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Amministrative 2016 a Trieste: è giusta l’eventuale candidatura degli indipendentisti del Territorio Libero?

 
Nel 2013 rilevavo che, non casualmente a parer mio, l'originario nucleo del movimento indipendentista di Trieste, che si batteva e batte per la costituzione del TLT, nasceva subito dopo l'elezione di Cosolini (PD) a Sindaco di Trieste, che manteneva una linea politica sul porto vecchio ben nota e che è sfociata a colpi di emendamenti governativi, nella voluta via che condurrà all'urbanizzazione di quell'area immensa. E che le questioni del Porto Vecchio e del Punto Franco saranno le assolute protagoniste della campagna elettorale del 2016 è evidente, anche perché da lì passerà il futuro che verrà di Trieste e di buona parte dell'economia del FVG. Però formulavo, nel 2013, anche un quesito, ovvero “se avessero vinto le comunali il PDL al primo turno con i loro alleati, Lista Civica Dipiazza, Lega Nord, Lista Antonione, Partito Pensionati, Destra Sociale - Fiamma Tricolore sarebbe rinata la causa indipendentista triestina con tale forza?”. 
 
E già in quel periodo lasciavo trapelare la possibilità che il movimento indipendentista avrebbe potuto intraprendere la via elettorale. Poi, come è noto, dopo diverse sconfitte giudiziarie in primo luogo, ma vittorie politiche e di comunicazione, perché dopo decenni si è tornati a parlare di TLT ed indipendentismo a Trieste, sono maturate spaccature enormi, ed una componente importante, quale l'attuale movimento Territorio Libero – Svobodno Ozemlje , nata dalla "scissione" del gruppo originario, il 7 marzo 2015, si è espressa in modo positivo per il mandato finalizzato a partecipare alle elezioni amministrative del 2016. 
Ed ovviamente il dibattito è partito e con esso si avvierà, qualora troverà conferma la candidatura alle amministrative del Territorio Libero, un duello tra la componente originaria, ovvero Trieste Libera, ed il Territorio Libero. Tale duello riguarderà il fatto che una partecipazione alle amministrative altro senso non avrebbe che una legittimazione del sistema Italia, della sovranità italiana su Trieste e tutto ciò che essa rappresenta. Certo, in parte ciò è anche vero, così come è vero che anche ricorrere alla magistratura nostrana comporta un riconoscimento del sistema Italia e della sovranità italiana. Certo, si obietterà, che il ricorrere alla magistratura italiana sarebbe legittimo perché questa eserciterebbe su Trieste, come l'Italia, una sorta di amministrazione provvisoria. Ed allora lo stesso discorso dovrebbe valere anche per la partecipazione alle amministrative. 
 
Ma, sorvolando su tale diatriba di legittimazione o meno, che certamente terrà viva la discussione in città, delle questioni devono essere considerate. La prima è la profonda crisi che vive l'Italia e l'Europa, una crisi sociale, sistemica ed economica devastante che non ha soluzione se non con un ribaltamento del sistema oggi vigente.
 
