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Adozione, l’altra via alla maternità

 Secondo un rapporto ONU nel mondo gli orfani sarebbero più di 15 milioni. 

Ma non è una strada facile, tutt'altro.

Anche perché in Italia i bambini dichiarati adottabili sono un migliaio ogni anno, mentre le domande sono sempre oltre diecimila (anche se si sta registrando un calo sensibile delle domande).

Dieci coppie di genitori disponibili per ogni bambino, il che permette ai Tribunali di scegliere con accuratezza, ma frustra moltissime aspettative.

Contrariamente a quello che alcuni vanno sostenendo specialmente in questi ultimi giorni, essere genitori non è un diritto, almeno secondo la legge vigente, almeno per le coppie eterosessuali. Adottare è complicato e, visto che in Italia di orfani ce ne sono pochi, spesso si ricorre alle adozioni internazionali di bambini che già esistono senza volerne fabbricare di nuovi.

Secondo un rapporto ONU nel mondo gli orfani sarebbero più di 15 milioni. Ma chi ha deciso, con coraggio, di diventare genitore, attraverso l'adozione internazionale di un bambino, sa che dare vita alla tanto agognata famiglia vuol dire partire per un viaggio fatto di sfide, che mette a dura prova anche pazienza e portafoglio e spesso rimane frustrato. 

Fino a qualche anno fa l’Italia aveva il primato, era il paese con il più alto numero di adozioni al mondo. Oggi questo dato è in vistoso calo a causa della crisi, forse (l’adozione internazionale è oggettivamente costosa) ma anche a causa delle difficoltà buocratiche. Nel 2013 i bambini accolti nel nostro paese sono stati 2.825, mentre erano 3.106 nel 2012 e 4.130 solo nel 2010. Del resto in Italia calano anche le nascite, dall'inizio della crisi (2008) ci sono stati sessantaduemila nuovi nati in meno, la contrazione è evidente anche su questo versante.

Al generale impoverimento delle famiglie italiane causato dalla crisi, si aggiungono le difficoltà concrete legate al possesso di alcuni requisiti economici essenziali per poter presentare domanda di adozione.

Intanto, bisogna superare l'esame delle regole, contemplate dall'art. 6 della legge n. 184/1983 (come modificata dalla legge n. 149/2001), che disciplinano l'adozione e l'affidamento dei minori.

Le aspiranti coppie di genitori devono allegare alla richiesta di adozione una serie di documenti, tra i quali la busta paga e l'ultima dichiarazione dei redditi. Oggi molti coniugi si trovano davanti all'impossibilità di poter fornire certezze sulla loro continuità lavorativa e di conseguenza sulle entrate economiche, come i lavoratori precari o a contratto determinato. Queste coppie non possono far altro che rimandare la loro scelta e sperare in una futura stabilizzazione del loro reddito.

Il percorso dell’adozione internazionale in molti casi è talmente estenuante, avvilente e mortificante che le persone coinvolte non riescono nemmeno a parlarne. Alcune ASL richiedono addirittura 15 incontri, prima di preparare la relazione sulla coppia, da presentare al tribunale dei minori.

Attualmente le condizioni indispensabili per poter solo sperare in una adozione internazionale sono molte:

1) Essere sani: ogni malattia può diventare un handicap durante qualsiasi momento del processo.

2) Disporre di almeno 30.000 euro e avere la possibilità di assentarsi per minimo 3 mesi (più spesso 6) all’Italia, sempre che non sorgano intoppi ed imprevisti, ogni complicanza alza la cifra di migliaia di euro.

3) avere un lavoro stabile e ben retribuito, una casa comoda ed accogliente, con una bella stanza per il bambino, meglio se di proprietà. Spesso nel primissimo questionario del tribunale dei minori, che si può scaricare da internet, viene chiesto se si ha una seconda casa al mare o in montagna.

4) Ovviamente nessunissimo precedente penale, nemmeno da parte dei famigliari, neppure per una stupidaggine giovanile.

5) Essere regolarmente sposati da almeno 3 anni e non avere altri figli, altrimenti la richiesta ora viene automaticamente respinta, a meno che non si accetti un bambino ammalato (Aids) o handicappato.

6) Avere l’approvazione scritta dei futuri nonni con la quale dichiarano di essere assolutamente d’accordo con i figli nel voler adottare un bambino. Non dimentichiamoci che alcune persone anziane possono essere prevenute o creare dei problemi che impediranno totalmente la possibilità di adottare.

7) Avere un datore di lavoro che permetta agli aspiranti genitori di assentarsi per sostenere i lunghi colloqui e i soggiorni all’estero.

8) Essere pronti e disposti ad aspettare ANNI (tempo minimo tre anni, la media è di sei anni, ma molte coppie ne aspettano anche dieci), sopportare qualsiasi imprevisto, disguido, disinformazione; essere letteralmente giudicati, provocati; continuare a procedere senza mai nessuna sicurezza.

9) L’età è un fattore penalizzante.

A giudicare dai vincoli sembra proprio di poter concludere che A) “essere genitori non è un diritto” B) troppo spesso il desiderio di adozione viene deluso a scapito sia degli aspiranti genitori che dei circa 15 milioni di orfani in giro per il mondo.

Forse sarebbe il caso di parlare un po’ meno dell’utero in affitto per affrontare seriamente il problema delle adozioni “normali” delle famiglie. 

Foto: woodleywonderworks/Flickr

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