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Abbattimenti: a Bacoli le ruspe arrivano allo “Scalandrone”

Bacoli: sgomberi nel periodo natalizio per chi non ha santi in Paradiso.

Vedersi abbattere una sezione della propria abitazione ancor prima della decorrenza dei termini prevista dalla normativa nazionale: picchetti e motoseghe continuano la demolizione di una struttura sita in località Scalandrone all’interno della quale restano presenti un’anziana donna di 75 anni, una bimba malata che di anni ne ha solo 9, ed una neonata di 13 mesi.

Non si arrestano neanche dinanzi alle reiterate e pacifiche richieste di proroga, le disposizioni del capo degli uffici tecnici e del sindaco di Bacoli i quali, nonostante la gravità della situazione, decidono di restare ben lontani dall’abitazione di via Sibilla mandando sul posto due funzionari.

E’ stata scritta domenica, poco dopo le 10:30, una nuova pagina del capitolo “abbattimenti” che, dallo scorso 23 dicembre, sta interessando un garage ed una stanza di proprietà di Luigi Costagliola.

Locali posti sulla sommità della collina cumana bacolese presso i quali, in modo assolutamente inaspettato, si stanno accanendo le ruspe e le direttive degli organi giudiziari ed amministrativi locali e provinciali che, con una discutibile accelerazione, provvederanno a completare gran parte dell’operazione già nel primo pomeriggio di domani quando, secondo programma, sarà raso al suolo il garage di quella che si potrebbe tranquillamente etichettare come “abuso di necessità”.

Difatti, a differenza di quanto spesso accade sul territorio flegreo, i Costagliola, dopo aver lecitamente ristrutturato già nel lontano ’61 un rudere di campagna, hanno provveduto nel 1998 ad ampliare il proprio domicilio commettendo in tal caso un abuso edilizio che, nonostante le svariate richieste avanzate presso gli uffici competenti, non è stato possibile sanare con il “condono” del 2003, da cui sono escluse aree sottoposte a serrati vincoli paesaggistici ed archeologici come quelle similari ai comuni dell’area flegrea.

Una struttura che non denota quindi alcun tipo di speculazione ma che, per l’appunto, è abitata da due nuclei familiari strutturati, sino all’inizio di quest’anno, da una coppia di anziani e da coniugi con due giovanissimi figli a carico.

L’abbattimento quindi, già di per sé contestato dai proprietari e familiari della casa per via della tempestività con cui è sopraggiunto non dando la possibilità agli stessi di provvedere, nei 60 giorni richiesti, all’autodemolizione, ha denotato nella mattinata di oggi alcuni risvolti paradossali.

Da un lato una bimba malata che chiedeva spiegazioni ai genitori di quanto stesse accadendo a pochi centimetri dalla propria stanza, e dall’altra parte della porta d’ingresso (resa inaccessibile a seguito dei lavori di abbattimento) operai indotti, senza freno, a buttar giù una scalinata d’accesso.

D’altronde, laddove non arrivano orde di manifestanti ed in quei luoghi in cui il potere del politico di turno è andato via via affievolendosi, sembra quasi impossibile frenare l’impeto dell’autorità amministrativa che, nel rispettare le disposizioni giudiziarie, si erge a leone contro chi forza non ha, adagiandosi poi a connivente pecorella laddove si presentano i celeberrimi “amici degli amici”.

E’ inevitabile perciò, dopo aver puntualizzato le differenze esistenti tra “abusivismo di necessità” ed “abusi speculativi”, non dedicare anche poche righe a coloro che, incuneandosi con destrezza proprio laddove risulta essere assente lo Stato e la Politica, sono riusciti per decenni a modellare la propria clientela facendo leva, in modo ignobile, sui bisogni primari di quella fetta di popolazione, fatta vivere da sempre in oscure caverne ben descritte, millenni fa, dal filosofo Platone (Clicca Qui), a cui i “Diritti sacrosanti dell’Individuo” ben sanciti dalla nostra Costituzione (Clicca Qui) sono stati fatti acquistare, come merce rara.

Principi inviolabili che, svenduti per poche decine di voti, mutano in “Piaceri” da ricambiare con laute somme di danaro e, soprattutto, attraverso un’assoluta devozione di stampo imperiale. 

Ma tale durissima critica va ampliata, oltre i singoli dispensatori di case o stanze abusive e di lavoro facile, verso le strutture partitiche e governative di questa città.

Sono queste ultime difatti che, avide di potere e restie ad opporsi, permettono di continuo la candidatura di tali individui concedendogli la possibilità, attraverso la strutturazione di un puro clientelismo di camorristica memoria, di sedersi comodamente presso le sedie decisionali .

Compito della Politica quindi, ancor prima di combattere il marcio sovra descritto, è quello di permettere agli individui incatenati alla caverna della clientela, attraverso una vasta opera di “coscentizzazione” e di conoscenza, di fuoriuscire dalla “spelonca”.

Solo così il corrotto politico di turno, accecato dalla luce di una cittadinanza conscia dei propri diritti e dei corrispettivi doveri, non potrà far altro che uscire definitivamente dagli organismi governativi, per palesarsi esclusivamente nella sua unica e reale natura: quella del camorrista di provincia.


Josi Gerardo Della Ragione
Consigliere Comunale

Redazione Freebacoli
[email protected]

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