La seconda è che in FVG, la nuova riforma degli enti locali, favorisce un sistema di accentramento rilevante, a discapito della democrazia partecipata e partecipativa minando seriamente l'autonomia dei Comuni, specialmente di quelli medi e piccoli, che poi in FVG sono la maggioranza. Che vi è un problema universalmente riconosciuto di omologazione e di gestione del bene comune a dir poco assurdo, assurdità ritenuta legale e legittima dal sistema dominante capitalistico, e l'esempio degli esempi è dato, a parer mio, dallo scempio della Baia di Sistiana con la realizzazione successiva di quello che ho chiamato presepio per ricchi. Vi è voglia di difendere la propria specificità ed identità.
Vi è voglia di dare un segnale concreto diverso, di ribaltamento più che di cambiamento. 
E la democrazia, nel bene o nel male, è uno strumento, anche se per come oggi operante di difficile utilizzazione, perché le regole stringenti poste in essere favoriscono i grandi partiti e le grandi corporazioni tagliando fuori ogni processo di opposizione, con la scusante di dover evitare la frammentazione. E come è noto ciò ha innescato un meccanismo diabolico che lega la rappresentanza politica alla disponibilità finanziaria e la disponibilità finanziaria è legata agli interessi che lobby di potere hanno in certi ambiti, senza guardare il colore politico, perché, oggi, in tale capitalistico sistema, il colore politico, in via di massima, è solo apparenza, strumento, ma non il fine. Tutto quello che contrasta con ciò deve essere demonizzato e spazzato via. La nostra Costituzione, fin dai primi dibattiti in sede di Assemblea costituente, ha difeso e rivendicato il principio di autonomia dei Comuni.
Principio oggi sistematicamente violato, dai tagli delle risorse a leggi che intervengono sul funzionamento burocratico del sistema dei Comuni. Partecipare e competere ad un processo elettorale amministrativo è legittimo ed ha un senso diverso nell'ottica proprio dell'autonomia che deve caratterizzare la vita di una comunità. Che il Territorio libero possa vincere le amministrative del 2016 a Trieste è difficile, che possano nascere alleanze con il così detto centro destra, creando una convergenza sulla questione del futuro del Porto Vecchio, è più facile immaginarlo nella fase successiva alle elezioni che durante la tornata elettorale, ma che un suo risultato positivo, in tale sede, possa porre diversamente in discussione l'esistente nella vita triestina ma anche nazionale è un dato di fatto incontestabile e che non dovrà essere ignorato.
 
Così come interessante sarà capire come verranno gestite, anche a livello comunicativo e di dibattito, le questioni in ordine alla Zona B del TLT, che vede i suoi territori rientrare, oggi, tra la Slovenia e la Croazia.
Su tale punto, comunque, delle perplessità sussistono, anche perché come è noto parte di un sistema nazionalistico e destro italiano, vuole ancora le "terre contese" in ordine alle questione del Confine Orientale e qualsiasi strumento di riavvicinamento potrebbe essere reputato utile.
Certamente il TLT non verrà costituito tramite una semplice partecipazione o competizione elettorale amministrativa. E si deve rilevare che la sua concezione originaria è superata non solo dalla storia ma dalla nuova geografia politica. Però è innegabile che nulla è eterno, che tutto è in movimento. Ogni processo è caratterizzato da diverse fasi e diverse gradualità, ed il contesto sociale devastante esistente certamente potrebbe favorire una grande autonomia per Trieste, se poi questa porterà ad altro, se avrà una sorta di effetto domino, chi può dirlo? Una cosa è certa, nel 2016 è il caso di puntare il faro dell'attenzione sulle elezioni amministrative di Trieste per capire che svolta vi sarà in questa città e che tipo di rappresentanza politica e sociale maturerà. Svolta che potrebbe determinare un segno politico importante non solo per le questioni interne del FVG ma anche per il resto del Paese. 
 
Marco Barone

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.21) 14 marzo 2015 17:21

    Qualche dettaglio sparso:

    "non casualmente a parer mio, l’originario nucleo del movimento indipendentista di Trieste, che si batteva e batte per la costituzione del TLT, nasceva subito dopo l’elezione di Cosolini (PD) a Sindaco di Trieste"
    E invece è stato un caso. I fondatori del movimento indipendentista hanno iniziato ad organizzarsi dopo che il valore e la vigenza delle leggi su Trieste e sul suo Porto hanno iniziato a diventare di dominio pubblico. Chi andava direttamente alla fonte della questione, non poteva che rimanerne impressionato: stare fermi senza fare nulla, con uno strumento del genere in mano, non era più un’opzione.
    Nessuna strategia politico-elettorale.

