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A.A.A. cercasi produttori di sviluppo economico a tempo indeterminato

Se accedere ad enormi risorse economiche pubbliche diviene più facile di bere un bicchier d’acqua, può esistere essere umano immune all’approvvigionamento selvaggio di queste risorse?

La risposta è no. Perché per quanto si voglia essere onesti, per quanto si pensi di non essere mai toccati dal virus dell’accaparramento, se vivi in un sistema che ti consente di prendere a grandi manate soldi non tuoi senza nemmeno doverne spiegare la ragione, ecco che il virus si insinua. Penetra nel DNA. Diviene parte integrante dell’essere. Permane e trasforma – facendolo “evolvere” – in qualcosa di altro che non viene nemmeno percepito più come disonesto. E ciò accade, “grazie” al fatto che certi personaggi vivono in un mondo fatto di propri simili: accaparratori di tutto ciò che non gli appartiene.

Così, la logica del gioco politico rientra in una casistica del tutto aberrante e che percorre due strade del tutto parallele. Una è quella di chi la politica la vive dall’interno e fa ormai parte di un sistema ben organizzato. Almeno per chi lo vive e se ne giova. L’altra, costituita dalla popolazione, schifata da tanta aberrante e manifesta azione contro il bene economico comune e a favore del proprio benessere.

E’ inutile: non se ne esce. Non ci salviamo. Diviene ogni giorno un po’ più impensabile ed un po’ meno controvertibile. I soldi pubblici finiscono di esserlo nell’esatto momento in cui entrano in qualsiasi cassa che non sia quella dei cittadini della nazione. Prendono strade impercorribili. Si perdono fra le pieghe di sistemi orrendi (almeno per chi non ne usufruisce ), scaturiscono in scandali politici gravi ma che nella realtà dei fatti non vengono nemmeno sanzionati.

Denaro. Punto. E’ tutto ciò che chi sta dall’altra parte della barricata vuole ottenere, gestire e controllare. L’importante è che sia denaro altrui, facilmente ottenibile, anche facendo la voce grossa, attraverso l’imposizione di tasse ed imposte sempre più pesanti e da sostenere e sempre meno premianti per la popolazione. Perché a fronte dell’enorme gettito economico creato dalle tasche dei cittadini, gli stessi non ottengono mai una contropartita. Ed anzi, le richieste di nuovi gettiti ormai si rincorrono con cadenza quasi quotidiana.

Mentre tutto corre verso una vera crisi, evidentemente peggiore di quella di cui si parla da alcuni anni, la cui forma stiamo solo intravedendo mettendo insieme un po’ di dati e molti fatti di cronaca, i soliti noti continuano imperturbabili ad utilizzare fiumi di denaro pubblico per scopi impropri o molto lontani dalle motivazioni che hanno creato tesori e tesoretti.

Al di la dell’osceno teatro dei finanziamenti ai partiti, rinominati paraculamente “contributi elettorali”, al di là delle notizie di cronaca che ogni giorno o quasi vedono coinvolto questo o quel politico in una nuova ruberia che non conoscerà pena né sanzione, la cinica realtà ci parla ancor oggi, nonostante tutto, di ulteriori vantaggi di cui il mondo politico ritiene doversi garantire.

La Legge mancia, di cui ho avuto più volte modo di parlare nei miei articoli sul tema, sta per essere nuovamente approvata. Per chi ancora non lo sapesse, è una norma che dà ai parlamentari una sorta di “mancia” – da qui il nome – da utilizzare come meglio crede nell’ambito semmai della propria attività politica. Così, decine di milioni di euro vengono letteralmente regalati ogni anno, a partire dal 2004, per quelli che vengono ritenuti dai singoli parlamentari, sostegni economici prioritari e condivisibili da tutti. A ben guardare, questi sostegni hanno l’amaro sapore dell’odioso voto di scambio, perché è risaputo che questa valanga di denaro viene in pratica suddivisa più o meno equamente fra enti inutili, parrocchie, piccoli comuni, al solo scopo di garantirsi la fidelizzazione eterna degli elettori.

Una Legge così, sappiatelo, viene approvata all’unanimità. Sempre. E nel momento in cui scrivo questo articolo, è in via di approvazione con le cifre dei finanziamenti dal 2011 al 2013. Una garanzia persino futura sulla “mancetta” da far sperperare per motivi lontani alquanto dallo sviluppo economico del Paese. Cosa ce ne facciamo infatti di una “rotonda sulla piazza del Paese tal dei tali” o “Della statua di tal Santo nel paese tizio e caio” specialmente in un momento del genere, nessuno ci dà il diritto di sapere.

C’è da dire che, nel frattempo, i tagli calano a mannaia sui soliti comparti sociali, le tasse e le imposte vengono applicate ormai anche all’aria che si respira, la gente si suicida per la crisi percepita come fallimento di vita, si ha notizia di donne che scelgono di prostituirsi per racimolare il denaro necessario alla sussistenza (...) e non abbiamo notizia alcuna, invece, di come il governo, i partiti, le istituzioni tutte, abbiano in mente di fare quello che è più un miraggio che una eventuale realtà: risanare non solo i conti pubblici, ma i conti degli italiani che stanno continuando a trasmettere – quasi fosse una trasfusione ormai perenne – risorse economiche che non serviranno ad un beneamato tubo. Almeno non per ciò che ci riguarda.

Oltretutto, è bene ricordare che la sola gestione della nazione, ci costa oltre 800 miliardi l’anno. Non ci vuole un esperto economista per renderci tutti conto del fatto che nulla mai servirà a bilanciare i conti  se da un lato si immette e dall’altro si continua ad usurpare lo stesso denaro, ma in ragione del doppio o addirittura del triplo. Se metti uno e togli tre, credo che anche i bambini di 4 anni comprendono che non vi sarà mai pareggio.

Che fare?

Partecipare attivamente alle sorti del paese, lo scrivo da anni. Parlare delle proposte fattibili e condivisibili. Chiedere davvero le dimissioni dei politici a cominciare da quelli che palesemente si sono macchiati di qualsivoglia difetto nei confronti della cittadinanza. Riqualificare gli over 40 soprattutto in ambito lavorativo: è la vera energia propulsiva del Paese, e proprio per questo la più combattuta. Non andare a votare alle future elezioni, per dimostrare che davvero non si è più in grado di fidarsi di chi ci toglie l’aria per respirare. Rendersi attivamente parte della comunità col proprio sapere, il proprio pregresso lavorativo, le proprie competenze.

C’è una nazione da salvare. E non servono le bombe per sottrarla all’agonia. Servono cittadini pronti a lavorare. E vi assicuro che in questo ambito non c’è penuria di posti di lavoro.
 
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Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.195) 25 aprile 2012 06:59

    Non son d’accordo al 100%! o sei onesto o non lo sei! o hai morale o non ne hai,non credo nelle mezze misure in certi casi. son d’accordo sul fatto che l’occasione rende l’uomo ladro,credo nella debolezza ma son convinto che se cedi alla debolezza non andavi bene già in partenza. non si gioca con le vite e con i soldi altrui per morale e perchè è controproducente anche per te !ma questa è solo una mia idea ovviamente ;)

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