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Aiuto ai migranti: sviluppi prevedibili

Forze dell'ordine bloccano la distribuzione per disordini.

L'attività di raccolta dei beni di prima necessità, nella provincia di Agrigento, è stata bloccata per l'impossibilità di inviarli nell'isola. Oggi ho ricevuto una e-mail dalla segreteria della Caritas agrigentina. Riporto per intero il messaggio:

"La curia vescovile riunitasi insieme al Vicario generale ha organizzato, per gestire l'emergenza Lampedusa, un coordinamento distinto per competenze e problematiche.

1. Ambito pastorale: per sostenere la pastorale dell'isola, dal parroco alla vita pastorale della comunità, per gestire i sacerdoti e i religiosi volontari dell'isola, le comunità che si alterneranno per varie iniziative pastorali, campi estivi;

2. Ambito Caritas: per l'ascolto e l'orientamento dei migranti e della comunità lampedusana; il reclutamento e la gestione dei volontari e l'attivazione e la gestione di servizi vari (docce, distribuzione abbigliamento, viveri...) nonchè l'animazione della comunità e dei minori.

3. Ambito comunicazione: per le comunicaizoni sugli aggiornamenti circa l'emergenza e le varie iniziative della diocesi per Lampedusa.

In merito alla raccolta dall'Uffico Comunicazioni fanno sapere che momentaneamente è sospeso qualsiasi invio a Lampedusa. Domenica, infatti, dopo una prima distribuzione di coperte, la questura e la prefettura hanno bloccato la distribuzione degli indumenti per un problema di ordine pubblico e di sicurezza. Quindi il tir è bloccato e presidiato dalle forze dell'ordine per evitare disguidi.

Vi comunicheremo ulteriori novità appena sapremo qualcosa. Intanto stiamo verificando la possibilità di stoccare il materiale che si è raccolto in un magazzino. Anche per questo vi aggiorneremo.

Vi ricordo comunque di concordare con la Caritas qualsiasi raccolta e iniziativa a favore di Lampedusa, per evitare di moltiplicare gli interventi creando difficoltà sull'isola, già abbondantemente provata.

La Segreteria"

 

Questa lettera, se confrontata con le varie notizie che parlano di pasti destinati soltanto a metà dei migranti, non stupisce. La rete organizzata dalla Caritas provinciale aveva raccolto indumenti che hanno riempito un tir di 90 metri cubi ed altro materiale ancora è rimasto nei depositi delle chiese. L'intento era quello di mandare il resto in questa settimana, ma la situazione sta degenerando sempre più. 

 

Non intendo entrare nelle spire deleterie dell'agone politico riguardo la questione, l'unico problema vero è il rischio epidemico che si rischia a Lampedusa. A questo proposito mi fanno riflettere le parole di Gino Strada nella puntata di Annozero dello scorso giovedì, della sua impossibilità ad intervenire direttamente. Come se lo stato volesse risolvere da sé quello che viene visto come un ingombro, alla stregua della Francia reazionaria impostata da Sarkozy.

 

Intanto ho sentito nuovamente il giovane studente che ha collaborato alla raccolta della scorsa settimana (per chi volesse leggere l'articolo precedente), mi dice che se lo aspettava. Era prevedibile una degenerazione degli eventi.

Sabato 2 aprile si troverà, come molti altri, a Trapani per manifestare accanto ai volontari della sede locale di Emergency e delle molte organizzazioni partecipanti.

 

Mi parla anche di come molti, nel suo ristretto campo d'azione, abbiano collaborato agli aiuti spontaneamente.

 

"Le basi - mi dice - sono poste per un percorso di consapevolezza. Se anche una persona soltanto si accorgerà di ciò che significa partecipare alla vita pubblica attorno a sè, avrò fatto molto".

 

Seguiranno aggiornamenti.

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