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 Home page > Tempo Libero > Moda e tendenze > A causa della crisi il nostro menù diventa vegetariano

A causa della crisi il nostro menù diventa vegetariano

In periodi di crisi, come questi che stiamo attraversando, anche i consumi ne risentono e così si modifica il modo di mangiare degli italiani, cambia il menu tradizionale, e si può di certo affermare che la spending review - questo termine che ora va tanto per la maggiore - una sorta di “taglio della spesa”, viene applicato anche al cibo. 

La Coldiretti ha svolto infatti un’indagine dal titolo: "La crisi cambia la spesa e le vacanze degli italiani”. E’ emerso così un aumento del consumo di pasta del 3%, mentre si è avuto un calo del consumo di bistecche pari al 6%, per un totale di una flessione media dei consumi alimentari pari all'1,5%. Si registrano tagli anche sugli acquisti di pesce ed ortofrutta, -3%, mentre sale il consumo del pane del 3%, e della carne di pollo solo dell’1%.

Si nota quindi una flessione in negativo anche della percentuale degli italiani che frequenta i negozi tradizionali, circa il 43%, un 29% ha invece aumentato il ricorso a fare la spesa nei discount, ed il 57% ha mantenuto invariata la frequentazione dei supermercati. Ci spiega quindi la Coldiretti che con la chiusura delle singole botteghe, non si impoverisce solo la tavola, ma vengono meno anche i rapporti di relazione sociale tra le persone e le generazioni cosa molto importante anche nelle grandi città. Anche gli italiani, copiando quindi la moda importata dall’America, vanno quindi a caccia di offerte, utilizzando i vari buoni sconti o coupon in uso nelle principali catene di supermercati, o scaricabili da internet, convinti di poter risparmiare qualche euro sulla spesa alimentare. Quindi spendendo di meno cala anche la qualità e la qualità del prodotto. Con pochi soldi che girano si afferma di nuovo la “produzione casalinga”, si recuperano gli avanzi, che sino a poco tempo fa venivano gettati tipo il pane, e conserve e yogurt vengono prodotti in casa ed acquistati sempre meno. 

L’Istat entra in gioco anche per quello che riguarda il calo del consumo delle famiglie su abbigliamento e calzature, elettrodomestici ed arredamento, ma anche l’utilizzo del tempo libero. Ma ad una cosa gli italiani non rinunciano, le sigarette anche se sono considerate nocive, e le spese mediche visto che anche la sanità fa acqua da tutte le parti e se gli italiani vogliono curarsi e prevenire le malattie devono mettere mano al portafoglio. Le vacanze anche quest’anno subiranno un cambio di tendenza. Meno viaggi all’estero ma piuttosto si usufruisce della spiaggia nostrana con relativo pranzo al sacco. Un ritorno quindi ai tempi passati, quasi un “déjà vu,” e per ritornare alle abitudini alimentari, anche il prepararsi il cibo da soli, non riguarda solo il periodo delle vacanze, ma anche se ne fa ricorso nella quotidianità della pausa lavoro.

Ma se a calare è la spesa, in aumento esponenziale l’uso dei farmaci antidepressivi da parte della popolazione. C’è lo conferma l’agenzia per il farmaco l’Aifa. Negli ultimi dieci anni ne fanno grande uso le donne e gli anziani. Si calcola che nel 2020, la depressione sarà la responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita in buona salute di un individuo. Forse la causa è da attribuire anche alla crisi che mina la qualità della vita riducendo certezze e spensieratezza, due fattori importanti che generano positività nell’essere umano. Chi sa se utilizzando verdura e diventando vegetariani, non per scelta ma per necessità, ne giovi anche l’umore?

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