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 Home page > Tribuna Libera > "Aisha!, una fiaba di Leandro Malatesta

"Aisha!, una fiaba di Leandro Malatesta

Quella che di seguito propongo è una piccola fiaba scritta da me e che vuole parlare di quelle tante vite spezzate nel tentativo di cercare un futuro diverso e migliore. In un mondo sempre più schiacciato tra paure ed indifferenza ho pensato che il linguaggio della fiaba possa avere un grande significato e capacità di arrivare a tutti quanti:

 

AISHA

 

Il Mare è la casa più grande ed accogliente che ci possa essere.

Questo era quello che Aisha pensava.

Ella aveva tredici anni ormai e da adulta sarebbe divenuta una bellissima sirena con il corpo per metà donna e per l'altra metà pesce.

Aveva lunghi capelli scuri e due occhi color nocciola grandi e profondi come il mare stesso.

Insofferente alle regole cercava di adattarsi ad esse per amore del proprio padre Poseidone.

Così partecipava ogni giorno alle lezioni di storia, filosofia, matematica ma quella che lei amava di più era la lezione di canto, con una sorta di adorazione per la materia e per Taissa, la maestra che “veniva da lontano” con la voce d'angelo che insegnava alle piccole sirene l'arte canora.

Spesso si è creduto che il canto delle sirene venisse utilizzato per ingannare gli umani ma non c'era notizia più falsa di questa.

Le sirene al contrario cantavano per allietare i naviganti, le loro melodie erano sincere.

Forse erano le storie delle canzoni tanto intense quanto tristi ad ammaliare gli uomini nella speranza di un amore impossibile che sulla terra ferma non avrebbero mai trovato.

La canzone preferita di Aisha era “Un giorno andrai”.

Nei momenti in cui si sentiva triste iniziava a canticchiarla e la fiducia ritornava prontamente in lei.

Un giorno andrai e perdendoti nel profondo dei suoi occhi ritornerai a casa” era questa la strofa che preferiva, queste parole la facevano sognare ad occhi aperti.

Trovava inoltre sempre il tempo necessario per giocare a palla prigioniera che era uno dei suoi giochi preferiti, anche se sapeva che da lì a poco alcune cose sarebbero cambiate.

Era infatti questione di settimane e Poseidone Re del Mare nonché padre di tutte le creature marine l'avrebbe convocata insieme alle altre sirenette e avrebbe affidato loro un compito molto importante.

Aisha non aveva idea di cosa l'attendesse anche se aveva sentito dire che si sarebbe dovuta mettere “in viaggio”.

Ora però non era ancora giunto quel momento e anche se restavano solo pochi giorni ella voleva vivere appieno il proprio presente fatto di spensieratezza.

Dopo le lezioni di Taissa aveva preso l'abitudine di fermarsi e di chiedere all'insegnante se potessero insieme ancora proseguire nell'esercitazione canora ben oltre l'orario di lezione.

Taissa sapeva che questo non era consentito ma alcune volte cedeva alla richiesta e seguitavano a cantare anche quando tutte le altre allieve avevano già abbandonato l'aula dove si svolgeva il corso.

Cantare era davvero la cosa più bella che si poteva fare, ciò dava ad Aisha un senso di pace e attraverso la musica poteva vedere se stessa proiettata nel futuro; si vedeva una sirena che a sua volta avrebbe insegnato canto alle giovani sirenette facendo loro capire il valore di quell'arte.

Taissa inoltre le ripeteva spesso che “si canta non con la voce ma bensì con il cuore”.

Più il cuore era puro, più la melodia sarebbe stata perfetta”.

Aisha aveva riflettuto molto su queste parole anche se non le sembrava di capirne bene il senso.

Cosa voleva dire cantare con il cuore?

E un cuore da cosa poteva essere reso impuro?

Teneva per se questi dubbi, dato che non aveva il coraggio di parlarne con Taissa.

Forse è perché ella viene da lontano che dice queste cose che io non riesco a comprendere” mormorava tra se e se.

In realtà avrebbe anche voluto chiederle dove fosse “quel lontano” che accompagnava la maestra e ne anticipava la fama.

Tutte domande che rimasero inevase perché venne il grande giorno della chiamata a palazzo di Poseidone.

L'enorme castello si trovava al centro della linea del Corallo Rosso e per arrivare Aisha impiegò diverse ore di nuoto.

Si dice che la linea del Corallo Rosso era divenuta la Casa di Poseidone dopo che questi fu incoronato Re sconfiggendo in battaglia Sobek, il potente guerriero dalla testa di coccodrillo.

Sobek era un tiranno violento e malvagio e per questo Poseidone decise di sfidarlo in modo da riportare la pace nel regno del Mare.

E così fu, una volta che Sobek venne battuto, Poseidone instaurò un regno di grande prosperità.

Aisha giunta al castello si sentiva sfinita per il viaggio ma al tempo stesso aveva una grande vitalità data dalla curiosità per ciò che l'aspettava.

La cerimonia ufficiale iniziò con un gran banchetto dove si potevano gustare alghe di ogni tipo.

Ad Aisha mangiare piaceva molto e vedere quell'abbondanza di prelibatezze la rese davvero felice.

Oltre a lei erano presenti circa un centinaio di altre giovani sirene, alcune Aisha le conosceva e le erano amiche, altre invece le vedeva per la prima volta.

I toni erano conviviali e presero subito a discorrere e a scherzare insieme, ma questo clima rilassato venne interrotto quando tutte le presenti furono convocate in via ufficiale nella sala di Poseidone.

