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Abruzzo: uccisi (per la seconda volta) dalla burocrazia

Ci avviciniamo al settimo mese dopo il sisma in Abruzzo. Di cose se ne sono dette e scritte tante. Si è parlato dello stato di allarme subito dopo il sisma. Dei soccorsi. Dei morti. Delle tendopoli. Della condizione dei terremotati, fisica, logistica e psicologica. E poi, del Decreto 39 per la ricostruzione ed i tanti equivoci e mancati chiarimenti per la ricostruzione. E delle inchieste – sembra insabbiate – sugli eventuali colpevoli delle costruzioni di molti edifici pubblici.
 
C’è stato il G8. Le polemiche. La rabbia degli abruzzesi. Poi, l’inizio di una lenta ricostruzione. Gli appalti dati ad altre imprese, in altre regioni. Le prime casette consegnate, con un po’ di confusione su chi le abbia realmente costruite e regalate.
 
Polemiche. Tragedia. Indignazione. Dignità. Stanchezza. E caldo. E poi freddo. E la pioggia nelle tendopoli e lentamente i Media che parlano d’altro: altri morti, altre scandalose situazioni.
 
Sono ancora migliaia le persone che vivono nelle tendopoli. Alcuni stanno già abitando nelle prime casette di legno. Molti, stanno aspettando la lunga fila per l’assegnazione dei prossimi alloggi.
 
Il commercio è praticamente bloccato. L’economia – ovviamente – pure. Lavoro non ce n’è. Soldi? Neppure.
 
Ma in tutto questo bailamme, cala la mannaia di una realtà conosciuta nel nostro Paese. Che non guarda in faccia mai nessuno. Che scompiglia ogni logica. Che non sente e non vede ragioni: la burocrazia.
 
Quel meccanismo che tiene il nostro Paese soggiogato da un Sistema che blocca invece di sviluppare. Che tormenta ogni azioni pubblica dei cittadini. Che semina rabbia e sgomento ogni qual volta ci si rende conto di come sia difficile fare ogni cosa. Lentezza che – in alcuni casi – diviene invece rigorosa precisione. Ed investe come una tormenta chi è già stato investito, corpo ed anima.
 
La burocrazia non fa sconti a nessuno. Nemmeno ai tormentati abruzzesi. Che si sono visti – in questi giorni – recapitare bollette del Gas dall’Enel per il periodo Aprile/Giugno. Esattamente il periodo in cui ha inizio questa Odissea nazionale. L’Enel comunica – solo in un secondo momento – che le richieste inviate sono frutto di un “errore”. Peccato dover constatare che solo “dopo” si risale ad un granello nel sistema.
 
E che dire delle bollette della Telecom? Addirittura il call center dell’Azienda ha contattato molte famiglie dell’Aquila e dintorni per “spiegare la motivazione degli importi salatissimi delle ultime bollette”.
 
E si rimane senza parole, di fronte a quell’Assicurazione che ha inviato un’ingiunzione di pagamento ad una famiglia di terremotati che hanno subito il crollo dell’appartamento e l’auto totalmente sotterrata dalle macerie. Per l’Assicurazione in questione, la famiglia proprietaria della vettura perduta avrebbe dovuto ben pensare di fare qualsiasi cosa per recuperare la targa della macchina: che diamine, scavare con le unghie fra le macerie si poteva, per non incorrere in penali ed ingiunzioni!
 
Insomma, si rimane sgomenti. Atterriti. Stupefatti. Indignati.
 
La macchina del Sistema continua a macinare vittime. Gocce di vita umana prostituite al grande idolo Denaro.
 
Nessuna comprensione. Nessuno sconto. Nessuna umanità. Solo ed esclusivamente, richieste che sempre più spesso hanno il sapore del genocidio piuttosto che di una Comunità di esseri umani. 

Commenti all'articolo

  • Di alessina (---.---.---.248) 28 ottobre 2009 12:09

     Sono in situazioni come queste che mi vergogno di essere cittadina italiana. Ma non tutto è ancora perduto,abbiamo dalla nostra parte un grande potere....il voto! L’Italia deve cambiare,gli italiani devono cambiarla! 

    • Di Renzo Riva (---.---.---.55) 28 ottobre 2009 18:39

      Per forza ci deve essere il gelo nelle tendopoli e deficienti coloro che pretendono di restarvi invece di andare in appartamenti messi a disposizione.
      Sono di Buja comune che ha conosciuto il "terremoto del Friuli del 6 maggio 1976".
      Si stava lavorando per il recupero delle case per passarvi l’inverno quando ulteriori terremoti dell’11 e peggio del 15 settembre 1976 posero fine all’alacre lavoro e la gente friulana riparò negli appartamenti della località turistica di Lignano. Dispiaciuti si ma non deficienti.

      Mandi,
      Renzo Riva
      [email protected]
      349.3464656

  • Di Aquilano Terremotato (---.---.---.126) 29 ottobre 2009 12:22

    le case a disposizione sono a 80-100 km da l’aquila ed erano a disposizione già dopo un mese dal terremoto. E’ ovvio che le tende dovevano essere tolte dopo un mese massimo due. Chi non c’è andato prima non può assolutamente andarci adesso con i figli a scuola e con le attività che devono assolutamente riprendere altrimenti cosa ci mangiamo? Le casse integrazioni sono ferme a luglio, il contributo di autonoma sistemazione a giugno, i commercianti non so come se la passano ma al 90% è tutto chiuso. Dopo quasi 7 mesi sono stete sistemate 2.000 persone a fronte di 30.000. Le persone sono infilate anche in case pericolanti e speriamo che non si ripeta una scossa forte. La città è chiusa e non supererà l’inverno. Le case sono senza i tetti e nessuno ha la possibilità di coprirle prima dell’inverno a meno che non ti raccomandi a qualche funzionario amico della Protezione Civile. Se si va via è chiaro a tutti che non ci sarà motivo per tornare. Solo a L’Aquila si è fatto scuola a 2°C nei tendoni senza banchi ed attrezzatura. Perchè mio figlio o si gela o perde l’anno scolastico?
    Bastava dire che le scuole aprivano a novembre e che le case sarebbero state consegnate l’anno prossimo e non tutto il contrario. Tutte le fandonie dette e che si dicono su L’Aquila sono un bleff del governo perchè non possono giustificare 300.000€ per un intonaco ad una scuola se poi gli alunni non ci sono oppure 900.000.000€ per il progetto CASE se poi gli aquilani si trasferiscono definitivamente sulla costa.
    Il progetto CASE sistemerà alla fine di dicembre, non come dice il TG5 per i quali sono già state sistemate 60000 persone, 17000 persone (50% + 1 degli elettori terremotati e sfollati) ma è già evidente che si passerà tranquillamente al 2010 (dovrebbero consegnare circa 50 appartamenti al giorno adesso e non lo stanno facendo). 
    A L’Aquila l’italianità a dato il massimo. Per soldi bruciati anzi, fatti girare ai soliti amici, abbiamo già battuto l’Irpinia. Dopo quello che ho visto a L’Aquila sia prima che dopo il terremoto anch’io mi vergogno di essere italiano!!! 

    La burocrazia serve a non fare quello che le leggi dicono ed uccidono per la terza volta gli aquilani.

    N.B. la seconda morte è avvenuta con 7 mesi di tende dove i giovani sono diventati vecchi ed i vecchi se ne stanno andando piano piano. Pensavamo di essere tutti Rambo ma siamo risultati un pò mollaccioni visto anche la vita che facevamo.

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