre rimedio alla situazione carceraria di sovraffollamento entro il 28 maggio 2014.

La verità è che abbiamo una classe politica imbelle ed incapace che non ha mai voluto o saputo affrontare il problema rinviandolo di amnistia in amnistia. Si sa, meglio spendere i denari pubblici in consulenze, appalti e tutele per chi un lavoro lo ha già: così si possono accontentare clientele elettorali, aziende e cooperative amiche, ed il sindacato.

Poi a ben guardare i posti nelle carceri ci sarebbero, tra carceri nuove costruite e mai fatte entrare in funzioni ed ampliamenti mai ultimati, ma metterli a regime rappresenta un costo, anche solo in termini di personale. Ecco così che in regime di tagli, cosa c'è di meglio che sforbiciare una spesa che ancora non esiste, i cittadini non se ne accorgeranno e nessuno protesterà. 

Non è nemmeno in discussione di recuperare questi soldi intervenendo su finanziamento pubblico ai partiti, auto blu, soldi ai gruppi dei partiti nelle regioni, comuni e provincie e tutte gli altri innumerevoli privilegi della casta politica.

Ai nostri politici non importa neanche che il costo per mettere a regime nuovi posti in carcere, circa 70.000 euro annui a detenuto; sia molto inferiore ai costi dei reati, superiore ai 150.000 euro annui e senza tenere in conto vari aspetti ed alcune categorie di crimine, per non parlare del ben più importante dato "umano". Ma si sa, l'importante non è governare bene un paese, conta solo l'utilità che se ne può ricavare nel brevissimo periodo.

Eppure, invece di inutili palliativi destinati a posticipare il problema solo di qualche anno, esistono modi più efficaci per affrontare il problema in maniera definitiva: riduzione della carcerazione preventiva, pene alternative al carcere; espiazione della pena nei paesi di origine per chi è immigrato; depenalizzazione di alcuni reati di non pericolosità sociale; un piano carceri.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.243) 17 ottobre 2013 23:51

    aggiungerei che non tutti i reati necessitano di un carcere di massima sicurezza: bisognerebbe trasformare le ex caserme in carceri "soft" per i reati minori. Piu’ che vere carceri dei centri di riabilitazione dove imparare anche dei mestieri e a farsi rispettare non attraverso l’uso della violenza ma in quanto persone capaci di contribuire al bene della collettività.


    Ma le mie e le sue sono parole al vento: qui si tratta di salvare il culo a Berlusconi e trovare in quattro e quattro otto una soluzione efficace ad anni di menefreghismo.
  • Di Marco Oriolesi (---.---.---.17) 18 ottobre 2013 08:32
    Marco Oriolesi

    Grazie per il commento. Non c’è bisogno di convertire caserme ed altre iniziative costose, le carceri le abbiamo già costruite od ampliate, bisogna solo ultimarle ed aprirle.. cosa che costa molto meno ed è anche burocraticamente meno impegnativa.

    A mio avviso il problema non è Berlusconi (o per lo meno è solo una piccola parte del problema) quanto il numero veramente alto di processi relativi a fenomeni di corruzione, concussione, truffa allo stato, appropriazione indebita... che verrebbero amnistiati garantendo così una quasi impunità totale a tutti quei politici ed amministratori che si sono arricchiti alle spalle dei cittadini.

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