Ecco il momento tanto atteso, il momento che avrebbe segnato il destino suo e delle altre giovani.

Poseidone aveva una folta barba bianca e lunghi capelli dello stesso colore.

Era passato molto tempo da quando Aisha lo vide l'ultima volta.

In quell'occasione il Re del Mare le aveva svelato perché decise di chiamarla in quel modo.

Aisha, le aveva detto “è un nome che significa forza della vita” e “tu più di ogni altra mia figlia porti con te questa forza.”

Il sovrano sedeva su di un trono maestoso e il suo aspetto ostentava davvero grande sicurezza e controllo di ogni azione.

Mie carissime figlie è tanto tempo che non ci vediamo, ma sapete bene che avendo compiuto tredici anni inizia per voi una nuova fase della vostra vita. Ancora non sapete bene cosa sarà, ma leggo nei vostri occhi l'impazienza per l'arrivo di questo momento. In quanto vi sono padre ho bisogno del vostro aiuto per continuare a regnare con spirito di giustizia e di accoglienza”.

Furono queste le prime parole di Poseidone il quale venne poi al punto centrale dicendo: “d'ora in avanti avrete un compito molto grande. Dovrete lasciare le vostre case e nuotare lungo la linea di Glauco fino a raggiungere quello che gli umani chiamano Mediterraneo. In quel luogo ci sono persone, esseri umani che soffrono e noi creature marine che siamo creature di pace e misericordia dobbiamo portar loro aiuto. Dovete sapere che anche gli umani viaggiano attraverso il mare, ma essi compiono tipi di viaggio diversi tra loro; c'è chi viaggia per divertimento e chi invece lo fa perché costretto a fuggire da guerre e povertà sognando un futuro migliore in terre oltre l'infinito del Mare. Purtroppo in questi viaggi alcuni di loro vengono ripudiati dalla terra finendo nelle profondità delle Nostre acque ed essendo noi creature ospitali dobbiamo correre in loro soccorso. Così voi prenderete tra le vostre braccia queste persone cadute in Mare e soffiandogli sul viso gli darete una nuova vita come figli del Mare Onnipotente.

Questa è la vostra missione. Agite con il cuore puro e sarete la gloria di vostro Padre.”

Finito questo discorso Poseidone si alzò e scomparve all'istante.

Aisha avvertiva ora un grande senso di confusione, non riuscendo bene a capire quale fosse realmente il proprio compito in uno spazio di Mare per lei sconosciuto.

Come se non bastasse aveva ancora una volta sentito parlare di cuore puro; cosa volevano dire con questa affermazione sia Poseidone che Taissa?

Ma non era più tempo di interrogarsi, doveva come le altre sirenette mettersi in viaggio, percorrere la linea di Glauco fino al Mediterraneo.

Così ella fece e dopo un giorno di nuoto arrivò in quella che sarebbe stata la sua nuova casa, ma quel lembo di Mare non le avrebbe fornito solo alloggio.

Tutto quello che aveva detto Poseidone si presentò in una notte di tempesta.

Sulla terra Zeus sembrava essere molto arrabbiato vista la quantità di fulmini e pioggia che egli stava riversando dal cielo.

Aisha venne destata dal sonno da un gran rumore di voci e da una intensa luce gialla.

Alzò lo sguardo e vide sopra di lei l'ombra di una barca; ora le voci erano più chiare e si avvertiva sopra ogni cosa il giungere di un pianto.

In poco tempo Aisha non era più sola, infatti anche le altre sirenette che dimoravano nelle vicinanze raggiunsero il punto esatto in cui ella osservava ciò che stava accadendo in superficie.

Non ebbero il tempo di ragionare quando udirono un rumore sordo e videro diversi corpi umani cadere dall'imbarcazione in acqua.

Aisha non aveva mai visto un essere umano da vicino, li aveva studiati sui libri di scuola e sapeva che in qualche modo erano affini ma l'impatto ora fu certamente inaspettato.

Nell'incredulità generale le sirene mossero le loro pinne il più in fretta possibile per pervenire al soccorso dei bisognosi.

Aisha avvertiva una forza inattesa capace di sconvolgerla.

All'improvviso il Mare si popolò di uomini, donne e bambini.

Le giovani sirene muovendosi vorticosamente crearono un sodalizio dalla potenza unica.

Sembrava che le loro forze si moltiplicassero all'infinito.

Prendevano quei corpi tra le braccia e soffiando loro sugli occhi questi riaprivano le palpebre e sorridendo alle sirene anche i loro corpi da totalmente umani si tramutavano in metà uomo e metà pesce iniziando così una nuova esistenza nel regno del Mare.

Fu nel momento in cui Aisha soffiò il proprio alito vitale sopra il volto di un bimbo dai folti cappelli scuri che capì cosa volesse dire avere un cuore puro.

Le fu chiaro che non vi era alcuna differenza tra gli esseri viventi e che ad un cuore puro non importava se si possedevano gambe o pinne.

Capì che il cuore era l'unico motore capace di rendere uguali e consentire di vivere appieno la vita.

Mentre teneva stretto quel corpicino in attesa di un nuovo avvenire sentì fisicamente di condividere con quel bimbo lo stesso passato ed anche lo stesso futuro; si ricordò di come una notte di anni addietro fu lo stesso soffio di vita a trasformarla nella sirenetta innamorata del canto e del gioco a palla prigioniera.

Alla fine di questo ricordo Aisha chiuse le palpebre ed iniziò a cantare: “Un giorno andrai e perdendoti nel profondo dei suoi occhi ritornerai a casa” .

 

 

 

 

 

 

 

 

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