    Un aneddoto interessante che mi è stato confermato da più di un fondatore: fin dall’inizio, Giurastante incluso, nelle riunioni del movimento indipendentista si discuteva tranquillamente di elezioni. Abbiamo sempre detto di non voler partecipare alle elezioni italiane come parlamentarie o FVG – ma ovviamente, i comuni non rientrano in esse, visto che si tratta degli stessi medesimi comuni presenti nel 1947, e che (per esempio) già le elezioni del 1949 e quelle del 1952, nella zona A, si sono svolte utilizzando, per comodità, le leggi elettorali allora vigenti in italia.
    La questione anti-elettorale è stata portata avanti in modo del tutto personale da Roberto Giurastante. Per quale motivo, non è dato saperlo.
    Quindi, in sostanza, gli argomenti contro un’eventuale partecipazione sono quello che chiunque abbia mai analizzato la questione sa benissimo essere: un pretesto.
    Semplicemente, è uno strumento fra molti, e di certo non l’unico, che si intende utilizzare per ottenere determinati obiettivi.

    “se avessero vinto le comunali il PDL al primo turno con i loro alleati, Lista Civica Dipiazza, Lega Nord, Lista Antonione, Partito Pensionati, Destra Sociale - Fiamma Tricolore sarebbe rinata la causa indipendentista triestina con tale forza?”
    Probabilmente con ancora più forza, specialmente se si fosse ristabilita una giunta forzatamente italianissima e fuori luogo come quelle à-la-Dipiazza. Ma, in ogni caso, la questione destra o sinistra è del tutto indifferente: a parte il fatto che entrambi gli schieramenti hanno già ampiamente fallito, o si è a favore delle leggi in vigore e di un minimo di sviluppo per Trieste, oppure si continua a gestire (male) il declino verso un mega-ospizio, com’è stato palesemente fatto negli ultimi decenni.

    "sono maturate spaccature enormi": per nulla. Da una parte c’è chi ha provato a deviare un movimento (Paolo "mai eletto da nessuno" Parovel e Roberto Giurastante) con, se va bene, una ventina di adepti... dall’altra centinaia di cittadini che non si sono fatti fregare ed hanno agito compatti, a partire dall’estate scorsa. Non fatevi ingannare dal modo in cui gli scalcinati media locali gestiscono la questione: i valori in campo sono chiari, e tutt’altro che "divisi a metà". Da una parte c’è un movimento di popolo, da un’altra un ex-presidente sfiduciato da ben due direttivi (!) e (contro logica, oltre che contro ogni legge e/o ogni statuto) ancora incredibilmente qualcuno ci casca a crederlo in carica di qualcosa che non sia la sua stessa persona.

    Va ripetuto: non esiste alcuna "componente originaria", nè Roberto Giurastante ha alcuna titolarità ad auto-proclamarsi presidente di un movimento glorioso come Trieste Libera, che egli ha, nei fatti, distrutto assieme a Parovel.

    Non essendoci alcuna "componente originaria" (visto fra l’altro che tutti i fondatori di Trieste Libera, a parte Giurastante, hanno le idee ben chiare...), non può esserci quindi alcuna polemica a riguardo. A meno che la stampa non la imposti (per comodo, il classico divide et impera) in questo modo.
    Ma gli osservatori intelligenti farebbero bene a non cascarci.

    "Che il Territorio libero possa vincere le amministrative del 2016 a Trieste è difficile". Chissà. Forse è più facile di quanto sembri. Va ricordato che Cosolini ha vinto con poco più di 30.000 voti...

    "che possano nascere alleanze con il così detto centro destra, creando una convergenza sulla questione del futuro del Porto Vecchio, è più facile immaginarlo"... ma per l’amor del cielo: a parte la suddivisione destra-sinistra che a Trieste è, ancora più che altrove, puramente virtuale e quindi insensata.. per le alleanze con la cosiddetta destra, conviene piuttosto focalizzarsi sulla convergenza Parovel-Camber-Savino che, secondo molti, avrebbe portato al fallito tentativo di estromettere praticamente tutti da Trieste Libera, in modo da agevolare una sorta di "Forza Trieste" gestito dai soliti Camber-Savino and friends.
    Inutile dire che un piano così goffo gli è scoppiato in mano, e Territorio Libero nulla ha a che vedere con quella gente, proprio perché potrebbe essere nato e cresciuto nell’atto di uscire da una manovra politica, fallita, fatta partire proprio da quel gruppo d’interesse.

