• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > A Mafiopoli: niente di nuovo!

A Mafiopoli: niente di nuovo!

A Mafiopoli succede che la Giustizia italiana sigilli il mistero della sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. La Cassazione ha, infatti, deciso di respingere, per inammissibilità, il ricorso della Procura di Caltanissetta contro il proscioglimento del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, unico accusato per il furto della preziosa agenda.

L’Arcangioli veniva ripreso in un video mentre si allontanava con la borsa di Paolo Borsellino subito dopo l’esplosione. Borsa che misteriosamente riapparirà sul sedile della stessa auto, qualche ora dopo, priva dell’agenda rossa. Tutto questo non è bastato per celebrare un processo. Lo Stato italiano ha preferito calare il sipario su una vicenda così oscura e sconvolgente. Sembra quasi che le borse di cuoio dei giudici fatti saltare in aria dai traditori dello Stato godono di vita autonoma e le agende abbiano la capacità di smaterializzarsi.

Può capitare a Mafiopoli che un onesto cittadino venga sottoposto a ogni tipo di vessazione e taglieggiamento fino al fallimento della propria attività. A Gela, infatti, per dodici anni, dal 1994 al 2006, gli uomini del disonore costringevano il gestore di un ristorante ad una serie di prepotenze, mangiando a sbafo in ogni occasione, con parenti e amici, e pretendendo tangenti mensili di 300 euro che diventavano 700 in occasione delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto, perchè dovevano “aiutare” le famiglie dei detenuti. Il “pizzo” comprese anche la cena di “addio al celibato” gratuita consumata da un mafiosetto locale e dai suoi sodali. Le imposizioni costrinsero lo sventurato a chiudere ed emigrare in Germania come cameriere.

A Mafiopoli, però, alcuni boss sono molto rispettosi dell’ambiente. Solo per questa ragione avrebbero messo le mani sulla realizzazione dei parchi eolici in Sicilia. L’operazione antimafia, denominata “Eolo”, condotta dalla Polizia di Trapani, ha svelato un intreccio di rapporti, affaristici e illegali, tra politici, imprenditori locali e del nord e mafiosi per lo sviluppo, il controllo e la spartizione del nuovo business energetico. Niente di nuovo sotto il vento.

Si scopre che a Mafiopoli chi ha qualcosa da nascondere può comunicare tramite l’operatore Skype. Non è possibile acquisirne i tabulati né intercettarne le comunicazioni. Chi non è molto pratico con le nuove tecnologie può aspettare l’approvazione della nuova legge sulle intercettazioni per continuare a parlare tranquillamente con il telefono tradizionale.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares