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A Fondi una speranza contro la mafia

 

Il 9 settembre è stata una vera giornata di libertà civile nella cittadina di Fondi, quella che il Governo Berlusconi si ostina a non sciogliere nonostante la richiesta del Prefetto di Latina Bruno Frattasi, e avvallata dal Ministro dell’Interno Maroni, sulla base di un corposo dossier di oltre 500 pagine che testimoniano le inquietanti infiltrazioni mafiose nel comune (soprattutto del clan Tripodo) ed inchioda politici e amministratori locali alle proprie responsabilità.

Una bella piazza, gioiosa e democratica, rovinata per pochi minuti da uno sparuto gruppuscolo di sgherri mandati dal sindaco Luigi Parisella, presente anche lui, per protestare contro la richiesta di scioglimento del comune ed offendere con i loro fischi e insulti la memoria di chi ha combattuto in passato la mafia e continua anche adesso a non abbassare la testa davanti al fenomeno criminale che opprime le realtà locali del basso Lazio.

I cittadini di Fondi hanno reagito con dignità e coraggio alle provocazioni, rispondendo con grida di “vergogna” e applaudendo con grande entusiasmo le parole di speranza pronunciate sul palco.

Quelle instancabili del senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, in prima linea nella battaglia per liberare Fondi dalla mafia e affiancato da autorevoli esponenti della società civile, come il segretario regionale dell’associazione Caponnetto Elvio Di Cesare, che ha condannato duramente il blitz inqualificabile dei supporter del sindaco di Fondi, messi in minoranza dalla reazione indignata della piazza. 

Sul palco sono intervenuti anche lo storico Nicola Tranfaglia, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che ha ribadito la frase contestata a piazza Farnese: “Il silenzio uccide, il silenzio è mafioso”.

Con l’appassionante manifestazione del 9 settembre i cittadini di Fondi hanno dimostrato di credere sinceramente nei valori della legalità e nella lotta alla mafia, sfiduciando de facto un’amministrazione comunale collusa.

Si attende solo la decisione finale del Consiglio dei Ministri, scandalosamente rinviata da mesi.

Il premier Silvio Berlusconi è troppo impegnato ad attaccare le Procure di Milano e Palermo, piuttosto che ridare ai cittadini di Fondi la speranza di una politica finalmente libera dal giogo mafioso. 

Commenti all'articolo

  • Di paolo praolini (---.---.---.142) 11 settembre 2009 14:09

    E’ una bellissima notizia questa della risposta del popolo di Fondi alla pesante situazione generata da infiltrazioni mafiose nell’amministrazione.
    E’ grave la copertura concessa dal Premier a situazioni politico-amministrative cosi estreme e lontane dal regime democratico.
    Ottimo articolo.

  • Di Gherardo (---.---.---.20) 11 settembre 2009 20:37

    Spero al piu’ presto nel commissariamento.....i fondani sono un popolo di lavoratori. Si sono trovati all’improvviso coinvolti in questa situazione. La storia politica di Fondi affonda le radici nel movimento fascista e ancora oggi è una forte realtà di destra. Cio’ non toglie che i cittadini di Fondi sono indignati e sperano in un aiuto concreto, in un pronto commissariamento del comune che ridia fiato alla città ormai stanca di essere al centro della cronaca mafiosa nazionale.

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