    "Certamente il TLT non verrà costituito tramite una semplice partecipazione o competizione elettorale amministrativa."
    No, e per il semplice fatto che è stato costituito il 15 settembre 1947.
    Però può essere rappresentato, normalizzato e reso fonte di sviluppo, proprio grazie ad un sindaco che sia a favore del Territorio Libero e che agisca di conseguenza, invece di essere supinamente sottoposto ad un’amministrazione inetta, illegale ed irresponsabile come quella italiana.

    "Una cosa è certa, nel 2016 è il caso di puntare il faro dell’attenzione sulle elezioni amministrative di Trieste"
    Perfettamente d’accordo.
    Chissà se l’amministrazione italiana con i suoi sempre più spompati lacché sarà in grado di farlo anch’essa, senza ricorrere alle ormai solite intimidazioni (vedesi i 37 indagati per "adunata sediziosa", avendo riesumato una legge fascista contro la libertà d’opinione), o alle solite e fantascientifiche campagne stampa di un quotidiano locale che sta riuscendo a fallire pur essendo in regime di monopolio?

    In ogni caso, se il Territorio Libero parteciperà alle elezioni comunali, parteciperà per vincerle, e non di certo per "quattro careghe", su questo non ho dubbi.

    • Di Marco Barone xcolpevolex (---.---.---.70) 14 marzo 2015 18:13
      Marco Barone

      Per la questione nascita dopo vittoria di Cosolini, ovviamente non faccio riferimento ad una banale questione politico elettorale, bensì al programma politico del PD riguardante la questione Porto Vecchio e Punto Franco; per componente originaria, ci tengo a precisare che mi riferisco al movimento trieste libera e non alle singole persone che vogliono rappresentarlo o chiamate a rappresentarlo ed elette/nominate per rappresentarlo; che vi sia stata una spaccatura è innegabile, per ragioni variegate che non sto qui a riepilogare, d’altronde ci sono due movimenti per il TLT più altri gruppi collegati all’uno od all’altro come si può vedere nei gruppi facebook; comunque la mia posizione critica sul TLT è nota, ma non per questo ho mai attuato strategie finalizzate a dividere per governare, figuriamoci poi io che mi batto contro il nazionalismo italiano per le vicende note del confine orientale...Penso che sia legittimo candidarsi alle amministrative, non la vedo come una cosa malefica o da demonizzare, anzi è un passo importante nell’ottica della democrazia e della partecipazione. rimangono ferme le mie perplessità per la questione Zona B, capisco che si voglia idealmente ricostruire il vecchio TLT, ma le cose oggi sono mutate ed i comuni facenti parte della ex Zona B devono rimanere alla Slovenia e Croazia, anzi penso che sarebbero anche altri i Comuni che spetterebbero di diritto alla Slovenia in primis, ora alcuni, ad esempio, rientranti nella così detta Venezia Giulia, ma questa è altra storia. Comunque seguirò con attenzione il tutto perché penso che la partita sarà veramente significativa visto che qui si parla anche di milioni e milioni di euro che riguarderanno l’immensa area del porto vecchio.

      cordialmente mb

    • Di (---.---.---.21) 14 marzo 2015 18:27

      Per la questione zona B, dopo anni la cosa più saggia sembra essere proprio la più semplice: lasciarla aperta, e che siano messi in condizione di decidere i cittadini stessi che vi abitano!
      Certo, questa non lascia spazio ad alcuna interpretazione "di comodo" da parte di molti, chi pro e chi contro. Tanto meglio.

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