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A Padova le "Ronde" scortate dalla Polizia. Scoppiano i primi tafferugli

L’istituzione delle "Ronde" sono soltanto un tassello della progressiva "fascistizzazione" della società. Una "irregimentazione" che crea una ferita grave nel sistema di sicurezza nazionale e spalanca la strada a disordini e confusione di ruoli.

E’ evidente che le “Ronde” non saranno altro che “milizie” di partito facilmente infiltrabili da estremisti ed elementi provocatori. Non è difficile immaginare uno scenario, di scontri tra fazioni politiche, molto simile a quello vissuto negli anni settanta. Le prime avvisaglie sono molto chiare. A Padova gruppi organizzati di guardiani del territorio si sono dislocati in vari punti della città: i leghisti di “Veneto sicuro” nella zona della stazione ferroviaria, gli “extracomunitari per la legalità”, sostenuti da An, presso il quartiere della “Stanga”. A presidiare questa zona anche il “comitato dei cittadini di via Pescarotto”. Il risultato sfiora il ridicolo: per controllare i rondisti sono dovuti intervenire poliziotti e carabinieri. Altro che aumento della sicurezza. Si aumenta il lavoro delle Forze dell’ordine. Alla Stazione la Ronda leghista entra in contatto con un gruppo di no-global che distribuivano coperte di lana e vestiti ai senza-tetto (Operazione Siberia). Volano insulti e schiaffoni. Il pronto intervento dei celerini ha evitato il peggio. E siamo solo all’inizio. Quello che avverrà dopo sarà sufficiente per giustificare nuovi interventi repressivi e vergognosi provvedimenti illiberali. Sono questi i piani del governo?

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