A Falcone (Messina) è di scena il miracolo della munnizza
“In questi anni la popolazione residente non è aumentata e nulla di nuovo è successo che possa dimostrare un aumento così importante di produzione di rifiuti solidi urbani di oltre il 100%, causando conseguentemente un aumento terrificante dei costi di quasi 180.000 euro, con ovvie ripercussioni sulle bollette de cittadini contribuenti”, scrivono i consiglieri. “Ci chiediamo se da parte dell’Amministrazione Comunale è stata mai intrapresa un’azione di verifica e controllo per così eclatanti aumenti di produzione dei rifiuti solidi urbani e se è nelle sue intenzioni intraprendere ogni iniziativa utile allo scopo di correggere eventuali errori, con conseguente diminuzione dei costi a carico dei contribuenti”.
Nel 2010, l’ingegnere Salvatore Re, per conto dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) ME2 fece pervenire al Comune di Falcone il piano finanziario riguardante i rifiuti solidi urbani che quantificava in 171.637 euro i costi per il servizio di raccolta e in 36.549 euro per il loro smaltimento. L’importo totale (208.186 euro), diviso per i 3.000 abitanti di Falcone incideva per una spesa pro-capite di 94,15 euro. In vista della determinazione della tariffa R.S.U., il responsabile dell’area tecnica manutentiva e protezione civile del Comune di Falcone, Antonio Fugazzotto, segnalava al consiglio comunale che andava prevista altresì la spesa determinata dai servizi di spazzamento, manuale e meccanico, i cui costi ammontavano – secondo l’ATO - a 107.420 euro con un’ulteriore incidenza per abitante di 35,11 euro. “Alla luce di quanto è emerso dall’analisi espunto alla nota ATO ME2, l’incidenza operata dalla voce spazzamento strade e complementari, fatta eccezione della pulizia del mercato domenicale (8.683 euro) non trova riscontro nell’effettiva esecuzione dei servizi enucleati”, rilevava tuttavia il funzionario comunale. Quasi centomila euro di costi non giustificati dunque, più la beffa per i contribuenti che la ricchezza generata dalla raccolta differenziata di rifiuti organici, carta, plastica, lattine e vetro si tramutava in una spesa collettiva di 48.000 euro circa (nella nota di bilancio 2010, l’ATO ME2 quantificava un costo per Falcone di 24.109 euro per l’organico; 7.186 per la carta; 7.585 per plastica e lattine; 8.900 per il vetro).
La tabella riepilogativa delle spese imputate al Comune di Falcone per la gestione del business rifiuti nel 2013, ha elevato la voce “costi vari” a 342.491 euro, a cui vanno poi aggiunti 45.000 euro per le “agevolazioni previste dal regolamento”. Complessivamente 387.491 euro, di cui l’89,4% a carico delle utenze domestiche (346.274 euro per 1.842.094 Kg di rifiuti solidi urbani) e il restante 10,6% per le utenze non domestiche (41.216 euro per 218.906 kg di rifiuti). Per la raccolta e lo smaltimento dei 2.061.000 kg – presumibilmente - prodotti, ogni cittadino falconese dovrà versare un obolo di quasi 130 euro.
Il sindaco Santi Cirella ha fatto sapere di aver “girato” l’interpellanza dei consiglieri agli uffici preposti e di attendere risposta. Con ordinanza, ha intanto disposto la proroga del servizio di raccolta rifiuti fino al 15 gennaio 2015 alla società “Caruter” di Brolo, “con una riduzione del 10% per un prezzo unitario di 540 euro al giorno”. “I rifiuti vengono pesati solo alla discarica”, ha spiegato Cirella. “Secondo i dati in mio possesso, con l’ATO, nel 2012 si pagava 565.887 euro, oggi con la Tari del 2014, si paga circa 340.000 euro”. Cioè quasi 48.000 euro in meno di quanto riportato nel bilancio di previsione in mano al consiglio comunale.
“L’indifferenza con la quale è stata accolta l’interpellanza da parte del primo cittadino è molto grave”, ha commentato il consigliere Franco Paratore. “Mi sarei aspettato un intervento tranquillizzante, con il quale il sindaco Cirella si sarebbe impegnato a far luce sull’argomento. Invece, con una brevissima dichiarazione apparsa sui giornali, si giustificano soltanto dei costi attraverso cifre sconosciute ai consiglieri comunali, che probabilmente includono tanti altri servizi accessori alla raccolta e allo smaltimento e che comunque non sono certificati da alcun documento. A Falcone si continua a raccogliere e smaltire i rifiuti a colpi di ordinanze indirizzate sempre alla stessa ditta, senza che ad alcuno nasca almeno il sospetto di probabili errori che intanto costeranno fior di centinaia di migliaia di euro ai cittadini”.
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