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A Maurizio Landini il premio Libera Informazione. La svalorizzazione del lavoro è una minaccia per la dignità dei lavoratori

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Maurizio Landini
Premio Libera Informazione, Aula del Consiglio comunale

CIVITAVECCHIA - Nel 2010 il premio annuale Libera Informazione-Memorial Sandro Mecozzi  fu assegnato a Marco Travaglio e successivamente a Lirio Abbate, Ascanio Celestini e don Luigi Merola. Quest’anno è stata la volta di Maurizio Landini, il segretario generale della Fiom-Cgil che non ha risparmiato energie, spostandosi su è giù per l’Italia, da una manifestazione all’altra, incontrando, come ha fatto anche oggi, i lavoratori dello stabilimento dismesso dell’Italcementi, da anni in attesa di una difficile ricollocazione.

Se libertà significa anche dignità, quella dei lavoratori è, secondo Landini, al centro della più grave crisi, e non solo economica, vissuta nel dopoguerra. Dagli anni novanta è in corso un progressivo processo di svalorizzazione del lavoro che tutti i governi hanno sostenuto con l’idea che, alla fine, il “mercato” sarebbe riuscito a contrastare la disoccupazione. In realtà il fenomeno ha assunto oggi le proporzioni di un ciclone e il Jobs Act, sul quale Landini non ritiene che la partita sia ancora chiusa, facilita i licenziamenti, senza creare nuovi posti di lavoro e conservare quelli che ancora rimangono.

Al contrario il jobs Act servirà a togliere i diritti conquistati negli ultimi cinquant’anni, senza garantirli a chi non li ha, incrementando la diseguaglianza sociale. All’Italia, secondo il segretario Fiom, manca una politica industriale e, a differenza della Germania, dove il sindacato è chiamato a progettare il futuro dell’auto elettrica, da noi lo si vuole marginalizzare o porre in posizione non paritaria rispetto alle aziende nazionali cui manca da tempo lo spirito sociale, l'interesse a svolgere un ruolo per la collettività del paese in cui l'impresa opera. 

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Maurizio Landini e il segretario della Camera del Lavoro di Civitavecchia, Cesare Caiazza, incontrano i lavoratorii Italcementi

Sulla crisi del sistema Landini ha parlato anche di corruzione. L’intervento della magistratura e la numerosità dei casi in cui è protagonista, testimonia che gli anticorpi delle istituzioni hanno raggiunto livelli allarmanti. Ma c'è un’altra faccia della corruzione non meno preoccupante: l’evasione fiscale, anch'essa da primato europeo. Su entrambi i fronti il Governo non risponde con provvedimenti adeguati all'entità dei problemi. Le norme sull’autoriciclaggio, citate come esempio, consentono ampi margini di tolleranza, tali da vanificarne i risultati attesi.

Nel corso del dibattito, Landini è parso in difficoltà sulla salvaguardia dell’ambiente, che a Civitavecchia, tra centrale a carbone e porto, è un tema particolarmente sentito. A una insegnante in pensione, che indicava come la salute dei civitavecchiesi fosse ormai in crisi da decenni senza soluzioni concrete, Landini ha risposto ammettendo il ritardo del sindacato a cui il problema è noto, ma anche ribadendo il concetto, non nuovo, che il lavoro rimanga un elemento indispensabile per assicurare la vita alle persone.

Non è esattamente la risposta che molti cittadini si attendevano. In tempi in cui alla prevenzione e alla sanità pubblica non sono assicurate le giuste risorse, appare difficile se non impossibile far fronte alle cure che tante e gravi patologie richiedono e le cui origini sono spesso dovute all’inquinamento di un ambiente sempre meno tutelato, con costi sociali il più delle volte ignorati.

Infine la consegna del premio, intitolato a un insegnante, Sandro Mecozzi, ricordato per essere stato uno spirito libero e per aver dedicato una vita all'insegnamento dello sport a tante generazioni di giovani. Landini ha accettato con piacere il premio ritenendolo più che un riconoscimento personale un apprezzamento per tutti i metalmeccanici della Fiom.

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