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A caccia di "pirati" digitali

Anche l’Italia si prepara alla lotta contro la pirateria digitale. Le speranze che non si cada nelle scelte liberticide dei cugini francesi sono però poche. Lo scorso 23 settembre è stato istituito un tavolo istituzionale contro la pirateria multimediale e digitale, presentato dal ministro Bondi in occasione della Mostra del cinema di Venezia.

Dall’analisi apparsa sul Sole24Ore nei giorni scorsi, il problema, di cui tecnicamente non si conoscono le dimensioni a causa della liquidità del P2P, non ha una soluzione unica. Mauro Masi, che presiederà la commissione, afferma che a priori non esiste una ricetta più giusta di altre.

Una cosa è certa, il panorama dell’intrattenimento è cambiato radicalmente in questi anni. Il mercato digitale si aggiorna con una costanza tale che la legislazione vigente, sebbene in Italia sia tra le migliori d’Europa, fatica a trovare posizioni risolutive. Si prevede che anche in Italia, le scelte del governo francese di inibire l’accesso alla rete dopo tre avvertimenti ai trasgressori, possano trovare sostenitori.

La logica della punizione esemplare, di questi tempi, sembra andare per la maggiore. E la si applica con una certa leggerezza in campi differenti tra loro. Una matrice comune che tende a semplificare la complessità dei problemi, riducendoli a formule standardizzate. Premesso che il download di materiale protetto da copyright è illegale, i cambiamenti del digitale necessitano una presa di coscienza approfondita del problema. La salvaguardia esclusiva dei titolari dei diritti non produrrà mai leggi imparziali.

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